L’INCHIESTA “FINCEN FILES” STRAPPA IL VELO SULLE GRANDI BANCHE MONDIALE E I LORO TRAFFICI PER RICICLARE DENARO SPORCO: IN TOTALE I BONIFICI SOSPETTI SCOPERTI VALGONO PIÙ DI 2000 MILIARDI DI DOLLARI DI CUI 1300 GESTITE SOLO DA DEUTSCHE BANK – NELLE CARTE COMPAIONO OLIGARCHI RUSSI E PERSONAGGI VICINI A TRUMP. NON CI SONO ISTITUTI ITALIANI MA IL NOSTRO PAESE È COINVOLTO: ORAFI DI AREZZO, IMPRESE PETROLIFERE LIGURI E AZIENDE LOMBARDE DI MATERIALI FERROSI – IL MISTERO DEL TESORO NASCOSTO DEL KAZAKO ABLYAZOV, MARITO DI ALMA SHALABAYEVA (VE LI RICORDATE?) – E LE BORSE MONDIALI TRACOLLANO

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Paolo Biondani e Leo Sisti per “l’Espresso”

 

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«Trasferimenti bancari sospetti» per cifre enormi: più di duemila miliardi di dollari. Fiumi di denaro sporco, incanalati da società offshore, fiduciari-prestanome e banche compiacenti, che hanno arricchito oligarchi russi amici di Putin, uomini di Trump, evasori europei, dittatori africani e asiatici, politici sudamericani, trafficanti di droga e armi, criminali di ogni risma. Con tesori nascosti nei paradisi fiscali, che ora portano anche in Italia. Mentre in tutto il mondo gli Stati nazionali perdono tasse e hanno sempre meno soldi per finanziare ospedali, scuole e servizi essenziali per i cittadini.

 

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Fincen Files è il nome in codice di una grande inchiesta giornalistica internazionale sulle centrali mondiali del riciclaggio di denaro sporco, che l'Espresso pubblica a partire da oggi in esclusiva per l'Italia. Si fonda su documenti riservati del Tesoro americano, ottenuti da BuzzFeed News e condivisi con il Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi (Icij): oltre 2.100 rapporti elaborati dal Fincen (Financial crimes enforcement network), l’agenzia anti-riciclaggio degli Stati Uniti, dal 2000 al 2017.

 

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In codice si parla di Sar (Suspicious activity report): segnalazioni di attività sospette. In sedici mesi di lavoro, oltre 400 giornalisti di 88 nazioni hanno potuto analizzare bonifici sospetti per un totale di ben 2.099 miliardi di dollari. Un troncone dell'inchiesta riguarda Danske Bank, la banca danese al centro di uno scandalo di riciclaggio da oltre 200 miliardi di euro: qui è l'Espresso ad aver procurato i documenti al consorzio.

 

Le cifre complessive dei Fincen Files sono impressionanti: solo Deutsche Bank ha gestito operazioni di sospetto riciclaggio per circa 1.300 miliardi di dollari. La banca tedesca è al primo posto per numero di segnalazioni, che riguardano soprattutto il decennio d'oro della finanza offshore, quando il colosso era guidato dallo svizzero Josef Ackermann, licenziato nel 2012 dopo svariati scandali.

 

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A seguire, nella classifica dei Fincen Files, compaiono Jp Morgan Chase (514 miliardi), Standard Chartered (166 miliardi), Bank of New York Mellon (64 miliardi) e decine di altri istituti con cifre minori. Nelle carte spuntano anche conti bancari italiani, che interessano soprattutto orafi di Arezzo, imprese petrolifere liguri e aziende lombarde di materiali ferrosi.

 

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Nei Fincen Files più delicati compaiono tutti i miliardari russi più vicini al presidente Vladimir Putin, come Arkady, Igor e Boris Rotenberg, collegati a operazioni di sospetto riciclaggio per miliardi di dollari, che loro smentiscono. Le carte americane mostrano che una parte di questi soldi è finita in Italia, per comprare ville da favola e alberghi di lusso. Ma altri bonifici milionari, finora sconosciuti, hanno beneficiato personaggi legati a Donald Trump, come Michal Flynn, l'ex ministro che si è dimesso per il Russiagate, Paul Manafort, primo stratega della campagna elettorale del 2016, poi condannato per frode fiscale, e altri uomini del presidente. Tutte le persone menzionate negli articoli sono state informate in anticipo di quanto emerso e hanno avuto diritto di replica.

 

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Tra centinaia di affari scottanti, diverse storie interessano l'Italia. Come la scoperta di un tesoro nascosto nei paradisi fiscali dall'ex banchiere kazako Mukhtar Ablyazov, il marito di Alma Shalabayeva: la signora, presentata come moglie di «un dissidente», «perseguitato politico» dal corrotto regime asiatico, nel 2013 riuscì a far annullare la sua espulsione dall'Italia, che aveva scatenato un'ondata di polemiche contro la polizia italiana, l'allora ministro Angelino Alfano, l'Eni che lavora in Kazakhstan, l'intero governo presieduto da Enrico Letta.

