L’ITALIA CAMBIA PELLÈ – STASERA LA PRIMA VOLTA DEL SEXY BOMBER LECCESE: “È STATA COLPA MIA SE SONO ARRIVATO SOLO ORA” - “CONTE? LE SUE URLA MI RICORDANO VAN GAAL’’
Paolo Tomaselli per il "Corriere della Sera"
Dalle urla di Van Gaal a quelle di Antonio Conte, passando per i buffetti di Rambo Koeman. A 29 anni, con 64 gol segnati in Olanda e già 4 alla sua prima esperienza in Premier League, Graziano Pellè è pronto a riprendersi quel posto in azzurro che nell’Under 21 si era conquistato a colpi di cucchiaio: segnando così il rigore decisivo contro il Portogallo, l’attaccante cresciuto a Porto Cesareo a pochi chilometri da casa Conte, qualificò l’Italia all’Olimpiade di Pechino.
Il suo ultimo tocco di classe — la magnifica rovesciata segnata con il suo Southampton contro il Qpr — ha convinto il nuovo c.t. a valutare sul campo questo attaccante di 193 centimetri, ignorato da Prandelli ma diventato una punta moderna grazie ai maestri fiamminghi.
«Meglio tardi che mai — ha detto Graziano il primo giorno di scuola a Coverciano — . Sono un ragazzo molto positivo e non do colpe agli altri se qualcosa non va bene. Quindi è stata colpa mia se sono arrivato solo adesso a una maturità totale. Sono passati sette anni da quando giocavo con l’Olimpica, ma sono contento di essere qui e me la voglio giocare. I paragoni con Luca Toni? Mi piacerebbe vincere quanto lui...».
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Quasi sconosciuto al grande pubblico italiano, Pellè è uno dei bomber europei più prolifici degli ultimi anni dietro Cristiano Ronaldo, Messi, Ibrahimovic e Suarez. In serie A però ha fatto quasi da comparsa con il Parma e la Sampdoria tra il 2011 e il 2012, dando così degli argomenti solidi a chi sosteneva che l’esplosione all’Az Alkmaar fosse un fenomeno periferico.
Il ritorno al Feyenoord, con il suo mentore Koeman che ora l’ha voluto al Southampton, ha completato il quadro, che non sarà un’opera d’arte ma non è nemmeno una crosta: «Koeman e prima Van Gaal mi hanno dato fiducia. In Italia quando sei giovane non ti perdonano nulla e sentivo la pressione di non poter sbagliare. Ma in Olanda ho imparato tanto: Van Gaal è un duro, non concepiva nemmeno uno stop sbagliato. E mi ha anche ripreso duramente in allenamento davanti ai miei compagni, spiegandomi poi in privato in cosa dovevo migliorare. Così si cresce. E Conte per carattere mi ricorda proprio Van Gaal».
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Graziano a Rotterdam e dintorni era un idolo e non è un modo di dire: i barbieri hanno codificato il taglio alla Pellè, riga in parte «Anni 60» e mezzo chilo di gel; le donne lo hanno eletto «giocatore più sexy del campionato» e con la sua faccia d’attore di fotoromanzi — o da ballerino visto che a 12 anni è stato campione italiano di latino americano — l’attaccante leccese è diventato uomo immagine della Eredivisie, finendo in copertina, anche con la sua bellissima fidanzata ungherese Viktoria, su tante riviste non sportive.
«Segni tanto, sei bello e adesso scopro che sei anche intelligente — gli ha chiesto, scherzando ma non troppo, un famoso volto televisivo olandese — . E a me cosa resta?». Nemmeno più la possibilità di vederlo giocare da vicino, visto che Pellè, sfoderando il suo sorriso da playboy dell’area di rigore, è emigrato alla conquista della Premier. E della maglia azzurra: una vecchia fiamma giovanile, su cui fare di nuovo colpo.