L’ASSEMBLEA DEI SOCI DI INTESA SANPAOLO HA APPROVATO IL BILANCIO E DATO IL VIA LIBERA ALL’AUMENTO DI CAPITALE DA 2,6 MILIARDI PER L’OFFERTA PUBBLICA DI SCAMBIO SU UBI
«OPERAZIONE UBI PIÙ VALIDA CHE MAI» LA RICAPITALIZZAZIONE APPROVATA È DI 2,6 MILIARDI AI PREZZI ATTUALI DI BORSA
Gli azionisti di Intesa Sanpaolo danno il via libera in assemblea all' offerta pubblica di acquisto (Ops) su Ubi e si attrezzano a confrontarsi con la resistenza dei soci di riferimento dell' istituto bergamasco. L' Ops, secondo quanto annunciato ieri dall' ad della Ca' de Sass Carlo Messina sarà valida anche solo con l' adesione del 50% più un' azione del capitale di Ubi e non, come inizialmente previsto, con l' adesione dei due terzi del capitale del gruppo guidato da Victor Massiah.
Il raggiungimento della maggioranza di blocco di Ubi potrebbe essere un orizzonte non così scontato da raggiungere per l' istituto milanese considerando l' opposizione dei pattisti del gruppo bergamasco (e in particolare del Car al 18,76% e del Patto dei Mille all' 1,6%), complessivamente vicini al 30% del capitale. In Piazza Affari Intesa Sanpaolo ha chiuso la seduta in rialzo del 3,8% a 1,4 euro.
«Grazie al sostegno dei nostri azionisti proseguiamo con maggiore convinzione nell' Ops promossa nei confronti di Ubi» ha commentato Messina che si propone di creare «un campione italiano leader a livello continentale, in grado di generare ulteriori benefici per tutti gli stakeholder e per i territori di elezione di Ubi». A votare a favore dell' operazione è stato il 51,22% del capitale, ovvero il 98,04% del capitale presente in assemblea avvenuta, come ormai da prassi in tempi di coronavirus, a porte chiuse e chiamata a deliberare anche il bilancio 2019.
Gli azionisti hanno quindi delegato il cda a deliberare, entro il fine anno, un aumento di capitale fino a 1,945 miliardi di azioni ordinarie della Ca' de Sass a servizio dell' Ops, pari ai prezzi attuali a un aumento di capitale di 2,6 miliardi. L' offerta (1,7 azioni Intesa di nuova emissione per ogni titolo Ubi), al lancio dell' operazione a metà febbraio valutava il gruppo bergamasco 4,9 miliardi (0,6 volte il patrimonio netto), oggi dopo lo tsunami che ha attraversato i mercati, poco più della metà.
Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, ad, e Giovanni Bazoli, presidente onorario
Ad oggi, con i numeri noti, il goodwill negativo (costi di avviamento) per la Ca' de Sass sarebbe di 4 miliardi rispetto ai 2,2 preventivati sui valori di mercato di metà febbraio.
Messina è poi voluto tornare a ribadire come per Ubi l' Ops, nel contesto generato dall' epidemia, rappresenti «una prospettiva ancor più rilevante» grazie alla «elevata patrimonializzazione, robusta copertura dei crediti deteriorati, dimensione, diversificazione e capacità di investimento assumono ora ulteriore valore».
Al di là dei termini economici dell' offerta, il manager ha sottolineato di aver previsto per il territorio di Ubi «dieci miliardi di credito aggiuntivi, senza alcuna revoca dei fidi concessi», ha promesso «la valorizzazione del personale di Ubi che manterrà piena autonomia nell' erogazione del credito a livello locale» e infine ha garantito «il rafforzamento di queste aree grazie all' assunzione di 2500 giovani».
Oltre ad allettare il personale, Messina ha sottolineato la volontà «di portare la nostra capacità di remunerare gli azionisti in maniera significativa e sostenibile con dividendi distribuiti pari a 13,5 miliardi in cinque anni senza considerare i 3,4 miliardi di dividendi a valere sull' utile 2019 la cui distribuzione è stata sospesa fino a ottobre» in seguito alle indicazioni della Bce.
Grazie ai 19 miliardi di eccedenza di capitale, Intesa Sanpaolo sarà tra le banche, nei prossimi mesi, potranno tornare a staccare la cedola che rappresenta un sostegno per gli azionisti privati e «un cruciale supporto per le 26 fondazioni azioniste» ancor di più nell' attuale scenario di mercato.
E proprio per l' emergenza Covid19, la banca ha messo a disposizione 50 miliardi di nuovo credito. Nei primi tre mesi del 2020, come affermato da Messina «le erogazioni a medio lungo termine, a sostengo degli investimenti, di famiglie e imprese in Italia nei primi tre mesi dell' anno, sono state pari a 14 miliardi di euro».