LA VERITÀ, VI PREGO, SUL CASO DI EMANUELA ORLANDI - 42 ANNI DOPO LA SCOMPARSA DELLA RAGAZZA, UN SUO AMICO D'INFANZIA, PIERLUIGI MAGNESIO, RIVELA CHE L'ULTIMA VOLTA CHE EMANUELA L'HA SALUTATO GLI HA DETTO "ADDIO", COME SE LEI SAPESSE CHE STAVA PER SPARIRE - UNA COMPAGNA DI CLASSE DELLA ORLANDI AVEVA GIA' RIVELATO CHE EMANUELA, POCHE SETTIMANE PRIMA DI SPARIRE, LE AVEVA CONFIDATO: "NON MI VEDRETE PER UN PO'..."
Estratto dell’articolo di Fabrizio Peronaci per www.corriere.it
Caso Orlandi, è l'ora di un amico d'infanzia e della parrocchia, Pierluigi Magnesio, oggi 57enne, che si è confessato «innamoratissimo» di Emanuela e che, soprattutto, ha rivelato un dettaglio mai emerso in quattro decenni: in uno dei loro ultimi incontri Emanuela lo prese da parte e, a sorpresa, come per un commiato, lo salutò dicendogli «addio».
È la dimostrazione che la ragazza già sapeva di doversi allontanare, sparire, probabilmente irretita da qualcuno in vista di eventi a lei sconosciuti, come aveva già fatto presagire una sua frase detta a una compagna di classe? La novità sulle modalità dell'allontanamento da casa di Emanuela Orlandi sarà uno dei temi della prossima seduta della commissione parlamentare d'inchiesta sulle scomparse della «ragazza con la fascetta» e della coetanea Mirella Gregori, avvenute nel 1983.
La presidenza della Bicamerale guidata dal senatore Andrea De Priamo ha infatti convocato per giovedì 16 gennaio proprio Pierluigi Magnesio, uno degli amici della comitiva dell'Azione cattolica che si riuniva periodicamente nella parrocchia di Sant'Anna in Vaticano e al di fuori, in occasione di feste o passeggiate nel centro di Roma.
Anche Magnesio, in quanto figlio di un capo tecnico del Vaticano, abitava all'interno delle Mura Leonine, secondo quanto riferito da lui stesso in una intervista rilasciata di recente per il canale Youtube del giornalista-scrittore Igor Patruno.
Tra le molte rivelazioni dell'amico e vicino di casa quella sul saluto di Emanuela è la più clamorosa e potrebbe servire a riscrivere passaggi essenziali dell'intero giallo. Dopo aver premesso di essere stato all'epoca «molto coinvolto, innamoratissimo» della coetanea, il testimone così si è espresso:
«Vi comunico una cosa inedita che accadde circa una settimana prima della scomparsa - ha detto Magnesio durante la trasmissione pubblicata su Youtube, alla presenza di Patruno e altri due autori, Max Parisi e Tommaso Nelli - Erano le otto di sera, stava per arrivare l'ora di cena, quando dagli Orlandi scattava il coprifuoco, e noi ci trovavamo all'interno del Vaticano, sotto casa di Emanuela. C'erano la sorella e due amiche. Ci salutammo tutti, ma lei a me non diede il bacetto, in quanto me l'aveva tagliato, per così dire, già da qualche mese...»
Perché? «Emanuela era un animo nobile, sapeva che stavo soffrendo per lei, e per questo mi aveva allontanato un pochettino...» Quella sera, però, andò diversamente: «Ci salutiamo - ha proseguito Magnesio, con voce emozionata - io comincio a dirigermi verso casa, quando mi sento chiamare da lei, "Pier, Pier!"... Mi giro ed Emanuela mi dice: "Ti volevo salutare meglio", e mi dà due bacetti. Io rimasi come una statua di sale, al settimo cielo... E un attimo dopo Emanuela mi disse "Addio!"... »
Una parola di congedo: addio. Eccola, dunque, la novità: cosa sottintendevano quelle 5 lettere? Analogamente, una compagna di classe della Orlandi al Convitto nazionale, interrogata sia nel 1983 sia nel 2008, aveva rivelato (in un'intervista a L'Unità) che Emanuela poche settimane prima di sparire le aveva confidato: «Non mi vedrete per un po'...»
Una frase sibillina che è parsa confermare la congettura che la quindicenne fosse stata contattata dalle misteriose «entità» che ne hanno poi decretato la definitiva scomparsa ben prima il 22 giugno 1983 e che la quindicenne fosse consapevole che quell'estate si sarebbe allontanata, fatto peraltro già ventilato in seguito a una lite domestica di qualche tempo prima, quando a papà e mamma, che erano nettamente contrari, Emanuela annunciò di voler andare in vacanza con un'amica.
Pierluigi Magnesio, peraltro, ha chiarito perché ha parlato con tanto ritardo: «Io in passato avevo memorizzato solo i bacetti, però due o tre anni fa, al tempo della pandemia, mi è tornato in mente che Emanuela mi aveva detto addio... Ne sono sicuro. È una novità che deve avere un significato...» [...]
Il 22 giugno 1983 Magnesio aveva un appuntamento proprio con Emanuela, da lui descritta come una ragazza «schietta, scaltra, per nulla ingenua», tanto che «forse con la storia della telefonata sulla proposta dell'Avon voleva prendere tempo», doveva essere «abbastanza perspicace da sapere che era una menzogna». «Forse - aggiunge - aveva un amore segreto, le piaceva uno della scuola di musica...». L'uomo oggi 57enne ha così raccontato quella giornata-chiave:
«Incontrai Emanuela per caso verso le 16:30, io rientravo in Vaticano per andare a casa e lei usciva. Mi disse che aveva appuntamento con la sorella Cristina al Palazzaccio (la sede della Corte di Cassazione, ndr) alle 19, all'uscita dalle lezioni di musica, e mi invitò, "vuoi venire?", mi chiese» Magnesio conferma quindi che lui andò all'appuntamento, dove si ritrovarono in 5 o 6, e poi, non vedendo Emanuela arrivare, cominciarono a preoccuparsi tanto da andare a cercarla alla scuola di Sant'Apollinare, dove però non c'era. [...]
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