Marco Ferrando per “Il Sole 24 Ore”
GIOVANNI BAZOLI SI RIPOSA FOTO LAPRESSE
Intesa Sanpaolo si adegua alle richieste dei regolatori e ritocca il duale, ridefinendo lo spazio d'azione dei due consigli. In particolare esplicita quello della Sorveglianza, attribuendo chiaramente non solo l'indirizzo, il controllo e la supervisione sulle strategie, ma anche il compito di definirle. Dal canto suo, il Consiglio di Gestione, per il quale è comunque prevista la facoltà di formulare delle proposte rispetto agli indirizzi programmatici della banca, conserva la funzione esecutiva.
Secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, le ipotesi di modifica allo statuto (in particolare gli articoli 13-26) sono state approvate dal Consiglio di Gestione e soprattutto dalla Sorveglianza a fine luglio, nell'ultima seduta prima della pausa estiva. Dopo il voto dei board sono state subito inviate alla Banca d'Italia, che da allora ha 90 giorni di tempo per approvarle: se, come probabile, arriverà il via libera della Vigilanza, i consigli potranno ratificare le modifiche e Intesa Sanpaolo si troverà con il proprio statuto conforme alle normative non solo dei regolatori nazionali ma anche di quelli europei (in particolare, le modifiche recepiscono quanto richiesto dalla direttiva Crd IV) entro il primo novembre, cioè quando scatterà la Vigilanza unica europea.
Trattandosi di adeguamento a una disposizione normativa, per la modifica dello statuto non occorre il voto in assemblea ma basta quello della Sorveglianza: a sostegno di questa tesi, la banca ha anche depositato un parere di Piergaetano Marchetti.
La nuova riforma dello statuto, che arriva a meno di due anni da quella che – questa volta con il voto dell'assemblea – aveva visto introdurre tre manager nel Consiglio di Gestione e la cancellazione delle commissioni interne, chiuderebbe la prima fase di revisione del duale. Nelle prossime settimane, invece, dovrebbe partire la seconda, con l'analisi più dettagliata dell'attuale sistema di governance: con ogni probabilità verrà costituita una commissione ad hoc, che avrà il compito di valutare non solo come ha funzionato il duale di Intesa Sanpaolo nei suoi primi sette anni di vita, ma anche di vagliare un eventuale passaggio al monistico.
«L'attuale sistema di governance ha dato molti vantaggi ma vogliamo verificare se modificandolo può darne di più», aveva dichiarato ancora a inizio maggio il presidente del Consiglio di Sorveglianza, Giovanni Bazoli, e – a quanto si apprende – un messaggio analogo è stato ribadito al board presentando le modifiche a fine luglio; in ogni caso, obiettivo del vertice sarebbe quello di approdare a un'eventuale proposta di riforma più ampia entro il 2016, in modo da consentirne l'entrata in vigore con il rinnovo dei vertici.
Il tema della governance, d'altronde, era stato uno dei punti all'attenzione di Via Nazionale nel corso dell'ultima ispezione condotta su Intesa Sanpaolo. Il 4 giugno scorso, davanti ai due consigli della banca riuniti a Torino, il capo della Vigilanza, Carmelo Barbagallo aveva letto il verbale conclusivo dell'ispezione condotta sull'istituto, in cui – accanto a una promozione a pieni voti sulla gestione del credito del gruppo insieme alla situazione patrimoniale – si invitava a uno snellimento della governance e a un efficientamento della struttura all'estero e sul versante dei rischi.
Anche per questo motivo, si apprende, nella riforma approvata a fine luglio, si è introdotto un nuovo comitato rischi all'interno della Sorveglianza. Per quanto riguarda invece i rapporti tra i due consigli, la norma di riferimento è la circolare 285 della Banca d'Italia, che nella sua ultima formulazione aggiornata a maggio dopo una lunga consultazione, prevede che «siano chiaramente individuati e distinti i compiti e le responsabilità dei due organi»: la Sorveglianza è «chiamata deliberare sugli indirizzi di carattere strategico della banca e a verificarne nel continuo l'attuazione», mentre la Gestione è «responsabile dell'attuazione degli indirizzi strategici e della gestione aziendale».
Rinviato, per ora, il nodo della composizione dei consigli. La stessa circolare prevede che per le banche con sistema duale il tetto sia di 22 consiglieri in totale (lo statuto di Intesa ne prevede fino a 32): chi supera la soglia deve motivare la propria scelta e rimetterla al vaglio della Vigilanza, ma – come detto – la questione non è stata ancora affrontata.
@marcoferrando77