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“INTORNO A NOI PIOVEVANO BOMBE” – L’EX ALLENATORE DELLA ROMA PAULO FONSECA È RIUSCITO A LASCIARE KIEV E A RAGGIUNGERE LISBONA, DOPO ALCUNI GIORNI VISSUTI SOTTO I BOMBARDAMENTI: "NON HO PAROLE PER DESCRIVERE QUELLO CHE HO VISTO. IL VIAGGIO PER LASCIARE L’UCRAINA È STATO DIFFICILE, SEMPRE CON LA SENSAZIONE DI PERICOLO. C'ERANO CODE OVUNQUE, NON C'ERANO NÉ CIBO NÉ BENZINA NELLE AREE DI SERVIZIO"

Enrico Chillè per leggo.it

 

paulo fonseca

Paulo Fonseca e la sua famiglia finalmente al sicuro. L'ex allenatore della Roma, che si trovava a Kiev, è riuscito a lasciare l'Ucraina e a raggiungere Lisbona, dopo alcuni giorni vissuti sotto i bombardamenti. «Pensavamo di partire giovedì mattina, siamo stati sorpresi dalle bombe che cadevano vicino a noi», ha spiegato il tecnico portoghese in una conferenza stampa tenuta all'aeroporto della capitale lusitana.

 

Paulo Fonseca, insieme alla moglie Ekaterina, è riuscito ad atterrare a Lisbona e ha raccontato alla stampa la terribile situazione vissuta. Colti di sorpresa dall'attacco russo, il tecnico portoghese e sua moglie, giornalista ucraina, hanno passato anche due notti in un rifugio sotterraneo.

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«Avevamo in programma di raggiungere la Svizzera in aereo alle 10 di giovedì, ma alle 4 del mattino abbiamo sentito le bombe cadere su Kiev. È stato il momento più difficile, siamo stati presi dal panico, abbiamo preso le nostre borse, siamo usciti in strada, abbiamo cercato di lasciare Kiev in quel momento, ma c'era troppo traffico sulla strada principale» - ha spiegato Fonseca - «Da lì, siamo andati all'hotel del presidente dello Shakhtar Donetsk, insieme allo staff e ai giocatori del club. Ci siamo sentiti molto spaventati dalle bombe che cadevano vicino a noi. Non avevamo alcun dubbio che la guerra fosse iniziata».

 

 

Paulo Fonseca, però, ora che è al sicuro continua a pensare a chi ha scelto di rimanere in Ucraina per difendere il paese. «Non ho parole per descriverlo. Stanno soffrendo molto e combattendo duramente per difendere la patria. Il presidente, Volodymyr Zelenskyy, è il primo.

 

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C'era una lista enorme di persone che volevano entrare in Ucraina per aiutare l'esercito. Ci sono numerosi personaggi pubblici che si sono arruolati per combattere» - il commento del tecnico portoghese, che ha allenato la Roma dal 2019 al 2021 - «Sarà difficile per queste persone, ma credo che abbiano già vinto questa guerra. Abbiamo molti amici che si sono arruolati e stanno difendendo l'Ucraina. I nostri amici stanno bene, al fronte. Siamo molto preoccupati per loro».

 

Il viaggio verso il Portogallo è stato complicato, dal punto di vista logistico ma, anche e soprattutto, per le sensazioni vissute dall'allenatore portoghese. «Il viaggio è stato difficile, abbiamo visto colonne militari, ci siamo fermati una o due volte e abbiamo sentito sirene, aerei che passavano...» - ha raccontato Paulo Fonseca - «Il viaggio è stato molto lungo, quasi senza sosta praticamente, sempre con la sensazione di pericolo. Questa è stato la cosa peggiore. C'erano code ovunque, non c'erano né cibo né benzina nelle aree di servizio»

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