Francesco De Dominicis per "Libero Quotidiano"
La benedizione del governo corre il rischio di trasformarsi nel colpo di grazia. E il matrimonio tra Bpm e Banco Popolare - venerdì scorso sponsorizzato financo dal premier Matteo Renzi e dal ministro Pier Carlo Padoan - si allontana. Col negoziato tra i due amministratori delegati, Giuseppe Castagna e Pier Francesco Saviotti, che si tinge di giallo. Ecco perché: a mercati aperti, ieri pomeriggio, le agenzie di stampa hanno fatto circolare indiscrezioni su un «sì» definitivo da parte della Banca centrale europea.
Notizia clamorosamente smentita, quando i listini erano ormai chiusi, da fonti vicine al dossier. Niente semaforo verde a Francoforte, insomma: Anzi: la vigilanza dell’Eurotower attende di vedere nero su bianco la formalizzazione, da parte di Milano e Verona, di alcuni passaggi decisivi per la fusione, a cominciare dall’aumento di capitale fino a 1 miliardo di euro che oggi sarà al vaglio del board del Banco. I due istituti, dunque, stanno ancora lavorando alle richieste della Bce sugli aggiustamenti al progetto di aggregazione.
Se a Verona si prevede che stamattina ci sarà un allineamento totale alle richieste di Francoforte, anche a Milano si sta lavorando in queste ore per trovare la quadra. Oggi, dunque, è una giornata decisiva, ma tutto dipenderà dall’orientamento finale delle assemblee sia per gli interventi sul capitale sia per l’approvazione dell’aggregazione. Dubbi pesanti che inquietano i top manager. Ieri a piazza Meda, quartier generale Bpm i consulenti legali e finanziari si sono intrattenuti a lungo con gli alti dirigenti.
Riunioni caratterizzate da forte tensione. «La situazione resta fluida» ammette uno dei consulenti che lavorano al dossier, lasciando intendere come la vicenda sia aperta a diverse opzioni. Ecco perché Andrea Bonomi, seppur senza far clamore, continua a osservare la partita. Il patron di InvestIndustrial resta pronto a scendere in campo, per «riprendersi» Bpm, con l’appoggio sicuro dei soci (pensionati e lavoratori).
A fare rumore, oggi arriva a Milano anche l’azionista (col 6%), Raffaele Mincione, intenzionato a presentare una lista per il board,ma con meno speranze di successo. Sarà interessante pure la reazione in Borsa. Ieri i titoli hanno chiuso in rialzo, a piazza Affari, spinti dal presunto via libera Bce: Bpm è salita del 2,97% e il Banco - pesante per tutta la seduta - ha girato in positivo terminando in aumento dello 0,41%. Chissà se a qualcuno verrà in mente di indagare.