MELA BACATA - LA COMMISSIONE EUROPEA VUOLE IMPORRE ALLA APPLE DI CONSENTIRE IL “SIDELOADING”, OVVERO LA POSSIBILITÀ DI INSTALLARE APP DA FONTI ESTERNE E DIVERSE DA QUELLE UFFICIALI – “L’APERTURA DELLO STORE POTREBBE ESPORRE IPHONE E IPAD A MAGGIORI RISCHI, SU IOS NON C' È L' ANTIVIRUS PERCHÉ NON SERVE” – IL SISTEMA CHIUSO È UNA GARANZIA PER LA SICUREZZA MA VIENE SPESSO VISSUTO COME UNA RESTRIZIONE DA ALCUNI SVILUPPATORI DI APP...

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Raffaele d' Ettorre per "il Messaggero"

                     

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Per gli utenti di smartphone la scelta fino a ieri era chiara, con due ideologie diverse a darsi battaglia nello scontro sul mercato dei consumatori: la libertà di Android contro la sicurezza di Apple. Oggi questa dicotomia rischia di venir meno con il Digital Market Act in discussione alla Commissione Europea, che tra le altre cose imporrebbe ad Apple di consentire il sideloading, cioè la possibilità di installare app da fonti esterne e diverse da quelle ufficiali, cioè l' App Store.

 

Una pratica che, se in Android è consentita da sempre, in casa Apple è una novità assoluta.

 

apple privacy apple privacy

«L' apertura dello Store potrebbe potenzialmente esporre iPhone e iPad a maggiori rischi», dichiara Stefano Fratepietro, ceo di Tesla Consulting ed esperto in cybersecurity. «Se ci facciamo caso, su iOS non c' è l' antivirus, semplicemente perché non serve. Con il sideloading salta in aria un castello che la Apple ha mantenuto e difeso per anni. Tanti altri store meno ufficiali», prosegue, «sono pieni di software piratati ed applicazioni malevole spacciate per il nuovo gioco di turno».

 

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Quello del sistema chiuso è una garanzia per la sicurezza ma viene spesso vissuto come una restrizione da alcuni sviluppatori di app, tanto che lo scorso maggio Epic Games (lo studio ideatore del popolare videogame Fortnite) ha portato l' azienda di Cupertino in tribunale nel tentativo di mettere in discussione le commissioni che Apple trattiene sui pagamenti all' interno delle app.

 

Sarà guerra ideologica dunque, perché in discussione c' è l' essenza stessa di Apple così come immaginata tantissimi anni fa da Steve Jobs. Ma sarà anche guerra economica.

APPLE STORE APPLE STORE

 

GLI INTROITI

«Dietro questa battaglia c' è una doppia motivazione, sia di sicurezza che economica», continua Fratepietro. «Aprendo a terze parti, Cook perderebbe tantissimi introiti. Pensiamo al caso Fortnite, a quanto Epic incassava dall' App Store e a quanto ha guadagnato Apple con le commissioni». Se dovesse passare il Digital Market Act, secondo Apple gli utenti rischiano di perdere una fetta importante di libertà: «Il sideloading elimina la possibilità di scelta», ha recentemente dichiarato l' ingegnere capo di Apple Erik Neuenschwander in un' intervista per la rivista americana Fast Company. «Gli utenti che vogliono accesso diretto alle applicazioni», prosegue, «possono farlo usando altre piattaforme. Con iOS invece hanno la sicurezza di non essere trascinati per qualche sentiero oscuro dove si troveranno tra le mani una app che non intendevano neanche installare».

 

IL DIVARIO

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Con il via libera al sideloading, Apple prevede un futuro in cui gli utenti dovranno costantemente guardarsi le spalle, stando attenti alle truffe e senza potersi più fidare di nulla. Lo stesso ceo dell' azienda, Tim Cook, ha recentemente sottolineato come Android abbia un numero di malware superiore di 47 volte rispetto ad iOS, e come questo divario sia dovuto proprio alle app di terze parti. In realtà i numeri riportati dal ceo Apple hanno come base statistica il 2019, mentre il Threat Intelligence Report di Nokia per il 2020 mostra una situazione diversa: la rilevazione di malware su Android è scesa dal 47 al 26.6%, mentre quella su iPhone è passata dallo 0,85% all' 1.72%. Si tratta ancora di un divario importante, ma l' avvicinamento è evidente e il sideloading potrebbe portare ad un appiattimento della curva. «Esistono siti in cui, in cambio di soldi, vengono rese note le vulnerabilità che poi possono essere utilizzate per accedere agli smartphone», continua Fratepietro, «Le vulnerabilità più pagate paradossalmente non sono quelle di Apple, ma quelle di Android».

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Un' affermazione che sembrerebbe contraddire quella di Cook, ma Fratepietro precisa che «Android ha meno vulnerabilità di iOS, ed è per questo che sul mercato nero le prime pagano di più. Su Android basta che un utente lanci un' app sospetta per esporsi pericolosamente a un virus. Mentre su iOS i virus vengono installati in maniera molto silente, senza richiedere cioè interventi da parte dell' utente. Se installi un software crackato da store non ufficiali, come oggi possono fare tutti con Android, al 99% hai installato anche un virus». Ecco spiegato il divario in termini di sicurezza tra i due sistemi. Ed ecco perché il sideloading, al di là delle motivazioni economiche, rappresenterà una sfida complessa per il gigante di Cupertino.

 

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