Nicola Lillo per la Stampa
C' è un interesse da parte degli investitori cinesi verso l' Italia. Sono gli «asset» strategici del Paese a far gola ai principali fondi sovrani della Cina: infrastrutture, porti e anche l' ex compagnia di bandiera Alitalia. Di questo hanno discusso i gruppi cinesi interessati con Paolo Gentiloni durante una cena a Pechino due giorni fa: «Ma nei particolari consentitemi di non entrare», ha spiegato il premier.
Sul vettore, che si trova in amministrazione straordinaria con l' obiettivo di trovare un acquirente nel giro di sei mesi, si sarebbero posati gli occhi di alcune aziende del gigante asiatico. Nei giorni scorsi si sono fatti i nomi di China Airlines e Hainan. Per ora, spiegano fonti, non ci sarebbero contatti diretti tra l' Alitalia e le compagnie. Di sicuro però alcuni vettori sono in Italia per provare a convincere i piloti, altamente qualificati, a trasferirsi in Cina. Un' operazione simile a quella che sta portando avanti Easyjet, che ha annunciato 450 assunzioni in tutta Europa.
Oggi in tarda serata verrà pubblicato online il bando per la vendita di Alitalia, che aprirà la fase in cui chiunque potrà dirsi interessato avanzando manifestazioni di interesse. Il tempo utile è fino a metà giugno, quando verrà aperta per un mese la «data room», cioè la possibilità per gli interessati di conoscere meglio i dati del vettore. Da qui si passerà poi alle offerte non vincolanti e a quelle vincolanti, attese dopo l' estate. In questo modo l' obiettivo dei tre commissari - Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari - è di trovare un partner entro sei mesi. Contestualmente verrà realizzato un nuovo piano industriale che dovrebbe essere pronto per luglio.
Intanto oggi verranno scelti gli advisor, saranno uno o al massimo due, per accompagnare il processo di vendita dell' azienda. La rosa di nomi tra cui sceglierà la terna è composta da Merrill Lynch, Mediobanca, Rothschild, Citigroup e Lazard. I commissari per ora sono al lavoro per realizzare i primi tagli annunciati, relativi ai contratti derivati per il carburante e per il leasing degli aerei.
Sul costo del personale invece il discorso sembrerebbe rinviato: la priorità per ora riguarderebbe infatti tutti i sovraccosti individuati dai commissari e non quindi il costo del lavoro, che - ha detto il ministro Graziano Delrio - è «in linea con le altre compagnie, quindi non è questo il tema in questo momento».
Il governo è sicuro che arriveranno offerte da potenziali acquirenti, per provare a vendere la compagnia nella sua interezza ed evitare lo spezzatino. «Servono investitori di medio-lungo periodo o operatori del settore», ha detto Delrio.
La politica ha spinto negli ultimi giorni per un coinvolgimento di altri attori nel futuro di Alitalia, come Eni o Leonardo-Finmeccanica, che hanno escluso questa possibilità. E anche delle Ferrovie dello Stato, soluzione quest' ultima che per Delrio è però «irragionevole». Per il ministro inoltre sarebbe utile poter superare il limite azionario del 49% delle compagnie aeree extra Ue nei gruppi europei, un discorso che a Bruxelles - ha assicurato - è in uno stato avanzato.