al sisi re abdallah abdullah giordania palestinesi gaza striscia di

LA VERITÀ È CHE I PALESTINESI NON LI VUOLE NESSUNO. NEANCHE CHI, A PAROLE, SI PROCLAMA LORO “FRATELLO” – EGITTO E GIORDANIA DALL’INIZIO DELLA GUERRA RIFIUTANO OGNI POSSIBILE INGRESSO DEI PROFUGHI DI GAZA. E ANCHE DI FRONTE ALL’ESODO FORZATO PROPOSTO DA TRUMP SONO GELIDI – LE RAGIONI SONO INTERNE: AL SISI COMBATTE DA 12 ANNI CON LA FRATELLANZA MUSULMANA E NON PUÒ ACCETTARNE UN RITORNO TRAMITE IL BRACCIO TERRORISTA DI HAMAS. E ANCHE IL GIORDANO ABDULLAH NON VUOLE ROTTURE DI CAZZO: FA GIÀ FATICA A TENERE A BADA UNA “MINORANZA” PALESTINESE DA DUE MILIONI DI PERSONE (COMPRESA LA MOGLIE RANIA), TRA ATTENTATI E DISORDINI...

 

 

1. IL MONDO ARABO SI SCHIERA SUL PIANO DI TRUMP: “NESSUN ESODO FORZATO, I PALESTINESI RESTINO A GAZA”

Estratto dell’articolo di Francesca Caferri per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/esteri/2025/02/06/news/trump_gaza_reazioni_mondo_arabo_no_esodo_forzato-423984554/?ref=RHLF-BG-P8-S2-T1

 

benjamin netanyahu donald trump foto lapresse

[…] Nel giro di poche ore, i “no” si sono moltiplicati: non solo quelli scontati, dell’Autorità nazionale palestinese […] e di Paesi come la Turchia, che di Washington sono alleati ma hanno sempre mantenuto le distanze da Israele.

 

Ma anche quelli di nazioni legate a filo doppio agli Stati Uniti, prime fra tutte l’Egitto e la Giordania che Trump ha indicato come destinazioni privilegiate dell’esodo palestinese.

 

«Accetteranno perché diamo loro moltissimi soldi e ci devono qualcosa in cambio», aveva detto nei giorni scorsi. Vero, verissimo: perché dagli aiuti americani l’economia del Cairo e quella di Amman sono dipendenti.

 

AL SISI

Ma è vero anche che entrambi hanno equilibri interni fragilissimi: il presidente egiziano Abdel Fatah Al Sisi ha passato gli ultimi 12 anni a combattere la Fratellanza musulmana e mai potrebbe accettare che rimetta piede nel Paese sotto forma di Hamas: a rischio ci sarebbe la sua stessa sopravvivenza, e non solo politica.

 

Il re giordano Abdullah – che sarà a Washington nei prossimi giorni - guida una popolazione che ha già un’amplissima minoranza palestinese: le stime variano fra il milione e mezzo e i due milioni e duecentomila persone su un totale di quasi 12 milioni di giordani.

 

RE ABDULLAH DI GIORDANIA

Palestinese è anche sua moglie, la regina Rania: ciò non significa che i rapporti fra i due gruppi siano semplici. Anzi: la paura dei giordani di perdere sempre più peso di fronte ai discendenti dei profughi del ’48 e del ’67 è una delle faglie perenni nella vita politica del Regno.  […]

 

2. «GLI USA A GAZA» CHOC E OPPOSIZIONE AL PIANO TRUMP

Estratto dell’articolo di Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”

 

C’è stato un sussulto nella East Room della Casa Bianca tra i 150 giornalisti di ogni Paese del mondo quando Donald Trump ha pronunciato le parole «take over» e «long-term ownership position» proponendo che gli Stati Uniti prendano il controllo e il possesso a lungo termine della Striscia di Gaza per ricostruirla e trasformarla nella «Riviera del Medio Oriente». «Ci vivrà la gente del mondo, penso che si possa trasformare in un posto internazionale, un posto incredibile». […]

 

benjamin netanyahu donald trump foto lapresse. 2

[…] Trump […] ha detto ai giornalisti prima della conferenza stampa che l’unica ragione per cui i palestinesi vogliono stare a Gaza è che «non hanno scelta» e, se si costruiscono per loro alloggi e belle città altrove, si è detto convinto che non vorranno tornare più, sollevando lo spettro di un trasferimento permanente di due milioni di persone, anche se poi ha aggiunto anche i palestinesi potrebbero vivere nella nuova Gaza. […]

 

[…] Si sono diffuse due interpretazioni: la prima è che sia un bluff, come i dazi contro il Messico e il Canada; un modo per dire ai Paesi arabi «Posso rendere le cose molto peggiori per voi, se non mi venite incontro». E forse un modo per incoraggiare l’estrema destra israeliana ad andare avanti con il cessate il fuoco.

