MBAPPÉ, M’ALIMORTE’: LA FRANCIA BATTE 2-1 LA DANIMARCA CON UNA DOPPIETTA DELL’ATTACCANTE DEL PSG ED È LA PRIMA A VOLARE AGLI OTTAVI - PER I DANESI INUTILE IL MOMENTANEO PARI DI CHRISTENSEN – IL CT DESCHAMPS HA AVUTO CONFERMA CHE LA FRANCIA È SOLIDA, TCHOUAMENI STA SALENDO DI COLPI E RABIOT, ERRORI DIFENSIVI A PARTE, HA LA PERSONALITÀ VISTA SOLO DI RECENTE ALLA JUVE. I CAMBI IN DIFESA, CON KOUNDÉ A DESTRA PER PAVARD, HANNO MIGLIORATO LA FASCIA DEBOLE…
Luca Bianchin per gazzetta.it
Kylian Mbappé da Bondy, Francia, ha avanzato una candidatura: il Mondiale, dice, fino a prova contraria è suo. Il 10 campione in carica ha marchiato a fuoco la partita con la Danimarca e la qualificazione della Francia, la prima nazionale a prenotare l’hotel anche per gli ottavi. KM10, dopo il gol all’Australia, ne ha fatti due ai danesi e il risultato dice quanto pesano: 2-1.
Mbappé ha segnato il primo gol della partita e soprattutto l’ha chiusa, facendosi trovare sul secondo palo su un cortese cross di Griezmann, fino a quel momento abbastanza sopito. Deviazione non comune: di coscia. La Francia così è prima del girone matematicamente – occhio all’Argentina, per il replay dell’ottavo di finale del 2018 – mentre la Danimarca si giocherà tutto nell’ultima partita contro l’Australia: dovrà vincere e sperare che la Tunisia non batta con punteggio più largo la Francia.
Per chi volesse rivedere anche i primi due gol, eccoli. Minuto 16: Theo Hernandez e Mbappé si scambiano la palla due volte, partono dalla trequarti e arrivano in area, anzi… in porta, con il gol di Kylian. Nota a margine: Theo non fa una brutta vita. Vive sulla stessa fascia di Rafa Leao e, quando lo portano altrove, trova uno ancora più forte. Minuto 24: la Danimarca, al primo tiro in porta, pareggia. Angolo da destra, sponda e Christensen sul secondo palo brucia Rabiot.
La partita in generale non è complicata da riassumere. Primo tempo un po’ bloccato ma francese, con diverse occasioni. Un gran colpo di testa di Rabiot dopo 21 minuti (parata non banale di Schmeichel), un tiro di Dembélé salvato sulla linea da Hojbjerg e un tiro-cross di Griezmann respinto in qualche modo dal portiere danese. Soprattutto, un cross arretrato basso di Dembélé, a lungo il migliore, non sfruttato da Mbappé a cinque minuti dall’intervallo. E la Danimarca? Tutta in un contropiede con tiro fuori di Cornelius. L’atmosfera è cambiata solo dopo il vantaggio francese, quando la Danimarca – sulla scia del gol da recuperare – ha prima pareggiato, poi tentato il colpo doppio con Lindstrom (parata di Lloris) e Braithwaite (girata sull’esterno della rete). A quel punto, hanno deciso i campioni: Hjulmand non ha Mbappé e nemmeno Griezmann e questo, al netto di tutto, fa la differenza.
FRANCIA SOLIDA— Bilanci. Deschamps ha avuto conferma che la Francia è solida, Tchouameni sta salendo di colpi e Rabiot, errori difensivi a parte, ha la personalità vista solo di recente alla Juve. In prima fila tra le favorite, c'è lei. I cambi in difesa, con Koundé a destra per Pavard, hanno migliorato la fascia debole. Davanti, invece, si tende all’improvvisazione di qualità, che implica inevitabili fiammate e periodi di silenzio. Giroud è stato appena normale ma il ragazzo col 10 ha fatto anche la sua parte.
DANIMARCA ALL IN— La Danimarca invece sa che il suo cuore non è in discussione. Ha provato a giocare una partita ordinata e ci è riuscita: a lungo non è stata pericolosa però la difesa a tre ha convinto e la reazione allo svantaggio è stata da squadra vera. Si giocherà tutto nella terza partita. Certo, la magia non è la stessa dell’Europeo e c’è quella questione del centravanti da risolvere. Cornelius ha combinato poco, a Braithwaite sono mancati cinque centimetri sulla girata che poteva cambiare la partita. Il Mondiale è così: lavori quattro anni, contano quattro secondi.