auto idrogeno

UNA BOCCATA DI IDROGENO - NEL PIANO PER LA TRANSIZIONE ECOLOGICA SONO STATI STANZIATI 230 MILIONI DI EURO PER LE STAZIONI DI RICARICA DELL'IDROGENO MA E' POCO PER UN VERO CAMBIAMENTO NEL SETTORE PRIVATO – OGGI, IN ITALIA, LA MAGGIOR PARTE DEI MEZZI ALIMENTATI A IDROGENO E' DESTINATA AI TRASPORTI PUBBLICI, CON IL MERCATO DELLE AUTO PRIVATE CHE SPINGE SULL'ELETTRICO - IN AMERICA E IN GIAPPONE SI PUNTA FORTE SULL’USO DEL GAS NATURALE COME CARBURANTE...

 

Domenico Affinito per il "Corriere della Sera"

 

stazioni ricarica idrogeno

Non siamo ancora partiti con la rivoluzione verde che l' Italia, di fatto, abbandona l' idea delle auto a idrogeno. Nel Piano del governo Draghi per la transizione ecologica, che contiene il capitolo della mobilità sostenibile, lo stanziamento per le «stazioni di ricarica» dell' idrogeno per il trasporto stradale vale appena 230 milioni di euro.

 

Troppo poco per pensare a una rete di distribuzione capillare destinata alla mobilità privata; 300, invece, sono i milioni puntati sulla sperimentazione dell' idrogeno nel trasporto ferroviario.

 

treno idrogeno

In Italia solo treni e bus Il piano, d' altronde, lo dice chiaramente: «L' Italia () intende (...) promuovere la produzione e l' utilizzo di idrogeno () nel trasporto pesante e in selezionate tratte ferroviarie non elettrificabili». Insomma, il Governo ci dice che avremo autobus, camion e treni all' idrogeno, ma non le auto.

 

i fondi idrogeno

In tema di mobilità il piano prevede altri 8 miliardi e 580 milioni di euro per un trasporto locale più sostenibile di cui 3 miliardi e 640 milioni per l' acquisto di 5.540 bus ecologici e 53 treni verdi, 600 milioni per la mobilità ciclistica (570 km di nuovi percorsi ciclabili urbani e oltre 1.200 km di percorsi ciclabili turistici), 3 miliardi e 600 milioni per il trasporto rapido di massa (240 km di nuove infrastrutture) e 750 milioni per lo sviluppo di una rete di ricarica elettrica pubblica (con 7.500 punti di ricarica nelle superstrade e 13.750 nei centri urbani).

stazioni ricarica idrogeno 3

 

L' elettrico, quindi, batte l' idrogeno 3 a 1. A questi 8,58 miliardi se ne aggiungono altri 2 per ricerca e sviluppo, di cui 1 miliardo su rinnovabili e batterie, 450 milioni sull' idrogeno, 300 milioni sui bus elettrici e 250 milioni per start-up attive nella transizione ecologica.

 

auto a idrogeno

Cosa si può fare con 230 milioni Se i 230 milioni per il trasporto stradale fossero tutti destinati alla costruzione di stazioni di ricarica di idrogeno, quante se ne potrebbero fare? Oggi una costa circa 2 milioni di dollari, contando i costi annessi si arriva più o meno a 100 stazioni in tutta Italia.

 

camion idrogeno 2

Niente rispetto alle oltre 24mila distribuite tra strade e autostrade del nostro Paese (di cui oltre 3.000 tra gpl e gas). Naturalmente i costi sono in decrescita, quindi il numero può aumentare nel prossimo futuro, ma rimane troppo piccolo per pensare all' idrogeno come alternativa.

 

I numeri nel mondo e in Europa Ci sono luoghi, invece, dove l' idrogeno è già una realtà. In California le stazioni sono 133 tra aperte, in costruzione e approvate. E, infatti, il numero delle auto a idrogeno sta crescendo velocemente (ci sono incentivi che arrivano a 7.000 dollari): si è passati dalle 4 vendute nel 2012 alle 10.361 circolanti a maggio 2021, con un aumento di 1.430 unità da inizio anno a oggi.

