Roberto Da Rin per www.ilsole24ore.com
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Si chiama default, si pronuncia “ristrutturazione del debito”. L'Argentina ci ricade, stavolta per circa 60 miliardi di dollari. Il governo di Mauricio Macri, uscito pesantemente sconfitto dai peronisti nelle primarie di due settimane fa, si appresta ad affrontare le presidenziali del 27 ottobre con una scelta finanziaria inevitabile, la rinegoziazione del debito, appunto.
Il ministro delle Finanze argentino Hernan Lacunza ha annunciato che il governo rinegozierà il suo debito estero a corto, medio e lungo periodo, «senza tagli di capitale e interessi, ma per ricercare tempi più lunghi che permettano di dare stabilità all'economia, riducano l'inflazione e mettano sotto controllo il cambio con il dollaro». E la Borsa di Buenos Aires ha aperto a -4,7 per cento.
Il peso argentino, va ricordato, ha patito una pesante svalutazione negli ultimi mesi e oggi è attestato a quota 58 rispetto al biglietto verde. Lacunza ha precisato che questo provvedimento riguarda sia il debito pubblico interno sia quello estero, «per il quale saranno consultate le banche per perfezionare le proposte da sottoporre agli investitori». Lo stesso tema, ha aggiunto il ministro, «sarà discusso anche con il Fmi con cui si discuterà un nuovo profilo del rimborso del prestito, senza riduzione del dovuto».
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L'annuncio specifica che la proposta di estensione delle scadenze del debito «riguarderà prima di tutto gli investitori istituzionali, mentre si preserveranno gli interessi degli individui che riceveranno quanto dovuto in capitale nei tempi attualmente previsti».
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I 60 miliardi di dollari caduti in “selective default” sono suddivisi in tre categorie di possessori: “Letras”, ovvero una sorta di BoT, (con scadenza nel 2020), il Fmi (scadenza 2020) e titoli di lungo periodo in mano investitori esteri (scadenza 2020-2023).
Il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha dichiarato che «sta analizzando l’operazione riguardante il debito annunciata dal governo dell'Argentina, per valutarne l'impatto». Lo ha dichiarato il portavoce del Fondo, Gerry Rice. La delegazione tecnica del Fmi, guidata da Roberto Cardarelli, era sbarcata a Buenos Aires tre giorni fa; l’annuncio del governo di Macri è la palese conseguenza delle indicazioni suggerite dal Fondo che dovrebbe sborsare l'ultima tranche di aiuti del pacchetto di 55miliardi di dollari stanziato mesi fa.
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