Estratto dell’articolo di Manuel Follis per “la Stampa”
Il progetto è firmato Jp Morgan e la data sul documento è recentissima, ottobre 2023. Le linee guida prevedono il conferimento degli asset di Astm all'interno di Autostrade per l'Italia in modo da dare vita a un unico grande soggetto autostradale italiano.
Un'operazione la cui realizzazione avrebbe un coefficiente di difficoltà evidentemente elevato, che sarebbe soggetta a molte variabili e ai via libera di più authority, ma che allo stesso tempo è fortemente suggestiva.
L AZIONARIATO DI AUTOSTRADE PER L ITALIA
Il piano […] prevede come detto il conferimento degli asset di Astm, che potrebbe rappresentare il soggetto industriale a lungo cercato in grado di gestire le infrastrutture italiane. Peraltro, non serve una conferma ufficiale per sapere che quello della famiglia Gavio è il secondo gruppo autostradale del mondo per km gestiti tra Italia e Brasile, già abituato a dialogare con fondi internazionali, visto che a monte della catena di controllo Ardian possiede una quota del 49%.
Come è nato il progetto? Non dal nulla. L'attuale governo sta affrontando una serie di problematiche. Da un lato ci sono le infrastrutture che vanno ristrutturate e messe in sicurezza e dall'altro grandi opere da realizzare […].
Il primo soggetto da cui tutto parte è Aspi, che controlla 3.000 km della rete italiana, la fetta più importante. La società è stata separata da Atlantia (oggi Mundys) perché la ragion di Stato imponeva che dopo la tragedia del ponte Morandi le grandi strade del Paese tornassero sotto il controllo pubblico. Il problema è che essere azionisti di una società autostradale […] è un compito arduo.
[…] servono azionisti vigili, che abbiano consuetudine con le regole del settore, che impieghino tempo e risorse. In più, e questo è un fatto noto, al governo e in Cdp mal digeriscono l'attuale governance, che vede la Cassa al 51% di Aspi con il restante 49% diviso tra i fondi stranieri Macquarie e Blackstone.
L'esecutivo da un lato vorrebbe aumentare notevolmente gli investimenti, ma dall'altro non vorrebbe alzare le tariffe, agendo invece sulla durata delle concessioni e inevitabilmente ritoccando l'attuale politica di dividendi. L'investimento dei fondi stranieri però è stato fatto sulla base di un piano finanziario, peraltro approntato ex novo in fase di trattativa. Uscire da quei binari potrebbe essere legalmente complicato.
È in questo contesto che sono nate le simulazioni sulle operazioni che potrebbero sbloccare la situazione. Punto di partenza: la volontà di trovare un soggetto industriale che abbia l'esperienza e le competenze per guidare le infrastrutture italiane. È sempre in questo contesto che sono uscite settimane fa le ipotesi di coinvolgimento di un gruppo come Dogliani.
roberto tomasi ad di autostrade
I contatti ci sono effettivamente stati, ma nessuno tra gli esperti del settore ha mai creduto che quella potesse essere una soluzione. Era ritenuta più gestibile l'opzione di coinvolgere nuovi azionisti in Aspi, come ad esempio le fondazioni bancarie, ma anche quella strada alla fine si è rivelata non percorribile.
Il progetto Jp Morgan prevede che […] si dia vita a un nuovo colosso del settore. Le ipotesi messe nere su bianco prevedono un azionariato tripartito con quote paritetiche tra il gruppo della famiglia Gavio, Cdp e Blackstone. In base alla simulazione, Macquarie e Ardian (socio di Astm) potrebbero entrambi uscire dalla partita delle autostrade. Come? Con che soldi? Le opzioni sono allo studio ma mancano i valori, mancano molti dettagli, mancano le considerazioni delle authority che sarebbero coinvolte in un'operazione del genere.
Le linee guida però sono queste e circola l'indiscrezione che anche la WeBuild di Pietro Salini si sarebbe proposta come partner […]. Guardandola da lontano, la nuova società avrebbe un nocciolo duro italiano che controllerebbe il 67% delle quote. La considerazione non è secondaria visto che è chiaro che un'operazione del genere potrebbe vedere la luce solo con il via libero definitivo della premier Giorgia Meloni e più in generale di Palazzo Chigi. Ai piani alti del governo più d'uno è a conoscenza di questo progetto e finora non sono stati colti evidenti segnali di opposizione. L'elemento dell'italianità, tanto caro a questo esecutivo, potrebbe essere il fattore chiave per accelerare.
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