1. LA ROMA RESUSCITA UNA MORTA INTER. E SCIVOLA SEMPRE PIÙ DENTRO IL SUO INCUBO CHE È LA SPARIZIONE PROGRESSIVA D’OGNI OBIETTIVO DECENTE. LAZIO E NAPOLI HANNO L’OCCASIONE PER INGIGANTIRE L’ANSIA DELLA ROMA GIOCANDO IN CASA CON CHIEVO E SAMPDORIA. FORSE MEGLIO COSÌ: MEGLIO UNA FINE SPAVENTOSA CHE UNO SPAVENTO SENZA FINE
Giancarlo Dotto per Dagospia
La Roma esce nel modo peggiore dalla maledizione che l’ha pietrificata nell’infinita ripetizione del pareggio. La botta di Icardi a due minuti dalla fine. Perde una partita imperdibile. E scivola sempre più dentro il suo incubo che è la sparizione progressiva d’ogni obiettivo decente. Lazio e Napoli hanno l’occasione per ingigantire l’ansia della Roma giocando in casa con Chievo e Sampdoria.
Una volta di più il mondo lazioceleste sguinzagliava tutti i suoi tentacoli sparsi nello stivale. Reja domenica sulla panca dell’Atalanta, il variodipinto Mancini ed Hernanes che non segnava da quando Toni Dallara cantava “Ghiaccio bollente”.
L’uscita di un Totti sempre più triste controfigura di se stesso liberava le energie e il talento di Pjanic che “trovava” Nainggolan per un pareggio strameritato. Ma dove ti aspettavi una Roma arrembante a prendersi una vittoria che stava nell’aria, ecco il flop, la bolla che evacua.
Troppe evanescenze in questa Roma che avrebbe invece urgenza di fuoco e rabbia. Ibarbo sparisce, Gervinho non è mai esistito. Iturbe e Doumbia in panca, malinconia assoluta. Non si vive di solo Nainggo e anche Pjanic non fa in tempo a palesarsi che subito s’accascia sulla caviglia malata.
L’Inter non vale la Roma ma ha quello che la Roma non ha. Il buttadentro. Si chiama Icardi. Il guaio della Roma si chiama anche sfiducia. Tutto si gioca ora sul potere della mente. Fuor della mente non c’è che il niente.
Se la Roma può almeno immaginarsi un futuro, per il Milan di Pippo nemmeno questo. A Udine perde di misura, ma la sconfitta è disastro totale. Ombre e fantasmi. Cinesi o thailandesi pensano di comprare il Milan, ma trovano solo macerie.