Gianfrancesco Turano per "l'Espresso"
Massimo Mezzaroma AC SienaFinalmente si è capito che cosa fanno le banche. Nella fase più acuta della crisi sostengono il calcio professionistico. A Madrid aiutano il Real a pagare gli stipendiucci di Cristiano Ronaldo e Mourinho (27,5 milioni di euro netti complessivi all'anno). Ma anche a Siena, nel loro piccolo, non scherzano. Con l'aggiunta che a Siena, secondo i magistrati che indagano sul calcioscommesse, hanno aggiustato 7-8 partite nel torneo 2010-2011, quando il club toscano era in serie B.
MASSIMO MEZZAROMAAl centro dell'intrigo finanziario-sportivo c'è un imprenditore con il destino nel cognome. Si chiama Massimo Mezzaroma, 40 anni, figlio di una signora inglese e del romanissimo costruttore Pietro, nipote del falegname Amerigo che dagli infissi fece il salto nell'edilizia residenziale. I suoi zii si chiamano Gianni e Roberto, razza palazzinara anche loro.
I suoi primi cugini, Marco e Cristina, hanno anche loro a che fare con il calcio, oltre che con le ruspe. Marco, marito dell'ex ministro salernitano Mara Carfagna, è proprietario dell'area sulla Tiberina dove dovrebbe sorgere il nuovo stadio delle Aquile della Ss Lazio. Marco è romanista, come Massimo, e come Massimo ha lavorato a Trigoria quando la Roma era fifty-fifty tra Pietro Mezzaroma e Franco Sensi. Ma la sorella Cristina ha sposato Claudio Lotito, multiproprietario della Lazio e del Salerno calcio, e il business ha preso il sopravvento.
claudio lotito e moglie cristina - Copyright PizziNeppure Massimo, del resto, è un tifoso del Siena. Anche nel suo caso sono gli affari che l'hanno portato nella città del Palio e del Monte dei Paschi (Mps), la banca che ha in mano le sorti dello sport senese, dal football alla Mens Sana, la squadra dominante del basket italiano. Prima di lui, c'era un altro romano, Giovanni Lombardi Stronati della Credsec.
Dopo di lui ci potrebbe essere una cordata ancora più esotica tra un olandese del Suriname, l'ex milanista Clarence Seedorf, e il milanese Luca Magnoni, figlio del finanziere della Sopaf Giorgio e manager della Sopaf lui stesso. L'accoppiata Seedorf-Magnoni, già alla guida del Monza calcio, ha preso contatti con chi di dovere. Quindi non con Mezzaroma ma con il Mps dove l'aria è parecchio cambiata rispetto al gennaio 2010, quando il costruttore ha preso il club bianconero.
Due anni e mezzo fa il regista del passaggio del Siena da Lombardi Stronati a Mezzaroma è stato Giuseppe Mussari, al tempo presidente di Mps e attuale numero uno dell'Abi, la confindustria delle banche italiane. Lombardi Stronati era diventato persona non grata a Rocca Salimbeni, la sede della banca. Troppi problemi con il fisco e una richiesta di arresto pendente in Cassazione, poi annullata. Mezzaroma, per parte sua, aveva rapporti complicati con Alessandro Profumo di Unicredit, il principale finanziatore della sua capogruppo Impreme. Profumo, già alle prese con la patata bollente dell'As Roma, vedeva l'Impreme come una delle tante partite difficili ereditate dall'incorporazione della Capitalia di Cesare Geronzi.
Cesare GeronziIl banchiere di Marino aveva Giulio Andreotti come protettore e Pietro Mezzaroma come cliente. Il Gei Ar dell'Eur, andreottiano anche lui, con il vanto di non avere finito le elementari, nel 1996 diede il seguente annuncio ai suoi fratelli Gianni e Roberto: "Aò, c'è 'na novità. Semo falliti". Adesso, a 77 anni, non ha più ruoli operativi. Ma due anni e mezzo fa, nel Siena c'era anche lui. Perché nell'operazione calcio si giocava il futuro del gruppo. Comprando la squadra, il gruppo Impreme si è trasferito con mutui e bagagli da Unicredit al Montepaschi. Il valore complessivo dell'operazione supera i 200 milioni di euro per una holding che, nel consolidato 2010, presenta un patrimonio netto di 66 milioni e un indebitamento finanziario netto di 300 milioni di euro.
