LA SVIZZERA NON CI DA UN (GROSSO) TAGLIO - MENTRE LA BCE PROGRAMMA LO STOP ALLE BANCONOTE DA 500 EURO, LE PREFERITE DA TRAFFICANTI E RICICLATORI, LA SVIZZERA NON CI PENSA NEMMENO A ELIMINARE QUELLE DA 1.000 FRANCHI, LE PIU’ “RICCHE” DEL MONDO

La Svizzera resta aggrappata al “formicone”: su 400 milioni di banconote in circolazione, quasi 42 milioni (per 42 miliardi di franchi di valore), cioè il 10,3%, sono biglietti da mille franchi. Gli elvetici hanno l’abitudine di pagare tutto in contanti…

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Edoardo Cavadini per “Libero Quotidiano

 

MILLE FRANCHI MILLE FRANCHI

Lo scorso 4 maggio il direttivo della Banca centrale europea ha tirato una riga: entro la fine del 2018 non verranno più stampate le "viole", come sono chiamate in gergo le banconote da 500 euro. Il taglio più pesante del conio continentale, quello che, secondo Roberto Saviano, identifica quasi automaticamente il possessore con un criminale incallito, quando non con un mafioso.

 

MILLE FRANCHI MILLE FRANCHI

La moneta più sporca. Eliminando la quale, è la tesi della vulgata legalista più estrema, si darà una spallata decisiva alla lotta all' evasione e al riciclaggio. Dal cuore dell' Europa si alza però una voce dissonante.

 

Il governo federale svizzero ha infatti detto chiaro e tondo che non intende seguire il vento di Bruxelles: gli elvetici potranno tranquillamente continuare a utilizzare i biglietti da mille franchi, che corrispondono a novecento euro e spiccioli, e ne fanno la banconota più "ricca" del mondo (quella da10mila dollari di Hong Kong è fuori produzione dal 2014).

BANCA CENTRALE SVIZZERA BANCA CENTRALE SVIZZERA

 

Bella roba, la Svizzera non fa parte dell' Unione europea e quello che dice il governatore Draghi non ha valore di legge come per noi. Vero, ma è la tempistica dell' annuncio di Berna a far riflettere. L' amministrazione federale è infatti intervenuta in risposta a un' interpellanza della consigliera socialista bernese Margret Kiener Nellen che chiedeva di adeguarsi al nuovo orientamento europeo.

 

caveau banca svizzera caveau banca svizzera

Quello che ha risposto è istruttivo alle nostre latitudini. Il governo ha premesso di essere «consapevole del rischio che i contanti possano essere oggetto di abuso per scopi criminali, come il finanziamento del terrorismo», ha però ribadito che «la Svizzera possiede una cultura marcata dell' utilizzo di contanti.

 

Ciò è dimostrato ad esempio dall' utilizzo di banconote di grosso taglio per pagamenti allo sportello della Posta o dalla possibilità di pagamento contro fatturazione a fornitori via Internet». Chi ha un po' di dimestichezza con lo scudo crociato sa che in terra elvetica pagare in contanti è pratica diffusissima.

500 EURO 500 EURO

 

Ovvio, la gente non circola con mazzette da migliaia di franchi per fare la spesa, ma l' utilizzo delle banconote quando si fanno acquisti di un certo peso non è vista con sospetto. In contanti si pagano vacanze estive, orologi, persino automobili.

 

Per questa ragione presentarsi allo sportello della propria banca per prelevare somme ingenti è perfettamente normale e infatti nonostante le pressioni del Gruppo di azione finanziaria, i gendarmi fiscali che agiscono per conto dell' Ocse, la Svizzera non ha applicato un limite al ritiro di contanti ma un obbligo di segnalazione per importi superiori a centomila franchi.

DRAGHI 500 EURO DRAGHI 500 EURO

 

Quindi ben venga la circolazione di tagli grossi. Lo testimoniano i dati relativi al 2015 della Banca nazionale svizzera: su 400 milioni di banconote in circolazione, quasi 42 milioni (per 42 miliardi di franchi di valore), cioè il 10,3%, sono biglietti da mille franchi. Non pochi, considerando che la medesima diffusione hanno i biglietti da 200 e 50 franchi, rispettivamente l' 11,7 e il 12% del totale circolante.

 

Inoltre il "formicone", come è chiamato dal disegno che aveva stampato negli anni Settanta, ha conosciuto un vero boom nell' ultimo decennio: dal 2000 a oggi, il numero di queste banconote è raddoppiato.

MARIO DRAGHI IN AUDIZIONE ALLA CAMERA MARIO DRAGHI IN AUDIZIONE ALLA CAMERA

 

I motivi sono diversi. L' abitudine, come detto, ma anche la necessità - durante gli anni della crisi più forte dopo i crac americani - di incrementare le riserve di valore in casa o nelle cassette di sicurezza: oro o franchi sono beni rifugio apprezzati, ma i secondi sono più comodi, perché occupano meno spazio.

 

Mario Draghi Mario Draghi

Adesso la corsa ai grossi tagli è spinta dallo spauracchio dei tassi negativi innescato dalla Bce: le banche potrebbero scaricare gli extra-costi generati dalla liquidità che hanno in pancia sulla clientela, aumentando le commissioni sui depositi. Il prelievo diventa l' unica arma di autodifesa per il consumatore.

 

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