Michela Allegri per Il Messaggero
Gianfranco LandeLa doccia fredda è arrivata un paio di giorni fa, quando la polizia giudiziaria ha bussato alla porta dei primi indagati della nuova inchiesta che coinvolge molti dei clienti vip del Madoff dei Parioli, Gianfranco Lande.
Gianfranco LandeIn quali, in questo modo, hanno appreso che oltre ad aver perso un patrimonio, dovranno difendersi anche dall'accusa di aver presentato dichiarazioni dei redditi non veritiere. Perché dopo mesi passati a spulciare nelle tasche di chi aveva affidato a Gianfranco Lande i risparmi di una vita, i magistrati di Piazzale Clodio hanno iscritto sul registro degli indagati i nomi di alcuni dei risparmiatori truffati, accusandoli di reati fiscali.
Gianfranco LandeLa beffa è resa ancora più amara dal fatto che, almeno in questa vicenda, i clienti dovranno rispondere di queste accuse proprio accanto all'uomo che ha prosciugato il loro conto in banca, perché Lande è indagato con loro, insieme ai suoi soci Roberto Torregiani e Giampiero Castellacci de Villanova.
Gianfranco Lande al processoTra gli indagati, tredici in tutto, spuntano anche personaggi eccellenti, come l'onorevole Paolo Guzzanti, che a Lande aveva consegnato circa 300mila euro, e Enrico Vanzina, lo sceneggiatore e produttore cinematografico che aveva affidato al Madoff dei Parioli 600mila euro.
LA DIFESA
Il legale del produttore, il penalista Carlo Longari, appare sinceramente sorpreso: «E' davvero difficile spiegare ad un uomo che è stato truffato e che è fermamente convinto di non aver violato nessuna legge, che adesso dovrà difendersi anche lui da un'accusa di questo genere».
Il reato contestata dal pm Mario Palazzi, titolare del fascicolo che ha recentemente chiesto una proroga dell'attività d'indagine, è la violazione dell'articolo 4 del decreto legislativo numero 74 del 2000, cioè "dichiarazione infedele dei redditi": gli indagati potrebbero non aver dichiarato le cifre investite con Lande, mentre i soldi volavano nei paradisi fiscali offshore evitando così la rete del fisco. Oppure, più verosimilmente, sarebbe stato Lande che li avrebbe rassicurati sulla regolarità delle operazioni di "rientro" dei capitali in Italia con lo scudo fiscale, omettendo però di comunicarne l'entità al fisco italiano.
Enrico VanzinaCLIENTI VIP
Nell'elenco degli indagati, spuntano anche i nomi di Pietro Bormioli, docente di chirurgia maxillo-facciale alla Sapienza ed ex primario all'ospedale San Camillo, che con Lande aveva investito circa 361mila euro, e quello di Giovanni Calone, un investitore napoletano con residenza in via degli Scipioni, che ha lasciato al Madoff circa 936mila euro.
Indagato è anche Angelo Schiano, l'avvocato romano finito in manette lo scorso aprile. Schiano, accusato di concorso in bancarotta fraudolenta, era infatti riuscito a mettere al riparo una parte del tesoretto del re della truffa, truffando a sua volta il Madoff dei Parioli: attraverso la cessione di una serie di società schermate si era impossessato di un appartamento di proprietà di Lande, al sesto piano di un palazzo a Grosvenor Square, nell'esclusivo quartiere londinese di Mayfair.
ELENA E PIETRO BORMIOLIL'operazione avrebbe avuto il duplice obiettivo di conservare l'immobile nella disponibilità di Lande e di sottrarlo ai creditori. L'appartamento, ora sequestrato, vale un milione e mezzo di sterline. E sarebbe dovuto finire nelle disponibilità della massa di investitori ingannati e ridotti sul lastrico da Lande, che la scorsa estate è stato condannato in primo grado a nove anni di reclusione.