L'ARTE DI FARE AFFARI COL COVID - IN TEMPO DI PANDEMIA TUTTI SI SONO MESSI A CACCIA DI OPERE D'ARTE: LA CRISI SPINGE IL MERCATO - IL CETO MEDIO SI È AFFRETTATO A VENDERE LE SUE OPERE, CREANDO UN AFFLUSSO IMPROVVISO CHE HA ABBASSATO I PREZZI DI PARTENZA CON DUE EFFETTI: L'INTERESSE DI TANTI NUOVI CLIENTI E UN FORTE ATTIVISMO DEI COLLEZIONISTI ESPERTI, PIÙ ABITUATI ALLA SPECULAZIONE - SI È CONSOLIDATO PURE IL MERCATO PARALLELO DELLA DIGITAL ART CHE VIAGGIA SULLA BLOCKCHAIN E SI SCAMBIA CON CRIPTO VALUTE...

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Giorgio Stamatopoulos per “Specchio - La Stampa

 

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Per battere il virus ci vuole arte. Lo dicono i numeri di un mercato uscito dalla pandemia con un'esplosione di vendite, assorbendo parte della crisi di sistema. Performance inaspettata che ha creato opportunità di investimento anche per piccoli e medi risparmiatori.

 

Nell'Annus horribilis del Covid si è consolidato poi il mercato parallelo della digital art che è altamente speculativa, viaggia sulla blockchain e si scambia con cripto valute. Ma è acquistabile anche in quote a prezzi accessibili.

 

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Secondo lo studio dell'Osservatorio Nomisma, l'art industry italiana, che parla soprattutto milanese, nel 2019 ha mosso un giro d'affari da 1,46 miliardi e un impatto economico generato di 3,78 miliardi di euro.

 

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L'avvento della pandemia ha impresso una battuta d'arresto a un mondo che vive di presenza e fruizione. Ma al tempo stesso ha determinato un improvviso aumento dell'offerta, mantenendo vivo un mercato libero da IVA e fisco (l'oggetto d'arte è considerato un bene usato e non entra nella dichiarazione dei redditi).

 

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Il Covid infatti non ha fatto sconti al ceto medio abituato a frequentare questo settore e a spendere anche 15 o 20mila euro per acquistare un pezzo d'arte. Per recuperare un po' della liquidità persa con lo choc pandemico, questa fetta di mercato s'è precipitata a vendere le opere che aveva, afflusso improvviso che ha abbassato i prezzi di partenza con due effetti: l'interesse di tanti nuovi clienti e un forte attivismo dei collezionisti esperti, più abituati alla speculazione, che ha trainato le aste.

 

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Nell'ultimo biennio la casa "Il Ponte" ha registrato un più 30% di lotti battuti. Il futuro post Covid è imprevedibile, ma Antonella Crippa, Art Advisory di Intesa Sanpaolo che ha curato lo studio per Nomisma, osserva «durante Artissima, la fiera d'arte contemporanea a Torino, molti nostri clienti ci hanno manifestato interesse, chiedendoci di accompagnarli ad un acquisto, soprattutto nel segmento dell'arte moderna e contemporanea, ma attenzione - aggiunge - rispetto ad altri mercati, ci sono molti meno indici e riferimenti per muoversi da soli».

 

Serve prudenza In sostanza il consiglio ai neofiti è di investire con prudenza. «Per entrare in questo mondo servono passione e conoscenza, è sempre meglio rivolgersi a un esperto», ci conferma Guido Cribiori della storica galleria milanese Studiolo.

 

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«L'arte contemporanea resta la più speculativa, la moderna invece può rappresentare un buon affare. Un acquerello di Anselmo Bucci, padre del '900 italiano, oggi si può trovare anche dai 2000 euro in su. L'arte antica infine, è un po' come il mattone, cresce nel tempo - spiega il gallerista - ho di recente riacquistato per 30mila euro, quadri del pittore napoletano Luca Giordano, un maestro del barocco europeo del '600, che avevo venduto 30 anni fa a sei volte meno».

 

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Se l'antico segue la logica del mattone, il flusso perpetuo è la cifra della Crypto Art, mercato in crescita trainato da vendite record, popolato da artisti per lo più Millennials, come Pak, Neïl Beloufa o Hackatao, adepti di Instagram e Tik Tok come i loro acquirenti.

 

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Una comunità che si muove nel mondo digitale certificato dagli NFT (Non-Fungible Token), segmenti unici e irripetibili, tra opere che arredano il Metaverse e rompono le regole dell'arte tradizionale.

 

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«È un mercato decentralizzato, che elimina ogni forma di mediazione oggi esistente fra l'artista e la galleria, e quindi il cliente, ma ancora soggetto a forti oscillazioni, con opere che possono andare da 1000 a 60mila dollari in pochi click», sottolinea Francesca Boffetti, che a Milano ha fondato Art Innovation, la prima digital art gallery italiana.

 

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«Chiunque può investire nell'arte digitale, proprio perché è una nuova frontiera che sta creando valore là dove prima non c'era - dice ancora Boffetti - investire oggi 500 euro in un'opera crittografata, potrebbe fruttarne anche 20mila in poco tempo».

 

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L'avvento del criptowallet

Per acquistare un'opera digitale occorre però dotarsi di un criptowallet, un portafoglio di valuta virtuale, in questo caso gli Ether, disponibile su piattaforme come MetaMask o Coinbase. E poi seguire questa avanguardia di designer, programmatori e creativi, a caccia dell'affare del futuro.

 

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