Il peso maggiore, il più indigesto, è l'operazione immobiliare di Parco Talenti, nella zona nord di Roma. Partito con grandi ambizioni, il progetto è finito nel pantano della recessione con prezzi fuori mercato e case invendute. Oltre a Parco Talenti, la banca senese ha un'ipoteca da 90 milioni sul centro commerciale Appio 1 e altri 20 milioni di leasing immobiliari con Impreme. Mps Capital Services, inoltre, è in societa con Mezzaroma per un'altra iniziativa nella zona di piazza Navigatori all'Eur.
alessandro-profumoFormalmente, Impreme e Siena calcio procedono in parallelo e non hanno nulla a che fare tra loro sotto il profilo societario. Il club è controllato all'83,8 per cento dalla Senio, divisa in quattro parti uguali tra i fratelli Mezzaroma, cioè Massimo e le tre sorelle Barbara (39 anni), Valentina (35 anni), avvenente vicepresidente, e Alessandra (33 anni). Le quattro quote sono in pegno al Mps. Tra i soci di minoranza ci sono piccoli immobiliaristi della zona, tutti creditori del Monte Paschi, i costruttori Parri, qualche cooperativa rossa, ma anche la Btp di Riccardo Fusi, e la Navigator di Gregorio Gitti, socio nella Sator di Matteo Arpe e genero di Giovanni Bazoli.
L'ingresso di Mezzaroma nel Siena è stato interamente spesato dal Montepaschi con circa 40 milioni di euro, tra i debiti della gestione precedente e un finanziamento fino al 2019. A questa somma vanno aggiunti gli 8 milioni di euro all'anno di sponsorizzazione.
Non è ancora finita perché alla fine del 2011, Mezzaroma ha annunciato di volere portare a termine un'operazione sul marchio.
È un giro di soldi sulla carta che serve a puntellare i conti. L'hanno fatto tutti, la fa anche lui. Il marchio Siena calcio sarà valutato e girato a una società costituita apposta, la B&W communication. Nella B&W ci sono sempre i Mezzaroma, stavolta con una società del gruppo Impreme, insieme ad altri due soci: un dirigente del Siena, Davide Buccioni, e Fabrizio Sacco. Entrambi sono residenti a Rocca Salimbeni, la sede della banca.
La cessione del marchio con riaffitto dovrebbe fruttare altri 25-30 milioni di proventi straordinari ma non è detto che sarà Massimo Mezzaroma a gestirli. L'inchiesta sulle scommesse della Procura di Cremona, che gli ha procurato una perquisizione, è una minaccia reale. Dopo le accuse degli ex calciatori Filippo Carobbio e Carlo Gervasoni, il club toscano rischia una penalizzazione pesante, se non la retrocessione in serie B. Sarebbe una mazzata sul conto economico, con almeno 20 milioni di diritti televisivi in meno.
MARA CARFAGNA E MARCO MEZZAROMAInsomma, tra deficit e calcioscommesse i rapporti tra Mezzaroma e il Montepaschi non sono più quelli di due anni e mezzo fa. Mussari se n'è andato a cercare gloria politica a Roma e, nei corsi e ricorsi bancari, il costruttore romano si ritrova sulla testa Profumo come presidente del Mps. Il nuovo direttore generale del Monte, Fabrizio Viola, vuole razionalizzare il settore contributi sportivi. In tempi di crisi, è sempre più difficile giustificare perdite come quelle dell'ultimo bilancio del Siena calcio, chiuso con un rosso di 20 milioni di euro.
Viola arriva dalla Banca popolare dell'Emilia Romagna (Bper), dove era amministratore delegato. Ancora una volta, rapporti d'affari maturati altrove potrebbero indirizzare il futuro del club toscano. Durante la gestione Viola, la Bper ha comprato Meliorbanca quando Giorgio Magnoni era consigliere e azionista. I maligni dicono che i Magnoni non hanno soldi da investire nel calcio. È facile rispondere che questo non è un problema. Almeno non a Siena, dove i soldi per lo sport li mette sempre la banca.