leclerc

CHARLES LECLERC,GIOIELLINO FERRARI – CRESCIUTO NELL’ACADEMY DI MARANELLO DEBUTTA IN F1 CON L’ALFA E SE FARA’ BENE NEL 2019 POTREBBE SOSTITUIRE RAIKKONEN SULLA ROSSA - DI LUI SI PARLA COME IL NUOVO VERSTAPPEN, MA IL PILOTA DI MONTECARLO NON VUOLE PARAGONI: "NON POTREI MAI ESSERE UN NUOVO HAMILTON…” - VIDEO

 

Daniele Sparisci per il Corriere della Sera

 

leclerc

 

Vent' anni e lo sguardo da veterano, Charles Leclerc è il gioiellino del vivaio Ferrari: nato nel Principato di Monaco, ha studiato all' Academy di Maranello e l' Italia ce l' ha nel cuore. Anche la fidanzata è di origini napoletane. Di lui si parla come il nuovo Verstappen: ha vinto il Mondiale di Formula 2 al debutto, in un test con la Ferrari ha girato più veloce di Sebastian Vettel. Fu lo sfortunato Jules Bianchi a segnalarlo al Cavallino quando era un ragazzino, ora Charles guida l' Alfa-Sauber. E se farà bene potrebbe essere lui nel 2019 il sostituto di Kimi Raikkonen sulla Rossa. Ma il cammino in F1 è appena cominciato.

 

Ha debuttato nelle peggiori condizioni possibili, fra neve e gelo, ma sembra contento. Possibile?

«Sì, perché sono felicissimo di essere arrivato in F1. Il mio sogno è diventato realtà».

Ora però iniziano esami durissimi, quali obiettivi si è dato al primo anno?

«Studiare e imparare in fretta: la macchina, il lavoro con gli ingegneri, qui è tutto diverso».

 

Che cosa cambia?

charles leclerc

«Per esempio, quando sei in un meeting devi sapere sempre a chi fare la domanda giusta. Sembra scontato ma vi assicuro che non lo è. La conoscenza consente di guadagnare tempo durante i week end di gara».

Nato e cresciuto a Montecarlo con il Gp nel salotto.Chissà quanti ricordi

«Tanti, a quattro anni ero da un amico che aveva un appartamento proprio dopo la prima curva. Noi giocavamo con le macchinine in balcone, sotto sfrecciavano quelle di F1.

Eravamo bambini felici».

 

Chi era il suo idolo?

«Mio padre era una pilota (di Formula 3, ndr ) e non si perdeva un Gp. Io seguivo sempre quella macchina rossa di cui mi ero innamorato da subito. Mi piaceva Kimi (Raikkonen, ndr ), ma soprattutto la Ferrari. A prescindere da chi c' era su».

E poi in Ferrari lei è arrivato davvero facendo tutta la gavetta. Che cosa prova adesso?

«Orgoglio. L' Academy è stata utilissima per la mia carriera. Lì impari ad allenare il fisico e la mente, ti eserciti con il simulatore. Ti insegnano a dare feedback alle vetture, dettagli a cui un pilota di solito non pensa».

 

Perché le gare si vincono anche usando con la testa. Dicono che lei sia bravissimo nella gestione: è un dono naturale o allena anche il cervello?

«No, niente doni naturali. Conta il lavoro: a 11 anni già ero concentrato sull' aspetto mentale con Formula Medicine, poi ho proseguito nell' Academy. Nel motorsport la cosa più importante è avere la testa a posto. Credo che sia una delle mie forze, prima era il punto debole».

charles leclerc

Quando ha capito che voleva fare il pilota?

«Subito. A quattro anni dopo un giro sui kart. Tornando dalla pista l' ho detto a papà.

Ma solo alla fine del 2011 ho capito che il sogno sarebbe potuto diventare realtà quando Nicolas (Todt, il manager: è il figlio del presidente della Fia, ndr ) mi ha preso. Perché mio padre non aveva più soldi per finanziare la mia carriera».

 

Hamilton, Vettel o Verstappen? Chi sono i suoi riferimenti?

«Nessuno, anche se rispetto tutti. Voglio solo concentrarmi su me stesso e lavorare sulle mie debolezze. Non potrei mai essere un nuovo Hamilton o un nuovo qualcun altro. Voglio essere Charles Leclerc nella migliore versione possibile».

Oltre a correre in macchina che cosa fa?

«Adoro il tennis. Da tre settimane sto provando il padel e mi piace tantissimo. E poi nuoto e gioco a golf».

 

Ha studiato la storia dell' Alfa Romeo?

«Sì, mi sto impegnando. È incredibile quanto sia amata: non pensavo avesse così tanti tifosi nel mondo. Mi fermano per strada e mi dicono: "Forza Charles, forza Alfa"».

Si sente un po' italiano?

«Sì, certo. Sono cresciuto in Italia. Le migliori piste di kart, i migliori team sono da voi.

leclerc

Ho trascorso l' 80 per cento dell' adolescenza nel vostro Paese».

Il primo sogno si è avverato. Il secondo qual è?

«Vincere il Mondiale, con la Ferrari».

 

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…