PALAZZO A PIAZZA AUGUSTO IMPERATORE
1 – A QUATTRO MESI DAL CROLLO DEL PONTE MORANDI, IL GOVERNO CONTE HA VENDUTO AI BENETTON (TRAMITE UN FONDO DI GESTIONE DI BENI PUBBLICI) UNO STORICO PALAZZONE IN PIAZZA AUGUSTO IMPERATORE A ROMA PER 150 MILIONI
2 – SAPETE CHI HA VENDUTO LO STORICO PALAZZO DI PIAZZA AUGUSTO IMPERATORE AI BENETTON, 4 MESI DOPO IL CROLLO DEL PONTE MORANDI? LA INVESTIRE SGR DI ARTURO NATTINO CHE GESTISCE IMMOBILI PUBBLICI. E CHI È SOCIO AL 11,6% DELLA SGR DI NATTINO? LA REGIA SRL, LA CASSAFORTE DEL RAMO FAMILIARE CHE FA CAPO A SABRINA BENETTON, FIGLIA DELLO SCOMPARSO GILBERTO, CHE DETIENE IL 20% DI EDIZIONE, LA HOLDING DEL GRUPPO (ESSÌ, IL MONDO È DAVVERO PICCOLO…)
PATRIMONIO PUBBLICO, AFFARE PER PRIVATI
Estratto dell’articolo di Sergio Rizzo per “Sette - Corriere della Sera” – 28 giugno 2012
(…) Sedi storiche. È lecito interrogarsi, per esempio, sull’utilità di una operazione come quella del Fondo immobili pubblici. Di che cosa si tratta?
È un fondo immobiliare costituito dallo Stato, dentro al quale sono stati infilati moltissimi immobili di pregio, in prevalenza degli enti previdenziali. Per fare un esempio, ci sono le sedi storiche Inps di Venezia e Firenze, e anche quella di Roma, in piazza Augusto Imperatore.
PALAZZO A PIAZZA AUGUSTO IMPERATORE
Sono palazzi comprati con i denari dei lavoratori, il che non è certamente un dettaglio. Quel fondo pubblico è diventato dunque proprietario degli immobili degli enti previdenziali, i quali si sono trasformati da padroni in affittuari e pagano canoni profumati. Direte: ma è una partita di giro. Verissimo. Però con un particolare.
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Il Fip, che ha il compito di “valorizzare” e vendere se possibile quelle proprietà immobiliari statali, è gestito da una società privata.
Si chiama “Investire immobiliare” ed è controllata dalla famiglia Nattino in società con la famiglia Benetton. E grazie alla gestione del Fip fa una montagna di soldi.
PALAZZO A PIAZZA AUGUSTO IMPERATORE
Dal 2002 al 2011 ha accumulato utili netti generati dalle commissioni per 59 milioni e 320 mila euro. Soltanto lo scorso anno, particolarmente fiacco per il mercato immobiliare, la società di Nattino-Benetton ha piazzato 34 immobili per un introito di 195 milioni. Circostanza che ha garantito, c’è scritto nel bilancio, “commissioni nette per 3,5 milioni”.
Complimenti. Soltanto una domanda a chi dieci anni fa (premier era Silvio Berlusconi e ministro dell’Economia Giulio Tremonti) ha avuto questa bella pensata: era proprio necessario rivolgersi a un intermediario privato per gestire un fondo degli immobili pubblici?
Nello sconfinato panorama delle società statali, dove abbondano anche finanziarie e immobiliari, davvero non ce n’era nemmeno una alla quale affidare l’incarico?
Del resto, erano gli stessi anni in cui la Consip, la società che ha il compito di limitare gli sprechi delle pubbliche amministrazioni centralizzando gli acquisti dei beni e servizi, stipulava un bel contratto d’affitto. Quello di uno stabile di 3.600 metri quadrati a Roma di proprietà della tedesca Deka: oggi paga d’affitto 2,3 milioni più Iva l’anno.
Cioè 638 euro al metro quadrato al netto dell’imposta. Circa cento euro in più rispetto al canone che l’immobiliarista Sergio Scarpellini incassa dalla Camera per i famosi palazzi Marini che ospitano gli uffici dei deputati. Possibile che in tutta Roma non ci fosse un immobile di proprietà pubblica per metterci dentro la società che deve farci risparmiare?
Eppure uno Stato che volesse utilizzare meglio il proprio immenso patrimonio non potrebbe che partire da qua. Imponendo che gli uffici e le società pubbliche non paghino affitti ai privati, limitandosi a occupare immobili demaniali.
Intanto si risparmierebbero un sacco di soldi, e non è male. Ci credereste? A quanto pare nemmeno il ministro Piero Giarda è riuscito a scoprire quanti miliardi le pubbliche amministrazioni regalano ai privati per gli affitti.
ERMANNO BOFFA E SABRINA BENETTON giulio tremonti luciano benetton silvio berlusconi giulio tremonti ARTURO NATTINO