“DER SPIEGEL”: IL SUICIDIO DELLA VOLKSWAGEN - "VW HA PAGATO IL CONTO DELL’ARROGANZA. MANIE DI GRANDEZZA E IGNORANZA METTONO A REPENTAGLIO IL FUTURO DELL’INDUSTRIA TEDESCA” – “LA CONVINZIONE NELLA PROPRIA INFALLIBILITÀ È AMPIAMENTE DIFFUSA AI PIANI ALTI DELL’INDUSTRIA TEDESCA”

L’analisi non si ferma alla Volkswagen, ma arriva ad abbracciare anche i possibili risvolti per l’industria nazionale. Il made in Germany definito «compromesso». Ma questa volta a dirlo è stato nientemeno che il numero uno della banca centrale, la Bundesbank, Jens Weidmann....

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SPIEGEL. SPIEGEL.

Da il “Corriere della Sera”


(g.str.) «Un congedo dall’arroganza — Manie di grandezza e ignoranza mettono a repentaglio il futuro dell’industria tedesca». È il titolo del nuovo numero dell’editoriale dello «Spiegel», il più conosciuto settimanale tedesco. In copertina, sotto la scritta «il suicidio», viene inscenato il funerale di un maggiolino giallo, con tanto di fiori sopra la vettura e relativo nastro giallo-rosso-nero (i colori della bandiera tedesca) con la scritta «made in Germany».

volkswagen volkswagen

 

«L’arroganza e l’autocompiacimento sono il peggio che ci può succedere»: sono le parole di Martin Winterkorn, l’ex amministratore delegato di Volkswagen, che secondo lo «Spiegel» rappresentano il miglior commento al dramma della casa tedesca. La frase di Winterkorn non è di questi giorni, ma di un anno fa — quando la casa di Wolfsburg correva a pieni giri — in un’intervista proprio al settimanale tedesco.

martin winterkorn amministratore delegato volkswagen martin winterkorn amministratore delegato volkswagen

 

Che prosegue: «Con queste parole Winterkorn voleva descrivere solo un pericolo ipotetico, non riconosceva che il peggio era già successo da tempo». E ancora: «La convinzione nella propria infallibilità è ampiamente diffusa ai piani alti dell’industria tedesca». L’analisi non si ferma alla Volkswagen, ma arriva ad abbracciare anche i possibili risvolti per l’industria nazionale. Il made in Germany definito «compromesso». Ma questa volta a dirlo è stato nientemeno che il numero uno della banca centrale, la Bundesbank, Jens Weidmann.

volkswagen volkswagen

 

 

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