EDITORIA IN AGONIA - FINISCE L’AVVENTURA EDITORIALE DI DANILO COPPOLA: IL TRIBUNALE DI MILANO HA DICHIARATO IL FALLIMENTO DI “EDITORI PERLAFINANZA”, SOCIETÀ CHE EDITAVA IL QUOTIDIANO “FINANZA E MERCATI”, IL SETTIMANALE “BORSA E FINANZA” E IL MENSILE “TUTTOFONDI”

La società “Editori Perlafinanza srl” formalmente era controllata da Francesca Garofalo, madre di Coppola - Il concordato preventivo proposto dalla Garofalo era diventato un vero e proprio miraggio e i soldi promessi non erano arrivati - L’onere del concordato prevedeva una copertura del fabbisogno quantificato in 7,5 milioni di euro…

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Andrea Giacobino per www.andreagiacobino.wordpress.com

 

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Adesso l’avventura editoriale dell’immobiliarista Danilo Coppola è proprio finita. Il giudice di Milano Irene Lupo, infatti, ha depositato qualche giorno fa la sentenza n. 55/2015 con cui dichiara il fallimento di Editori Perlafinanza srl, la società formalmente controllata da Francesca Garofalo, madre di Coppola, che editava il quotidiano “Finanza e Mercati”, oltre al settimanale “Borsa e Finanza” e al mensile “Tuttofondi”, tutti prodotti editoriali non più in circolazione dal 2010. Il giudice ha nominato curatore fallimentare Cecilia Giacomazzi e i 22 maggio si terra’ l’udienza per l’esame dello stato passivo.

 

Il fallimento giunge dopo che nei mesi scorsi con una secca missiva di 7 pagine il commissario giudiziale Carlo Bianco e il liquidatore giudiziale Cecilia Giacomazzi, nominati dal tribunale di Milano, avevano comunicato ai creditori di Editori Perlafinanza che il concordato preventivo proposto dalla Garofalo era diventato un vero e proprio miraggio. E che i soldi promessi non erano arrivati.

 

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L’onere del concordato era sulle spalle della signora Garofalo e prevedeva la “cessio honorum” del patrimonio aziendale, con copertura del fabbisogno quantificato in 7,5 milioni di euro, da realizzarsi anche grazie al ricorso all’istituto della transazione fiscale (ex articolo 182 ter della legge fallimentare) e all’apporto di nuova finanza. Per poter così ripagare interamente i creditori prededucibili e privilegiati e rimborsare quelli chirografari al 2,5%. Ma nessuno avrebbe visto un soldo dal concordato, pure omologato dal tribunale di Milano a inizio d’anno.

 

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“Sin dall’inizio della fase esecutiva – scrivono infatti Bianco e Giacomazzi – sono emerse una serie di criticità legate agli inadempimenti dei soggetti coinvolti nella proposta concordataria, preclusive del buon fine del concordato”.

 

Chi è stato inadempiente? Mamma Coppola che doveva intanto apportare nuova finanza per 1,5 milioni e che invece finora ha versato solo 45.000 euro: fra l’altro nemmeno lei direttamente, ma tramite Epf Comunicazioni. Non solo: la Edifem, che pure fa capo alla Garofalo, non ha comprato – com’era scritto nel concordato – la testata “Finanza e Mercati” e Epf Comunicazioni: cosa che avrebbe permesso un incasso di 2,3 milioni.

 

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“Evidentemente – concludono Bianco e Giacomazzi – i molteplici e pressoché totali inadempienti da parte della signora Garofalo implicano l’assoluta impossibilità di esecuzione della procedura”: L’invito finale era rivolto ai creditori perché ciascuno di essi si attivasse per annullare il concordato. Insomma: arrangiatevi. Ora la pietra tombale con la sentenza di fallimento.

 

Sull’intera vicenda avevamo già scritto. E la madre di Coppola aveva tenuto a precisare https://andreagiacobino.wordpress.com/2014/07/04/la-lettera-della-madre-di-coppola-e-la-mia-risposta/

Adesso una sentenza di un tribunale della Repubblica dichiara fallita la società della mamma dell’immobiliarista.

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