agnelli perez ceferin laporta superlega

"IL PROGETTO NON È FALLITO, IL CALCIO EUROPEO HA UN DISPERATO BISOGNO DI RIFORME" - È STATO PRESENTATO IL PROGETTO DELLA NUOVA SUPERLEGA: LE NOVITÀ SONO L'ELIMINAZIONE DEI MEMBRI PERMANENTI, SQUADRE QUALIFICATE IN BASE AI RISULTATI OTTENUTI NEI CAMPIONATI E UN GIRONE ALFA A 20 E UN SECONDO GRUPPO SEMPRE A 20 CON PROMOZIONI E RETROCESSIONI - ANDREA AGNELLI RISPONDE ALLE STOCCATE DI CEFERIN: "PUÒ UN ORGANO MONOPOLISTICO GUIDARE UN SETTORE COME QUELLO DEL FOOTBALL? PENSO DI NO…"

Stefano Boldrini per “il Messaggero”

 

superlega

Ci risiamo con la Superlega: un nuovo progetto, una formula più aperta con nessun membro permanente, squadre qualificate in base ai risultati ottenuti nei campionati, un girone alfa a 20 e un secondo gruppo sempre a 20, meccanismo di promozioni e retrocessioni, ma la sostanza non cambia.

 

Cambia invece il terreno dello scontro: Juventus, Real Madrid e Barcellona, i club al fronte di questo ennesimo tentativo di scardinare l'attuale sistema del calcio, intendono rivolgersi al Consiglio di Giustizia dell'Unione, sede in Lussemburgo e, tra i suoi compiti, quello di controllare la legittimità delle istituzioni continentali. Una sfida a tutto campo, che coinvolge la politica europea in un momento delicato come quello attuale.

 

superlega

IL SUMMIT

La miccia è stata accesa ieri a Londra, nel corso di un movimentato summit del football, organizzato dal Financial Times. Le indiscrezioni sul nuovo look della Superlega sono arrivate nell'immediata vigilia dell'evento e, immediatamente, sono partite le prime reazioni.

 

Su tutte, quella del presidente dell'Uefa, Alexsander Ceferin, determinante per il ritorno in Italia di Roberto De Zerbi e del suo staff dall'inferno di Kiev: «I club sono liberi di creare un loro torneo, ma non si aspettino di giocare in quelli Uefa. Hanno usato prima la pandemia, ora la guerra per giustificare il loro progetto. Vivono in un mondo parallelo».

Aleksander Ceferin

 

Javier Tebas, presidente della Liga, in gioventù delegato provinciale dei giovani di Fuerza Nueva partito di estrema destra e curriculum calcistico diviso tra successi e qualche ombra, ha usato un'espressione colorita: «I club della Superlega mentono come Putin».

 

andrea agnelli

REPLICA DURA

La replica di Andrea Agnelli, intervenuto in serata, è stata altrettanto dura: «Il progetto non è fallito, i club hanno firmato un contratto tuttora vincolante. Il calcio europeo ha un disperato bisogno di riforme. Può un organo monopolistico guidare un settore come quello del football? Penso proprio di no. I problemi del settore sono sotto gli occhi di tutti, le cifre dei bilanci parlano chiaro. Sosterrò una governance indipendente e aspetto che il Consiglio di giustizia esprima un parere sull'attuale organismo. Quanto alle parole di Tebas, non commento».

 

I DODICI CLUB

superlega

Il progetto del 2021 della Superlega aveva coinvolto in origine 12 club, sei dei quali inglesi. Dopo le reazioni furibondi dei tifosi, le sei squadre si ritirarono nel giro di 48 ore. Il primo a chiamarsi fuori fu il Chelsea, poi, a ruota, tutti gli altri: Manchester United, Manchester City, Liverpool, Arsenal e Tottenham. I dirigenti furono costretti a scusarsi con i fans.

 

Secondo l'amministratore delegato della Premier, Richard Masters, si tratta di una rinuncia definitiva: «Non ho mai visto il calcio unito come in quei giorni. Il progetto è rientrato ed è stato cancellato definitivamente». Non tutti la pensano però come Masters: l'ex difensore Gary Neville, oggi influente opinionista tv, la Superlega tornerà.

 

superlega

I dirigenti che la reclamano vogliono più soldi e pensano solo a quelli. Il calcio per loro è secondario. Anche un ex ministro dello sport, Tracey Crouch, condivide questi timori: «Il potenziale d'interesse da parte dei club inglesi non è tramontato». Gli inglesi sarebbero quindi pronti a rientrare in partita: Juventus, Real Madrid e Barcellona al fronte, i signori della Premier a coprire le spalle.

Ultimi Dagoreport

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…