 

ALMA SHALABAYEVA ALMA SHALABAYEVA

Ora i Fincen Files documentano che Ablyazov, già condannato in Kazakhstan per aver svuotato le casse della banca Bta, ma di fatto libero e rifugiato a Parigi, ha trasferito più di 600 milioni di dollari all'estero, utilizzando società offshore mai dichiarate. Decine di questi milioni sono stati reinvestiti negli Stati Uniti, attraverso un uomo d'affari americano che ha lavorato per decenni con Trump in grandi operazioni immobiliari. Venti giorni fa il consorzio ha inviato una lunga lista di domande a tutti gli interessati: da Ablyazov e da sua figlia Madina, per ora, nessuna risposta.

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I Fincen Files descrivono trasferimenti segreti di denaro che coinvolgono tutto il mondo e spesso rivelano verità inconfessabili. Traffici di armi da guerra tra Russia, Israele e Azerbaijan. Fedelissimi del presidente turco Erdogan che riciclano miliardi di dollari a favore dell'Iran. Politici ucraini che svuotano le casse di società minerarie statali, mentre i minatori muoiono a decine per crolli provocati da attrezzature fatiscenti. Droghe chimiche che fanno strage di giovani in Europa e Stati Uniti, mentre narcotrafficanti e spacciatori spostano soldi nei paradisi fiscali con un clic sul telefonino.

 

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Al centro dell'inchiesta c'è soprattutto il ruolo delle grandi banche internazionali. Ai quesiti aperti dall'inchiesta giornalistica, tutte rispondono di aver sempre rispettato sempre la legge. Anzi, precisano che sono proprio i loro organi di controllo a denunciare al Fincen i casi di riciclaggio. I documenti del Tesoro però illuminano anche il lato oscuro del sistema finanziario. Banche che lanciano l'allarme sui bonifici più anomali, ma non li fermano. O si svegliano con anni di ritardo, quando scoppia uno scandalo e i tesori sono ormai spariti. E colossi bancari costretti a risarcire centinaia di milioni, o miliardi, dopo aver ammesso di riciclato per anni soldi sporchi di mafiosi, terroristi, evasori e criminali di ogni tipo. Il riciclaggio di denaro sporco, secondo gli esperti consultati dal consorzio, potrà essere frenato solo mettendo al bando in tutto il mondo le cosiddette offshore: società di comodo che non pagano le tasse e permettono ai titolari di restare anonimi.

 

BANCHE OMBRA RICICLAGGIO SU HSBC E STANDARD CHARTARED

hsbc hong kong hsbc hong kong

(ANSA) - L'ombra del riciclaggio torna a scuotere il settore bancario e in particolare quello della City con Hsbc e Standard Chartered, entrambe quotate ad Hong Kong che sono finite a minimi da 25 anni sulle indiscrezioni di un coinvolgimento per oltre vent''anni, in operazioni con fondi illeciti.

 

A innescare il tutto un indagine dell'International Consortium of Investigative Journalists, la stessa rete di giornalisti che rivelò i Panama Papers e che ha citato documenti ufficiali, secondo cui in particolare Hsbc "ha tratto profitti da fondi illeciti negli ultimi due decenni". Sulla base dei documenti trapelati ottenuti da BuzzFeed News in alcuni casi le banche, riporta Bloomberg continuavano a spostare fondi illeciti nonostante l'avvertimento da parte dei funzionari statunitensi. I documenti hanno identificato più di 2000 miliardi di dollari di transazioni tra il 1999 e il 2017.

 

Le forti multe ad Hsbc e Standard Chartered nel 2012 hanno aiutato stimolare le segnalazioni di attività sospette, spiega il rapporto dell'International Consortium of Investigative Journalists. Deutsche Bank, ad esempio ha rivelato 1,3 miliardi di dollari di soldi sospetti.

standard chartered standard chartered

 

Barclays è tra gli altri istituti ad aver segnalato attività sospette "Cerchiamo di lavorare attivamente con le forze dell'ordine su aree prioritarie e, nei casi a rischio più elevato, abbiamo limitato o abbandonato i clienti", sottolinea Standard Chartered in merito alle indiscrezione riportate dai media legate a segnalazioni di attività sospette depositate presso la U.S Financial Crimes Enforcement Network.

 

"Presentiamo le segnalazioni quando le circostanze lo giustificano e ciò significa che i nostri sistemi di controllo e monitoraggio funzionano come previsto", aggiunge la banca indicando che "l'invio di una comunicazione di attività sospette non significa che ci sia stata un'attività criminale".

RICICLAGGIO DENARO SPORCO RICICLAGGIO DENARO SPORCO

 

"La realtà è che ci saranno sempre tentativi di riciclare il denaro e di eludere le sanzioni e la responsabilità delle banche è quella di costruire programmi di screening e di monitoraggio efficaci per proteggere il sistema finanziario globale" aggiunge Standard Chartered.

