ACQUE AGITATE PER FEDERICA PELLEGRINI - LA NUOTATRICE RINUNCIA AI 100 METRI STILE LIBERO, E ALLA PIOGGIA DI CRITICHE RISPONDE DOCILE: ''COGLIONE, MEZZORA DOPO HO LA STAFFETTA 4X200 E VOGLIO DARE IL MASSIMO LÌ'' - CAZZULLO LA INTERVISTA E LEI GLI PROMETTE UN CAZZOTTO: ''BASTA PARLARE DELLA MIA TESTA, HO 28 ANNI''
1.RIO: PELLEGRINI NO AI 100, SÌ A STAFFETTA 4X200
(ANSA) - No ai 100, sì alla staffetta 4x200 stile. Federica Pellegrini è pronta a tornare in acqua oggi dopo la delusione per il quarto posto nella sua gara, i 200 stile, chiusi ai piedi del podio. Ma nella piscina di Rio, l'azzurra si rituffa solo per la staffetta, a partire dalle batterie: nuoterà in quarta frazione per provare a trascinare in finale l'Italia della. Rinuncia invece alla gara individuale dei 100 stile.
2.RIO:PELLEGRINI "USATE BUON SENSO,NO AI 100 PER 4X200"
(ANSA) - "Io non capisco, può esistere un po' di buon senso anche da parte dei giornalisti. Ho rinunciato ai 100 perché subito dopo ho la 4x200 e non per altro". Federica Pellegrini spiega così il motivo per cui non si presenterà ai blocchi della gara regina: ma l'azzurra, sui social, perde le staffe e risponde in malo modo a chi le scrive che avrebbe dovuto dare il buon esempio e non rinunciare: "Coglione...lo faccio perché' mezzora dopo ho la staffetta e voglio dare il massimo li'".
3.OLIMPIADI DI RIO 2016, PELLEGRINI QUARTA NEI 200 SL: «QUESTIONE DI TESTA? ORA VI DO UN PUGNO»
Aldo Cazzullo per www.corriere.it
Filippo Magnini, fidanzato in carica, è furibondo: vorrebbe entrare nella zona delle interviste, tra la piscina e lo spogliatoio, per vedere Federica, parlarle, ascoltarla, confortarla; ma non lo fanno passare, lui litiga in inglese con gli addetti ai controlli, invano. Il quarto posto brucia. «Deluso? Quello no. Deluso da Fede, mai». E noi con lui.
Ad Atene la vedemmo arrivare sedicenne: il suo film preferito era il Re Leone, collezionava leoncini, aveva appena portato le Barbie in cantina e stava attraversando una fase dark: era passata dai cartoni agli horror, si era laccata le unghie di nero con disegnini viola, ascoltava i Metallica, rispondeva a domande su Jovanotti come se fosse Luciano Tajoli, voleva un piercing e diceva: «Il mondo non mi capisce».
Dopo aver battuto tre record italiani in un weekend, si era fatta il primo tatuaggio: un drago sul polpaccio destro, copiato dal suo idolo Franziska Van Almsick, che ad Atene si lasciò indietro; Federica Pellegrini fu seconda perché non vide arrivare la romena Potec in corsia
Come premio il padre, capo barman al Gritti di Venezia, le consentì di comprarsi le prime scarpe col tacco alto. Ai Mondiali 2007 fu bronzo: una foto la ritrae mentre sorride, all’apparenza felice, accanto alla prima, la francese Laure Manaudou. Col tempo Fede le portò via tutto: il primato del mondo, l’oro olimpico – Pechino 2008 -, poi anche l’allenatore capellone Philippe Lucas e il fidanzato Luca Marin, detto Balù. «Balù» si fece tatuare sul piede destro. Pativa un po’ la rivalità con Alessia Filippi. Ormai collezionava scarpe col tacco alto. E aveva fatto il doloroso piercing, al capezzolo sinistro.
Nel 2009 morì all’improvviso il suo maestro e mentore Alberto Castagnetti: da allora porta il suo nome tatuato su una delle tre rose che ha sul braccio sinistro. Nel 2010 agli Europei di Eindhoven ebbe una crisi di panico, come le era già accaduto a Genova, la portarono via dalla piscina a braccia. Soffrì di disturbi alimentari («ma non sono mai stata anoressica»). A Londra 2012 Fede non era lei: appena quinta. Un’altra si sarebbe ritirata. Lei nella notte di Rio ha sfiorato il podio olimpico, a 28 anni; e la vincitrice, l’americana Katie Ledecky, che quando la Pellegrini era medaglia d’argento faceva prima elementare, non le ha portato via il record del mondo, come lei stessa temeva.
FEDERICA PELLEGRINI SU INSTAGRAM DOPO LA DELUSIONE DI RIO
«No, non ho ancora deciso cosa farmi tatuare ora» ha tagliato corto. Di persona Fede non ha nulla della diva scostante, non corrisponde all’immagine che molti si sono fatti di lei. Di solito è cortese, sorridente, disponibile. Certo sa di essere Federica Pellegrini, è consapevole di quanto vale: cinque milioni di euro dagli sponsor all’anno, un quarto posto nella sua terza finale olimpica dei 200, che alla sua età sono un mezzo miracolo. Eppure all’inizio era tesissima, e ora è arrabbiata: «Il quarto posto ci può stare, ma non così».
Perché? «Perché dalla fatica che facevo pensavo di andare più forte». Hai subìto la gara di testa? «Se a 28 anni devo ancora rispondere se ho subìto la gara di testa, do un cazzotto a tutti». Insomma, non è serata. Poi è corsa ad abbracciare Magnini, che ha tifato per lei dalla tribuna atleti, e a telefonare alla mamma a casa, a Spinea, numero memorizzato in agenda alla voce «Campo Base».
La Pellegrini non soltanto resta la più grande nuotatrice italiana di ogni tempo. È, con Valentino Rossi, la portabandiera di una generazione. I tatuaggi e i piercing sono il segno esteriore di un’appartenenza, in cui i suoi coetanei si sono riconosciuti: non a caso appena ha aperto un account Twitter, neanche con il suo nome – mafaldina88 -, ha subito avuto mezzo milione di follower, cui si mostra mentre accarezza il gatto della piscina di Verona, mangia Nutella al mattino con Magnini, si spoglia in spiaggia.
Lei del resto è sempre stata di una sincerità al limite della provocazione. Quando una rivista sottopose i più famosi atleti italiani a un test sulla sessualità, quasi tutti si rifugiarono alla voce «non sa, non risponde». Lei rispose. Hai mai fatto l’amore nello spogliatoio? «Sì». Hai mai fatto l’amore sott’acqua? «Certo che sì». Gli adulti si scandalizzarono; le ragazze solidarizzarono.
Oggi Franziska Van Almsick è una signora sovrappeso, Laure Manaudou è qui a commentare le gare più tatuata di un marinaio fumando una sigaretta dietro l’altra, Alessia Filippi ha sostenuto invano a Roma la candidatura non fortunatissima di Giachetti e ha preso 57 preferenze. Lei è ancora in corsa. Forse l’ultima. In ogni caso, a 26 centesimi dalla medaglia. E comunque finisca è destinata a durare, oltre lo sport. Sul collo, appena sotto la cuffia, ha tatuata un’araba fenice, l’uccello immortale che ogni volta arde e ogni volta rinasce dalle proprie ceneri.