DRAGHI NON ASPETTA LE ELEZIONI: IL CASO MPS E’ “ISOLATO E LEGATO NON TANTO ALLA GESTIONE, QUANTO A CONDOTTE CRIMINALI” (FUORI I NOMI!) - LA “SENTENZA” SENZA APPELLO DI SUPERMARIO A BRUXELLES SOLLECITATA DALLE DOMANDE INCALZANTI DEI NEUROPARLAMENTARI - A FRANCOFORTE AVEVA RIBADITO CHE LA BANKITALIA “HA FATTO TUTTO QUELLO CHE DOVEVA, IN MODO APPROPRIATO E A TEMPO DEBITO” - PER LE BANCHE L’INCUBO ORA E’ IL BOOM DELLE SOFFERENZE…

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Maximilian Cellino per "Il Sole 24 Ore"

MARIO DRAGHI FIRMA LA NUOVA BANCONOTA DA 5 EUROMARIO DRAGHI FIRMA LA NUOVA BANCONOTA DA 5 EURO

Un caso «isolato» e «legato non tanto alla gestione, quanto a condotte criminali». Ieri di fronte al Parlamento europeo Mario Draghi ha preso di nuovo le difese del sistema finanziario italiano scosso dallo scandalo Monte dei Paschi, senza però dimenticare i problemi che tuttora affliggono le banche per il perdurante stato di recessione economica.

Non è la prima volta che il presidente della Banca centrale europea (Bce) interviene, stimolato dalle domande della platea, sul caso che ha coinvolto la banca senese.
Già dieci giorni fa al termine del consiglio direttivo che si era tenuto a Francoforte, Draghi aveva sottolineato che la Banca d'Italia «ha fatto tutto quello che doveva, in modo appropriato e a tempo debito», con un'azione «tempestiva e appropriata, nei limiti del quadro legale».

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Parole ribadite ieri a Bruxelles di fronte alle incalzanti richieste di chiarimento da parte dei Parlamentari: a questi ha ricordato di essere stato lui a suo tempo a iniziare le due ispezioni a Rocca Salimbeni e non ha mancato di citare il documento del Fondo monetario internazionale (Fmi) in cui si afferma che «l'attività di monitoraggio su Mps è stata stretta e la vigilanza è stata incrementata in maniera opportuna».


Questa volta il numero uno dell'Eurotower si è soffermato più in generale anche sullo stato di salute delle banche italiane: ha ricordato che sono «abbondantemente capitalizzate», ma al tempo stesso non ha nascosto la loro vulnerabilità legata alla recessione più profonda delle attese che attanaglia il nostro Paese.

EUROTOWER BCEEUROTOWER BCE

Draghi ha infatti tenuto a isolare due differenti fasi della crisi: nella prima, quella dello scoppio della bufera finanziaria, gli istituti di credito italiani non hanno avuto bisogno di sostegno pubblico «come è avvenuto in altri Paesi».

Si sono anzi rafforzati a livello di capitale seguendo le indicazioni delle autorità regolamentari: «la stessa Mps ha bisogno di una iniezione di capitale a fronte di perdite del portafoglio titoli valutato ai prezzi di fine 2011, quello stesso portafoglio che valutato adesso evidenzia notevoli guadagni in conto capitale», ha avvertito l'ex governatore della Banca d'Italia.

I problemi che stanno incontrando adesso (caso Mps escluso) sono invece una diretta conseguenza della recessione economica, la «fase due» della crisi che ha investito l'Europa. «Il sistema mostra segni di fragilità perché si iniziano a vedere gli effetti dei prestiti in sofferenza o di tassi di interesse tenuti bassi per lungo tempo», ha detto Draghi a proposito delle banche italiane.

PALAZZO KOCHPALAZZO KOCH

Evidente in questo caso il riferimento all'ammontare lordo dei crediti deteriorati che ha raggiunto i 125 miliardi di euro a fine dicembre. Da segnalare infine ieri, sulla vicenda Mps, il duello fra il Codacons e la Banca d'Italia in merito al parere sui Monti Bond da destinare all'istituto senese.

All'associazione dei consumatori, che rileva il mancato deposito del documento presso il Tar, Palazzo Koch ha risposto che, secondo quanto ordinato dal tribunale amministrativo, il compito spetta al Ministero dell'Economia e delle Finanze e non alla Banca d'Italia stessa, e valuta «le opportune iniziative legali, anche in sede penale, da assumere nei confronti di chi ha diffuso le notizie false».

Lo stesso Codacons ha poi ribattuto che «L'ordinanza del Tar è stata notificata anche alla Banca d'Italia, che non solo possiede il documento richiesto dai giudici, ma ne è addirittura l'autore».

 

 

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