1 - LUCA SALERNO CONDUTTORE DEL TG2 E PORTAVOCE DI LA RUSSA?
Si può essere nello stesso tempo portavoce di un ministro e conduttore dell'edizione serale di un telegiornale della tv pubblica? La domanda andrebbe rivolta a Luca Salerno. Il volto noto del Tg2, che ieri sera era in onda all'edizione delle 20.30 del telegiornale di Mario Orfeo, risulta essere a tutt'oggi, secondo il sito ufficiale del ministero della Difesa, portavoce del ministro Ignazio La Russa, incarico che ha assunto dopo la formazione dell'ultimo governo Berlusconi nel 2008.
Lo ricordano, in particolare, i milioni di telespettatori di "Ballarò": per le ospitate del colonnello finiano, Salerno si piazzava puntualmente alle spalle del suo assistito, in favore di telecamera. Ritorno fulmineo dall'altra parte del video?
la russaLink organigramma Ministero della Difesa
http://www.difesa.it/Ministro/Uffici+diretta+collaborazione/organigramma.htm
2 - NUOVO CONTRATTO DI SERVIZIO ANTI-TRAVAGLIO: ARRIVA L'OBBLIGO DI CONTRADDITORIO
Paolo Conti per "Il Corriere della Sera"
Obbligo di «rispetto dei principi di completezza e correttezza, obiettività, lealtà imparzialità, pluralità dei punti di vista e osservanza del contraddittorio da raggiungere prioritariamente nelle trasmissioni di informazione quotidiana e nelle trasmissioni di approfondimento, data la rilevanza che assumono nella formazione dell'opinione pubblica».
Non ci sono giri di parole, al punto 21 delle linee guida per il nuovo contratto di servizio tra lo Stato e Rai. La tv pubblica ottiene il canone grazie a quell'accordo rinnovato periodicamente. E oggi l'Autorità per le Telecomunicazioni, dopo una prima intesa con il ministero per lo Sviluppo economico (e il viceministro Paolo Romani, responsabile della Comunicazione) varerà quelle linee-guida che serviranno al ministero per il definitivo contratto.
PAOLO ROMANIRomani avrà ora in mano uno strumento operativo per un patto con la Rai più efficace sul piano del pluralismo nelle trasmissioni di approfondimento. La novità è nell'«osservanza del contraddittorio». Più neutro il precedente contratto di servizio, che scadrà il 31 dicembre e venne firmato nel 2007 dall'ex presidente Claudio Petruccioli e dall'ex ministro per le Comunicazioni Paolo Gentiloni: «La Rai riconosce come compiti prioritari la libertà, la completezza, l'obiettività e il pluralismo dell'informazione».
La «osservanza del contraddittorio» diventerà norma. Facile immaginare le conseguenze sulla programmazione, soprattutto dopo l'apertura (da parte di Romani) di una indagine sulla prima puntata di «Annozero» di Michele Santoro.
IL POETA CORRADO CALABRO - Copyright PizziNovità. Tra gli obiettivi affidati alla Rai c'è quello di «rispecchiare la diversità culturale e multietnica nell'ottica dell'integrazione e della coesione sociale». Si insiste molto sull'«orizzonte internazionale, la completezza e la deontologia professionale» che deve offrire un'informazione Rai «aperta sul mondo, pluralistica, equilibrata e diversificata».
Dunque «sprovincializzare l'informazione».
La Rai deve ricordarsi che la completezza è importante «poiché, nella percezione diffusa, la tv ha funzione di validazione della realtà e, conseguentemente, i fatti esclusi dall'agenda televisiva vengono dequalificati nell'opinione pubblica». L'antico «lo ha detto la Rai» ha insomma sempre il suo peso.
L'Italia è una Patria e le trasmissioni devono essere caratterizzate da «canoni di correttezza, lealtà e buona fede ed essere rispettose dell'identità valoriale e ideale del Paese». Nella delibera 19 del 2009 l'Autorità per le Telecomunicazioni parlò di «informazione detrattiva» e di telespettatori che percepivano «un disvalore delle istituzioni» per le critiche rivolte al Quirinale da Beppe Grillo nella puntata di «Annozero» del 1 maggio 2008.
TRAVAGLIO-SANTOROIn quanto al contraddittorio, quella delibera rimproverava «Che tempo che fa» per non averlo assicurato con Marco Travaglio che attaccava Schifani il 10 maggio 2008. Poche novità per il Qualitel, vecchio organismo già esistente (presieduto da Giuseppe Sangiorgi). Conferma (punto 31) i suoi scarsi poteri di collegio «composto da esperti scelti dall'Autorità d'intesa col ministero e nominati dalla Rai» che dovrà «vigilare sulla qualità» della programmazione (non dell'informazione) senza alcun effetto operativo, tantomeno politico o censorio, come fa sapere con energia il presidente dell'Agcom Corrado Calabrò.
La novità è che i membri sono nominati solo da Agcom e ministero, non più dalla Rai. All'Agcom fanno notare che nella vecchia commissione i membri Rai quasi mai ponevano questioni sulla qualità dei prodotti dell'azienda. Ovviamente la Commissione di Vigilanza parlamentare sulla Rai mantiene intatte tutte le prerogative.