andrea agnelli cristiano ronaldo

PERCHÉ ANDREA AGNELLI NON SI DIMETTE? I PM VOLEVANO GLI ARRESTI DOMICILIARI PER IL PRESIDENTE DELLA JUVENTUS PER I BUCHI NEI CONTI DAL 2018 AL 2020 - DOPO IL FLOP DELLA SUPERLEGA, IL PROCESSO SULLE PLUSVALENZE E L’ULTIMO BILANCIO DA PROFONDO ROSSO CON UN PASSIVO DI 254 MILIONI DI EURO, COSA DEVE SUCCEDERE ANCORA PERCHÉ L’AGNELLINO FACCIA UN PASSO INDIETRO? – TUTTO E’ CROLLATO CON L’ARRIVO DI CR7 CHE HA SCASSATO I CONTI E CHE MAROTTA NON VOLEVA…

Pippo Russo per tag43.it

 

cristiano ronaldo e andrea agnelli 3

Una Superlega tutta sua. Chissà quali pensieri di grandezza attraversano la mente di Andrea Agnelli, in queste ore che vedono la sua figura pubblica toccare il livello più basso di sempre. L’inchiesta della procura torinese sui presunti falsi in bilancio commessi negli esercizi che vanno dal 2018 al 2020 si è conclusa. E ha portato a una serie di richieste di provvedimento da parte dei pubblici ministeri che comprendevano gli arresti domiciliari del presidente juventino.

 

cristiano ronaldo e andrea agnelli 2

Richiesta rigettata dal gip, senza che ciò abbia indotto i pm a desistere. I magistrati Mario Bendoni, Ciro Santoriello e Marco Gianoglio hanno infatti avanzato appello contro il rigetto del provvedimento cautelare e ciò significa che loro non mollano.

 

Come del resto non molla lui, Andrea Agnelli. Che continua a credere nella Superlega assieme a due signori altrettanto avulsi dalla realtà come il presidente del Real Madrid, Florentino Pérez, e quello del Barcellona, Joan Laporta. E che soprattutto insiste a essere il presidente della società bianconera nonostante avesse dovuto mollare, per una mera questione di dignità – del ruolo di presidente della Juventus, prima ancora che personale – in almeno due occasioni: dapprima quando si è materializzata la figuraccia della stessa Superlega, e successivamente quando è esploso in tutta la sua potenza lo scandalo delle plusvalenze incrociate.

cristiano ronaldo e andrea agnelli 1

 

Adesso gli si presenta una terza chance per avere un sussulto di etica del ruolo e dovere d’ufficio. Perché a questo punto si fa ancora più pressante l’interrogativo che da un anno e mezzo a questa parte si presenta con costanza: ma cosa aspetta a dimettersi dalla presidenza del club bianconero?

 

 

In queste ore tornano alla mente le parole pronunciate dopo la disfatta di Champions league sul campo del Maccabi Haifa, in una delle sempre più rare esternazioni recenti: «Provo vergogna». Senza che alla vergogna siano seguiti gesti concreti, tuttavia. In effetti, pare che ormai si sia operata una scissione fra vergogna e responsabilità, in una vicenda di leadership personale che vede gli anni della gloria annegare indecorosamente nel fango del presente, e che trova un netto spartiacque nell’estate del 2018.

 

Quella in cui uno scatto di hybris portò un presidente in ascesa, a capo di un club che a sua volta aveva costruito una dittatura sportiva in patria e si andava consolidando nella cerchia dei top club europei, a tentare il colpaccio che nelle intenzioni avrebbe dovuto far compiere il definitivo salto di livello: l’ingaggio di Cristiano Ronaldo.

 

andrea agnelli e cristiano ronaldo foto mezzelani gmt 185

Una mossa che appariva suicida già sul momento, ma benedetta dalla complice miopia di un sistema italiano dei media che con poche eccezioni preferisce allinearsi alla rappresentazione autorizzata della situazione.

 

 

I fatti hanno dato ragione agli scettici: CR7 ha scassato i conti juventini senza che i risultati sportivi ne avessero beneficio. E anzi, con lui ancora in campo si è interrotto il ciclo dei nove scudetti consecutivi. Per fare fronte al suo ingaggio (circa 57 milioni di euro lordi all’anno) la società bianconera è andata incontro a una vertiginosa spirale di crescita dei costi che ha richiesto due aumenti di capitale: 300 milioni di euro a dicembre 2019 e 400 milioni di euro a novembre 2021.

 

andrea agnelli

E intanto i conti societari continuano a registrare chiusure d’esercizio in profondo rosso. L’ultimo bilancio, al 30 giugno 2022, si è chiuso con un passivo di 254 milioni di euro. Quel bilancio avrebbe dovuto essere sottoposto all’assemblea dei soci del 28 ottobre. E invece una settimana fa è stata data notizia che l’assemblea è stata spostata al 23 novembre. E chissà se con questo rinvio c’entri qualcosa la bufera giudiziaria che stava arrivando, dato che il rigetto della richiesta di arresti domiciliari porta la data del 12 ottobre.

 

 

Processo sportivo finito nel nulla, ma la giustizia penale va avanti

ultrà juve striscione contro andrea agnelli

Meglio lasciar passare del tempo, far decantare la situazione intorno all’architetto di questo disastro. Ma è stato certamente per far fronte a questa pesante situazione finanziaria che la Juventus ha dovuto giocare sulle plusvalenze e sulla rinuncia a quattro mensilità di stipendio da parte dei calciatori nella stagione 2019-20 (rinuncia che secondo la procura di Torino non sarebbe avvenuta). Nei mesi scorsi l’esito del processo sportivo sulle plusvalenze si era risolto in un nulla di fatto, e ciò aveva alimentato la sensazione che la storia finisse lì. Ma sul versante della giustizia penale il profilo della questione è ben diverso.

 

cristiano ronaldo ed andrea agnelli foto mezzelani gmt32

 

Un uomo solo al (non) comando: commissariato da Arrivabene e Calvo

Questo insieme di circostanze ed elementi rafforza l’interrogativo: ma cosa aspetta Andrea Agnelli a dimettersi? E cosa d’altro deve succedere perché infine decida di compiere il passo? Le condizioni lo richiederebbero, ma in fondo c’è anche il fatto che nelle cose juventine il presidente in carica non decide più nulla. Il cugino John Elkann lo ha praticamente messo sotto tutela chiamando nel ruolo di amministratore delegato Maurizio Arrivabene.

 

Andrea agnelli

Che a sua volta si sta muovendo con un’imperizia degna di miglior causa, ma questo è un altro discorso. Per dare il segno di quanto Andrea Agnelli sia stato esautorato basta guardare al ritorno in società di Francesco Calvo. Non è il caso di rievocare la soap che ha provocato la rottura fra i due. Di gossip è pieno il web.

 

Ma di sicuro il ritorno di Calvo in Juventus, nel ruolo di braccio destro di Arrivabene, è un segnale quasi brutale inviato al presidente bianconero. Che rimane lì nonostante tutto. E che se necessario cesserà di rispondere al telefono come nelle ore tumultuose della Superlega, quando all’altro capo della comunicazione c’era il presidente dell’Uefa, Aleksander Ceferin. In fondo lassù, in una zona dove la copertura della rete telefonica non arriva, ci si può ancora illudere di essere grandi leader e finissimi strateghi.

cristiano ronaldo ed andrea agnelli foto mezzelani gmt34

 

@pippoevai

 

AGNELLI JOHN ELKANNLAPO ELKANN AGNELLIagnelli allegriAGNELLI CRISTIANO RONALDO JUVENTUS BENEVENTO

 

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…