Paolo Baroni per la Stampa
Airbnb, Homeway e tutti gli agenti immobiliari associati alla Fiaip hanno deciso di dare buca al Fisco definendo «inapplicabili» le norme che introducono la cedolare secca del 21% sugli affitti brevi. Il risultato è che alla scadenza di lunedì scorso nessuno di loro ha versato un euro di tasse mettendo a rischio gli 80 milioni di euro di extragettito previsti per quest' anno e destinati a salire a 140 il prossimo.
All' Agenzia delle Entrate non commentano questa scelta e si limitano a ricordare che l' entrata in vigore della «tassa Airbnb» a partire da giugno, col primo versamento fissato per il 16 del mese successivo, era nota da tempo e che tutto è stato fatto secondo la legge. Detto ciò alle Entrate ricordano anche che al sostituto d' imposta che non opera la ritenuta viene applicata una sanzione pari al 20% dell' importo dovuto, più gli interessi, mentre il mancato versamento delle trattenute già operate fa salire la sanzione al 30%.
Airbnb non spiega se anche il prossimo 16 agosto si comporterà allo stesso modo, di certo anche a luglio tutti i proprietari che utilizzano questa piattaforma, gli «host», si sono visti liquidare l' intero importo degli affitti, senza trattenute. «Posizione inqualificabile e inammissibile - protesta Federalberghi -. Un conto è chiedere qualche giorno per mettersi in regola, ma se invece questa è una dichiarazione di guerra allo Stato ci aspettiamo che lo Stato risponda nell' unico modo possibile: un accertamento urgente per stanare gli evasori e sanzionarli in modo esemplare».
Lapidario il commento del presidente della Commissione bilancio della Camera Francesco Boccia, ovvero il padre della «tassa Airbnb»: «Ne risponderanno alle autorità competenti». «Mi piacerebbe sapere cosa gli accadrebbe se negli Usa non pagassero le imposte dovute - aggiunge -. Forse non hanno capito che l' equità fiscale è un valore globale che va sempre rispettato. In ogni caso ci sono le leggi e le autorità preposte a farle rispettare».
La questione però non investe solo un gigante come Airbnb, che in Italia opera con ben 120 mila host e visti i tempi tanto ristretti non era in grado di raccogliere tutti i dati fiscali richiesti dalla nuova legge, ma interessa anche gli agenti immobiliari, 42 mila solo quelli associati alla Fiaip.
Spiega il loro presidente, Paolo Righi: «Metà dei nostri associati riscuote gli affitti, ma si tratta nel 90% dei casi di imprese a conduzione familiare che fanno gestire all' esterno la loro contabilità. Non gli si può chiedere di punto in bianco di diventare dei sostituiti d' imposta e per questo avevamo chiesto 90 giorni di proroga: in fin dei conti ci si chiede di collaborare con lo Stato per ridurre l' evasione, ci dovrebbero venire incontro».
Nessuno sinora gli ha risposto e per ora Righi conta di «arrivare a settembre» facendo saltare 3 mesi di versamenti. «Serve più tempo e bisogna disporre di indicazioni chiare», sostenevano Airbnb, Homeway e Fiaip in un comunicato diffuso lunedì sera. Lamentando in particolare il ritardo con cui ll' Agenzia delle Entrate ha diffuso le istruzioni operative («sono arrivate appena due giorni lavorativi dalla prima scadenza del primo pagamento») e l' assenza dei «chiarimenti auspicati».
Ora - conclude la nota a tre - confidiamo che si possa aprire un confronto serio su accordi caso per caso, nel rispetto delle diversità del mercato e degli operatori, a beneficio di chi ospita, chi viaggia e del settore turistico nel suo complesso».