IL DOLORE AL COLLO E IL MAL DI TESTA VI PERSEGUITANO? COLPA DELLE POSTAZIONI DI LAVORO IMPROVVISATE IMPOSTE DALLO SMART WORKING – PER EVITARE UNA DOLOROSA CONTRATTURA MUSCOLARE BISOGNA PENSARE ALL'ALTEZZA DEL TAVOLO, ALLA SEDIA, AL POSIZIONAMENTO DEL COMPUTER: MAI SEDERSI SUL DIVANO O RIMANERE A LETTO E RICORDATE DI ALZARVI OGNI ORA – GLI ESERCIZI PER IL COLLO E I CONSIGLI PER MANTENERE UNA BUONA POSTURA…
Giampiero Valenza per "il Messaggero"
Si lavora seduti al tavolo del soggiorno, alla scrivania dei figli o, peggio ancora, stravaccati sul divano. Lo smart working, che dura da un anno a causa della pandemia di Covid-19, ha costretto molti a improvvisate postazioni di lavoro. Il primo a pagare il conto delle ore a testa china sulla tastiera è il collo. Parliamo, in particolare, degli ammortizzatori della colonna cervicale, i dischi intervertebrali, che sono per ore sotto pressione. Condizione capace di scatenare una dolorosa contrattura muscolare. Lungo tutta la colonna. E, se a fine serata, ci troviamo a fare i conti anche con un invalidante mal di testa non possiamo dare la colpa solo al superlavoro e allo stress. Potrebbe infatti essere la posizione sbagliata con il collo sempre più rigido.
LA CEFALEA La responsabilità, appunto, potrebbe essere tutta del nostro modo di sederci (posizione non ergonomica). Questa è la conseguenza di una sorta di effetto domino che tocca persino i muscoli che si trovano sotto il cuoio capelluto. Può generare una sensazione di compressione e contribuire così allo sviluppo della cefalea. Lavorare a casa deve ormai tenere conto anche dell'altezza del tavolo, della sedia, del posizionamento del computer.
Se si vogliono evitare dolori a volte anche invalidanti. «Lo smart working sembra aver lavorato contro quello che finora è stato fatto perché, sul posto di lavoro, ci fossero tutti gli elementi per non danneggiare muscoli, articolazioni e vista. Per la prima volta l'homo sapiens si trova a fronteggiare una condizione che lo immobilizza», commenta Stefano Respizzi, direttore del Dipartimento di riabilitazione e recupero funzionale dell'Istituto clinico Humanitas di Rozzano (Milano). Quindi, cosa si può fare per affrontare i fastidi al collo causati dallo smart working?
IL CUSCINO Qualche trucco c'è. La prima regola è di iniziare a riprodurre a casa una postazione che possa essere simile a quella dell'ufficio, con un computer posto in alto e una sedia che sia un buon sostegno. Mai, però, il luogo di lavoro può essere sostituito dal divano. Peggio ancora, se si pensa di stare tutto il tempo con il portatile sdraiati sul letto tra i cuscini e le coperte. «Per la schiena e per il collo, se non si ha una sedia giusta, si può optare per quel sedile a forma di pallone, il Bobath, che ha 65 centimetri di diametro. Restare seduti su qualcosa di instabile sicuramente può aiutare a mantenere la schiena dritta», aggiunge Respizzi suggerendo la palla che viene comunemente usata negli esercizi della fisioterapia.
Ma c'è anche una ginnastica da collo che si può fare tutti i giorni. «Suggerisco di diffidare di ciò che c'è su internet se non da fonte valida, anche perché il paziente può non capire da solo cosa fare e come farlo bene prosegue il fisiatra - Suggerisco ogni ora di alzarsi, di camminare un po' in casa e di fare alcuni movimenti del collo: in avanti verso il petto, indietro verso la schiena e ruotando la testa verso le spalle. Sono azioni che si possono ripetere una decina di volte e che possono aiutare».
Se mentre si fa l'esercizio il collo scrocchia e fa quel clic che mette paura, non c'è da preoccuparsi. «Il rumore può inquietare ma non è niente di grave: si formano delle bolle nelle articolazioni», dice Respizzi. Un'altra pratica scorretta che può far male al collo, che capita non solo durante il lavoro in casa ma anche in ufficio, è di poggiare il telefono tra spalla e collo e fare lunghe telefonate con una postura che sembra quasi da contorsionista. Questa il fisiatra la boccia senza mezzi termini. Ma anche qui, i trucchi ci sono e vengono dalla tecnologia: si possono usare o il vivavoce o l'auricolare. Altra bocciatura, poi, è per il collarino: un sostegno di quel genere non serve.
LA FORZA «Indossarlo vorrebbe dire peggiorare la situazione perché si ridurrebbe ulteriormente la forza muscolare spiega lo specialista di Humanitas - Il collare serve solo per un colpo di frusta o per una grave patologia della colonna». Ma se il dolore al collo persiste e non si attenua con il riposo, quando si avvertono formicolii, bruciori e dolori anche alle braccia e in maniera continuativa meglio chiedere il parere del medico.
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