Carlo Alberto Carnevale Maffé per “la Repubblica - Affari & Finanza”
Il tempo, lo spazio, il potere. L'offerta di Kkr per Tim è una ponderata mossa strategica all'incrocio di queste tre dimensioni e lascia intendere un disegno che porterà a una profonda evoluzione dello scenario, industriale e istituzionale, delle infrastrutture digitali del Paese. Non c'era un momento migliore per un fondo d'investimento come Kkr, che ha già investito lo scorso anno 1,8 miliardi insieme a Tim per acquisire il 37,5% di FiberCop, joint venture infrastrutturale con Fastweb.
Dopo aver avuto modo di studiare dall'interno il mercato italiano della connettività, Kkr coglie oggi l'occasione storica del grande piano di trasformazione digitale incardinato nel Pnrr e negli obiettivi del Digital Compass 2030 deliberati dalla Commissione Europea. Entro il 2026 sono previsti 49,8 miliardi di investimenti diretti in digitalizzazione, nel quadro complessivo di Recovery Plan, React EU e fondi complementari.
I progetti che includono componenti di telecomunicazioni sono decine, e vanno dal piano Italia 1 giga e Italia 5G (5,9 miliardi) a Industria 4.0 (18,5), al piano Cloud Italia (1,9) e Open Radio Access Network (1,5), ai progetti su Digital Health Care (7 miliardi), Smart City, Smart Roads, Green Ports, Cyber Security, Agri-tech, Connected Schools. Puntare ad affiancare questo straordinario ciclo di investimenti pubblici con un'iniezione di capitali privati in cerca di rendimenti di medio- lungo termine è un'occasione decisamente imperdibile, e una buona notizia per tutto il Paese, come ha ammesso lo stesso governo.
Dopo la pandemia, l'area economica potenziale delle telecomunicazioni di nuova generazione si è notevolmente ampliata. Le reti ultraveloci sono diventate una general purpose technology, come le definisce lo stesso Pnrr, in grado di innescare guadagni di produttività e di crescita su larga scala in tutti i settori dell'economia. Per il mercato delle tlc, il peggio sembra alle spalle e le prospettivedimedio termine sono particolarmente attrattive, a condizione di poter effettuare gli investimenti.
I prezzi retail dei servizi di tlc in Italia sono oggi tra i più bassi dell'Eurozona, e sono scesi in 10 anni del doppio rispetto alla media europea (meno 32,5% contro meno 16,5%), e addirittura di quasi il quadruplo negli ultimi cinque anni. In questi ultimi anni, i prezzi delle telecomunicazioni sono stati i più penalizzati rispetto alle altre utilities: dal 2010 a oggi, le tariffe dell'acqua (a gestione pubblica) sono cresciute del 75,4% e quelle dell'energia elettrica del 39,3%.
LA FOTOGRAFIA DI TIM - AZIONISTI E SITUAZIONE FINANZIARIA
I prezzi delle telecomunicazioni - esposti, al contrario degli altri, a vivace concorrenza - sono scesi nello stesso periodo del 31,9%. Più specificamente, i prezzi della banda larga sono diminuiti del 25% e quelli dei servizi di telefonia mobile del 32,6%.
La spirale deflazionistica del mercato tlc sembra ora arrestata, e stanno arrivando offerte premium che puntano a livelli di servizio maggiori in cambio di tariffe più consistenti, segnale che la propensione per la qualità della connettività è cambiata, anche a causa dell'esperienza maturata durante l'emergenza pandemica.
Nel frattempo, a fronte di una domanda di telefonia mobile sostanzialmente satura, il mercato delle linee fisse a banda larga, che cresceva al blando ritmo di circa500 mila utenze all'anno, ha accelerato di sei volte e ora promette di aggiungere circa 3 milioni di nuovi utenti nel 2021. Nel segmento retail, oltre alla domanda di connettività a banda ultralarga, si aprono poi nuovi spazi per la convergenza con il mercato media, nella sostituzione di satellite e digitale terrestre della distribuzione di contenuti di intrattenimento, dallo sport alle serie tv.
Nel business la trasformazione digitale dei processi produttivi e distributivi, oltre alla necessità di garantire la sicurezza informatica, spinge le imprese e professionisti verso i servizi cloud e le applicazioni a valore aggiunto. Roma, Bruxelles, Washington. Il comunicato di Kkr punta a ottenere il consenso degli stakeholder chiave.
Con Draghi al governo, la partita su reti e cloud non è più solo nazionale, ma europea e atlantica. Il provincialismo della politica italiana sul tema non inganni: il coro sovranista contro l'invasione straniera è stonato, esiziale e perfino un po' patetico. Kkr ha management di altissima sensibilità e competenza geopolitica. Il presidente, David Petraeus, è stato direttore della Cia e comandante in capo delle forze della coalizione in Afghanistan, dove ha guidato anche il contingente italiano.
Draghi, insieme a Vittorio Colao, ha affidato la gara per il cloud nazionale a una società del ministero della Difesa. Tutelare la sicurezza delle infrastrutture digitali non è una richiesta accidentale di peones parlamentari, ma una condizione strategica posta all'origine dell'intero progetto di Kkr, in sintonia - non certo in contrasto - con la visione del governo e della Commissione Europea.
Il risultato più plausibile, dopo il delisting del titolo e la necessaria ristrutturazione societaria e organizzativa, sarà lo scorporo delle attività retail e degli asset brasiliani, la cui governance potrà essere a sua volta oggetto di scambio con Vivendi.
La deintegrazione verticale di Tim, condizione esplicitamente richiesta da Bruxelles, consentirà di definire il perimetro infrastrutturale per la fusione con OpenFiber, con la creazione di un attore wholesale only, sul modello di Terna e Snam Rete Gas, con una significativa presenza di Cdp a garanzia della governance pubblica, affiancata da importanti quote di Kkr eMacquarie comeinvestitori istituzionali di lungo periodo, ma aperta al mercato.
La nuova società della rete riceverà in eredità un bel carico di debito e di personale in eccesso, i cui costi saranno trasferiti prima sul mercato wholesale e poi scaricati a valle sui prezzi a famiglie e imprese. E così tutti e tre gli obiettivi enunciati da Draghi a fronte della proposta di Kkr - occupazione, sicurezza, sviluppo delle infrastrutture - saranno salvaguardati. Tutto quasi casualmente perfetto