 

L'istituto ha quasi 2.000 dipendenti in tutto il mondo che si dedicano alla prevenzione, all'individuazione e alla segnalazione di transazioni sospette. Lo scorso anno ha monitorato più di 1,2 miliardi transazioni per potenziali attività sospette. A pesare su Hsbc c'è anche il rischio che il governo cinese inserisca a la banca nella sua lista di "entità inaffidabili". Secondo il cinese Global Times questo esporrebbe Hsbc a sanzioni fino a includere il divieto di investire in Cina. Ad irritare Pechino sarebbe stata la partecipazione della banca all'indagine americana su Huawei.

 

BORSA: GIÙ HSBC E STANDARD CHARTERED SU SOSPETTI ILLECITI

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(ANSA) - Forte calo in Borsa per Hsbc (-4,8%) e Standard Chartered (-5,1%) a Londra, dopo la pubblicazione da parte dell'International Consortium of Investigative Journalists, lo stesso che rivelò i Panama Paper, di documenti del Financial Crimes Enforcement Network del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti (FinCen) su transazioni sospette di denaro di società con sede in paradisi fiscali. Il sospetto sarebbe quello del riciclaggio e le due banche. Nell'elenco , secondo quanto si apprende, non risultano coinvolti istituti di credito italiani. A catena lo scossone colpisce tutto il settore bancario che cede in Borsa.

 

SCANDALO DA 2.000 MILIARDI DOLLARI. NON CI SONO ISTITUTI ITALIANI

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(di Marcella Merlo) (ANSA) - L'ombra riciclaggio investe le grandi banche globali. Un' inchiesta dell'International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ) , lo stesso che fece deflagrare lo scandalo dei paradisi fiscali noto come Panama Papers, ha portato alla luce del sole, in collaborazione con BuzzFeed News, 2.100 segnalazioni di attività sospette alle autorità statunitensi effettuate tra il 1999 e il 2017: si tratta di circa 2.000 miliardi di dollari in transazioni segnalate come possibile riciclaggio di denaro o altre attività criminali.

 

La marea di documenti coinvolge in 170 paesi i peggiori soggetti, da gruppo criminali a narcotrafficanti, da oligarchi a organizzazioni terroristiche. A essere coinvolte, per maggior numero di operazioni, sono i colossi del credito Deutsche Bank , Bank of New York Mellon, Standard Chartered, Jp Morgan e Hsbc e non manca seppur con importi più ridotti la francese Socgen mentre per valore delle attività è la banca tedesca a guadagnare il non invidiabile primato per l'ammontare di soldi sospetti. Nella lista delle banche, presenti in tutto il mondo, non compaiono istituti italiani.

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Ma questo non ha evitato che le vendite, partite dalla borsa di Hong Kong dove Hsbc ha perso il 5,2% per poi soffrire anche a Londra (-5,3%) si siano estesi su tutti i titoli bancari, compresi quelli quotati a Piazza Affari come Unicredit (-6,1%). Dai documenti sulle attività sospette depositate dalle stesse banche internazionali, molte della quali americane, alla divisione Financial Crimes Enforcement Network (FinCEN) del Dipartimento del Tesoro Usa, è emerso che in alcuni casi i gruppi bancari hanno continuato a spostare fondi illeciti nonostante le dure sanzioni comminate dagli Stati Uniti.

 

Shalabayeva passaporto Shalabayeva passaporto

Tra questi ci sono Hsbc, Standard Chartered (-6,1% alla Borsa di Hong Kong, -5,8% a Londra) e Bank of New York Mellon. Per quanto riguarda Hsbc in particolare il crollo sulla piazza asiatica è legato anche al rischio che il governo cinese stia per inserire la banca nella lista di 'entità inaffidabili' col rischio di sanzioni fino a includere il divieto di investire in Cina e il divieto al suo personale di entrare nel paese.

 

"Cerchiamo di lavorare attivamente con le forze dell'ordine su aree prioritarie e, nei casi a rischio più elevato, abbiamo limitato o abbandonato i clienti", sottolinea invece Standard Chartered in merito alle indiscrezione riportate dai media legate a segnalazioni di attività sospette depositate presso la U.S Financial Crimes Enforcement Network. In Europa, dove alla fine l'indice Eutostoxx delle banche ha lasciato sul terreno il 5,4%, in un lunedi' nero per i listini legato all'espandersi del covid e dei lockdown estesi ad ampie zone dei Paesi, a partire dalla Francia, la peggiore è stata proprio la Socgen (-7,7%) nella piazza finanziaria di Parigi.

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Ma la chiusura in profondo rosso è per tutte le principali Borse europee. La peggiore è stata Francoforte (-4,37%) a 12.542 punti, seguita da Parigi (-3,74%) a 4.792 punti, Madrid (-3,43%) a 6.692 punti e Londra (-3,38%) a 5.804 punti. A risollevare il morale degli investitori non è bastato neanche l'intervento della presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde all'Assemblea parlamentare franco-tedesca. Le vendite hanno piegato nel corso della seduta, per poi farsi meno pesanti, anche Ing (-2,8%) dopo che un quotidiano polacco ha scritto di centinaia di milioni di dollari di denaro russo e ucraino riciclati attraverso Ing Bank Slaski e trasferiti in paradisi fiscali come Cipro almeno fino al 2016.

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