 

auto a idrogeno 1

Un altro Paese che ha deciso di puntare sull' idrogeno è il Giappone, che nel 2018 ha approvato la «Basic Hydrogen Strategy» che punta a mettere in strada, entro il 2025, 200 mila auto a idrogeno supportate da una rete di 900 stazioni di rifornimento: oggi sono 102. Nel mondo, nei primi mesi del 2021, si sono vendute 20.168 auto a idrogeno e diventeranno, secondo le proiezioni, 596.225 nel 2028.

 

le emissioni di co2

Ma l' Europa è indietro. Oggi risultano circolanti, o meglio registrate alle motorizzazioni nazionali, 586 vetture in Germania, 265 in Olanda, 220 in Francia, 195 in Norvegia, 188 in Gran Bretagna e 125 in Svizzera. L' Italia è fanalino di coda con 28.

 

Sostituire il fossile, scelta obbligata Nessuno avrebbe mai preso in considerazione di sostituire i carburanti fossili, se non fosse necessario per la salvezza del pianeta: «È la forma di stoccaggio dell' energia migliore che abbiamo», dice Luca Mastropasqua, esperto di idrogeno e senior researcher dell' Advanced Power and Energy Program dell' Università della California a Irvine.

 

Questo anche per i problemi tecnici che sono legati ai combustibili alternativi, come l' idrogeno, la cui produzione è energivora e inquinante (se non si usa il solare e l' eolico) e il cui stoccaggio e trasporto non sono semplici: va mantenuto a 700 bar di pressione o a -218 gradi centigradi.

 

la produzione

«Anche le batterie rappresentano un processo di "energia negativa" - prosegue Mastropasqua -, cioè: ridanno meno energia di quella che serve per ricaricarle. Ma sono più efficienti dell' idrogeno: la loro round trip efficiency è del 90 per cento, quella dell' idrogeno è più bassa. Ci sarà sempre più elettrico che idrogeno: le auto a idrogeno sono e saranno un ramo dell' economia dell' idrogeno, ma una piccola parte di questa economia, che andrà molto al di là del settore del trasporto. Il mercato dell' idrogeno sarà comunque molto ampio e riguarderà il trasporto merci e l' industria pesante: un esempio è il progetto finanziato dal U.S. Department of Energy per l' utilizzo di idrogeno verde nella produzione di acciaio».

 

camion idrogeno 3

L' imperativo è uno solo: «Dovremo diversificare il più possibile per poter sostituire il fossile». Quindi avremo le auto elettriche, quelle a idrogeno e quelle a combustibili rinnovabili. Sempre in California sono in corso, infatti, sperimentazioni su carburanti che nascono da idrogeno, acqua e CO2 (catturata o derivante da processi biologici) attraverso processi chimici e elettrochimici. Sono finanziate con un' incentivo che sale in proporzione a quanto meno carbonio si emette.

 

bmw idrogeno prototipo

Le auto a idrogeno oggi pronte In Italia risultano distribuiti solo due modelli: la Toyota Mirai, da 66.ooo euro, e la Hyundai Nexo, da 69.000. Negli Stati Uniti viene venduta anche la Honda Clarity, solo a noleggio a partire da 379 dollari al mese, dopo un versamento iniziale di 2.878 dollari. Poi tanti annunci e prototipi per Audi, Bmw, Jaguar, Land Rover. E c' è anche chi (Mercedes, Ford, GM) ha per ora messo da parte i progetti avviati a causa dei costi eccessivi, preferendo l' elettrico.

 

Su quattro ruote vince l' elettrico Alla fine, la decisione del Governo Draghi è sbagliata? L' obiettivo dell' Europa è «zero emissioni» nel 2050, quando si stima che il 15/18 per cento dell' energia consumata arriverà dall' idrogeno verde. Ma non varrà la pena usarlo dappertutto: per generare idrogeno serve più energia elettrica di quanta ne dia quello prodotto e in molti campi sarà meglio usare direttamente l' energia elettrica rinnovabile. È il caso delle auto: Bloomberg ha calcolato che un' elettrica di classe media ha bisogno, a ciclo finito, di 25 kWh di energia per percorrere 100 km, la stessa auto a idrogeno ha bisogno di 50 kWh.

camion idrogeno

 

L' idrogeno, invece, diventa vincente nei trasporti pesanti, dove l' autonomia delle batterie arriva fino a un certo punto e costruirne di troppo grandi è sconveniente. Almeno alle conoscenze tecnologiche di oggi.

Ultimi Dagoreport

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)