Francesco Spini per “la Stampa”
Quanto impiegheranno Netflix e le altre televisioni in streaming come Amazon Prime Video a causare il declino nel consumo della tv lineare, quella coi canali e i relativi palinsesti? Secondo Morgan Stanley la svolta è vicina e dopo l' America ora tocca all' Europa. In Italia al momento Netflix ha una penetrazione stimata attorno al 6%, ma cresce a un ritmo del 3% l' anno. «Questo significa - scrivono gli analisti della banca americana - che la penetrazione raggiungerà la soglia del 20% in 5 anni».
Un livello, questo, che «si è rivelato il punto di non ritorno negli Stati Uniti, che ha coinciso con l' inizio del declino del consumo di televisione lineare dei network televisivi», trascinando al ribasso anche la pubblicità. Ecco, la stessa cosa «ce la aspettiamo in Italia». Morale: come per altri operatori europei (per cui si prevede un calo del 40% degli utili nel quinquennio venturo), Morgan Stanley taglia il prezzo obiettivo anche a Mediaset, passato da 3,80 a 2 euro, con il consiglio di sottopesare il titolo. In Borsa la reazione è pesante, con il Biscione che casca del 4,56%, a quota 2,74 euro.
La ricerca di Morgan Stanley si intitola «Lettera dall' America», proprio perché in Europa, avverte, si sta ripetendo la dinamica già sperimentata dall' altra parte dell' oceano.
Una volta che Netflix entra in una casa, il consumo di tv lineare cade del 16-30%, dice lo studio nelle sue 53 pagine. E nel giro di 5 anni ovunque nel Vecchio Continente la tv guidata da Reed Hastings e le sue simili arriveranno a una penetrazione superiore al 20% col 32% in Germania e il 48% in Gran Bretagna e e Svezia.
Per la banca si può dichiarare finita la crescita della pubblicità, che rappresenta tra il 50 e il 90% dei ricavi delle tv tradizionali. In Germania i titoli pagano caro tali previsioni: ProsiebenSat perde il 7,53%, Rtl il 7,26%. La francese Tf1 limita i danni, cedendo l' 1,53%. Mediaset, in attesa di varare la grande alleanza europea che potrà arginare i danni delle Internet tv, segna nel frattempo un altro punto nella sua battaglia a tutela del copyright contro Dailymotion, il portale controllato al 100% dagli «arcinemici» di Vivendi. Il tribunale di Roma ribadisce che il sito di Bolloré deve «immediatamente rimuovere tutti i filmati del reality show Mediaset "L'Isola dei Famosi"».
Mentre il Biscione assesta l' ennesimo sganassone a Vivendi, i Berlusconi possono archiviare l' effetto del tradimento di Bolloré, che tanto male aveva fatto ai conti della holding nel 2016. L' assemblea della Fininvest approva il risultato consolidato 2017che chiude con un utile da 687,7 milioni di euro (contro il rosso da 120,2 milioni di un anno prima) in buona misura grazie alla plusvalenza da 611,5 milioni per la vendita del Milan. Nel 2017 i ricavi scendono dell'1% a 4,9 miliardi.
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Il debito netto netto si mantiene sostanzialmente stabile a 1,3 miliardi di euro, nonostante 861,8 milioni di investimenti. Senza le poste non ricorrenti il risultato netto si attesta comunque a 80 milioni, rispetto ai 47 milioni di un anno prima. Anche il risultato operativo avanza a 311,5 milioni contro i -188,7 del 2016. In tutto questo i Berlusconi dichiarano finito il digiuno da cedole. La holding distribuirà alla famiglia 91 milioni di euro, pari all' intero risultato netto della Spa - ossia 45,4 milioni di euro -più altri 46 milioni presi dalle riserve.