 

il ritorno a nord degli abitanti della striscia di gaza foto lapresse 25

L’altra interpretazione è che ci sia qualcosa di serio dietro la proposta, che unisce due ossessioni di Trump — l’ambizione di realizzare la pace in Medio Oriente e l’istinto immobiliarista — e da un paio di mesi pare che ne parli con il genero Jared Kushner e l’inviato per il Medio Oriente Steve Witkoff.

 

La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ieri ha spinto nella direzione della prima interpretazione (senza escludere elementi della seconda): […] Trump «arriverà ad un accordo con i Paesi arabi» dai quali si aspetta che «facciano di più e ospitino temporaneamente i rifugiati» mentre Gaza viene ricostruita (la stima è di 10-15 anni) «per i palestinesi e tutti coloro che amano la pace». Anche il segretario di Stato Marco Rubio ha suggerito che il trasferimento dei palestinesi sarà temporaneo. […]

 

la regina rania di giordania e re abdullah ii

3. COSA HA ANNUNCIATO DAVVERO TRUMP SUL FUTURO DI GAZA

Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio”

 

[…]  “La reazione era prevedibile”, spiega al Foglio Lianne Pollak-David, cofondatrice del Consiglio per la sicurezza regionale, un istituto nato poche settimane fa per portare avanti gli Accordi di Abramo, ex membro del Consiglio per la sicurezza nazionale israeliano. “Tutto però dipende dal dietro le quinte, non sappiamo quanto siano allineati Trump e l’Arabia Saudita”.

 

Quello che si muove dietro le quinte pesa sempre di più di ciò che si mostra in superficie, ed è difficile immaginare che, per quanto incauto, Trump abbia davvero voluto mettere a rischio il rapporto con i sauditi.

 

“Il piano non andrà nella direzione verso cui promette di andare”, dice Pollak-David, che suggerisce di guardare il sottotesto e di considerare l’annuncio di Trump come un modo per scuotere i suoi alleati. Stanco dei “no” arrivati dai paesi arabi e senza vedere nessuna idea innovativa riguardante Gaza, il presidente americano ha deciso di mettere sul piatto la soluzione americana: ricostruzione e allontanamento degli abitanti di Gaza.

palestinesi sfollati tornano al nord della striscia di gaza 15

 

Secondo fonti del Foglio, i palestinesi chiedono di poter lasciare Gaza, ma non desiderano fermarsi in Egitto o in Giordania, vorrebbero raggiungere i paesi più ricchi. Secondo Pollak-David, “non è concepibile un’emigrazione forzata e di massa, è contraria ai nostri princìpi democratici ed è rischiosa per tutta la stabilità del medio oriente. […]  Paesi come Egitto e Giordania inoltre sarebbero scossi da un arrivo in massa di profughi, ma potrebbero cambiare posizione su un numero simbolico”.  […]

donald trump foto lapresse il ritorno a nord degli abitanti della striscia di gaza foto lapresse 31RE ABDULLAH E RANIA DI GIORDANIAil ritorno a nord degli abitanti della striscia di gaza foto lapresse 5striscia di gaza il controesodo dal sud al nord della striscia foto lapresse 11il ritorno a nord degli abitanti della striscia di gaza foto lapresse 24il ritorno a nord degli abitanti della striscia di gaza foto lapresse 32palestinesi sfollati tornano al nord della striscia di gaza 8palestinesi sfollati tornano al nord della striscia di gaza 14striscia di gaza il controesodo dal sud al nord della striscia foto lapresse 13il ritorno a nord degli abitanti della striscia di gaza foto lapresse 7il ritorno a nord degli abitanti della striscia di gaza foto lapresse 30il ritorno a nord degli abitanti della striscia di gaza foto lapresse 18il ritorno a nord degli abitanti della striscia di gaza foto lapresse 19abdel fattah al sisiabdel fattah al sisi benjamin netanyahu donald trump foto lapresse. 1

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…