a cura di Massimo Riserbo e Falbalà, due "teste di cazzo"
UNA BOMBA AL CUORE DELL'IMPERO
Quello che nella guerra contro lo strapotere bancario non è riuscito a Giulio Tremonti, lo sta facendo la magistratura milanese. I pm Laura Pedio e Roberto Pellicano hanno chiesto il fallimento dell'immobiliarista Luigi Zunino: poco meno di 3 miliardi di debiti con la sua Risanamento (un nome meraviglioso), quasi tutti con le prime quattro banche del paese. E lo fanno proprio nel giorno in cui perfino la Stampa di Torino, solitamente invidiosetta di Milano, dedica due felici pagine (12-13) alla "nuova grandeur milanese". Sì, grandeur. Grandeur della voragine.
MATTONATA SULLE BANCHE
Non fatevi quindi sviare dalla massima cautela con la quale i giornali oggi trattano la vicenda (pezzi piccoli e sciatti, confinati nelle pagine economiche). Se salta Zunino, assistito da Gerardo Braggiotti e soprattutto da Salvatore Mancuso, plenipotenziario di Intesa Sanpaolo, esplode un bomba nei conti della banca di Passera e Miccichè, in quella di Alessandro Profumo, al Montepaschi e nel già provatissimo Banco Popolare.
Per non parlare dei riflessi sull'Expo (Santa Giulia e area ex Falck sono progetti di Zunino) e sulla possibilità, per le banche italiane, di tenere su i signori del mattone facendo finta di credere a business plan e cubature ai limiti dell'immaginifico. Imbarazzante anche la posizione di Bankitalia, che dell'esposizione creditizia verso Zunino avrà avuto una qualche contezza. O no?
Trattandosi di banche, articoli ipnotici su Repubblica (p.33) e Corriere (p.33). Questo ricorrere del numero 33 è un filo sinistro. Più istruttivo il pezzo di Gialuca Paolucci sulla Stampa (p.25). Inarrivabile l'articoluccio del Giornale, che riesce a omettere il nome delle banche che rischiano di rimanere con il cerone in mano (p.24). Oltre l'inarrivabile non sappiamo che c'è e come definirlo, ma dev'essere qualcosa che somiglia al pezzo di Mf (p.10): scomparsa di Intesa e Unicredito con le loro belle azioni in pegno e fiducia totale nel fatto che tutto si risolverà per il meglio.
CORRADO PASSERA CON GIOVANNA SALZA - Copyright PizziLA IELLA DI TREMONTI CON I GIORNALI
Due giorni fa ha dato del "testa di cazzo" a un giornalista della Bloomberg, reo di non avergli domandato "come inquadrerebbe la genialità dell'ultimo scudo fiscale nel solco della grande tradizione del Pensiero Occidentale, da Kant a Vito Mancuso", e ieri la Stampa di Marione l'Africano l'ha castigato storpiandogli il nome. "Ministro Tormenti", si poteva leggere nell'ultima pagina, dedicate a domande e risposte sui fatti del giorno.
Pare che Giulietto Tremendino se la sia presa come un toro e che non creda alla svista tipografica. A Torino, imbarazzo e costernazione. Sarà un caso, ma oggi la Stampa sostituisce la pregevole rubrica con un raccontino estivo "d'autore".
profumo ballaE chissà come se la prenderanno a Sondrio e dintorni per lo scoop di Roberto Sommella, il vicedirettore di MF che smutanda così, da vera "testa di c.", lo statista-tributarista: "Roma cede alla Bce, via la golden tax. Francoforte stoppa anche la seconda versione della misura, il Pdl ne prende atto". Speriamo domani di non vedere il "Primo Piano" di MF sostituito da un racconto del banchiere-enologo Gianni Zonin su botti piene e casse vuote al tempo della crisi.
AVVISI AI NAVIGATI
Come era facilmente prevedibile, il pentolone delle inchieste siciliane sui rapporti tra mafia e Stato sta per esplodere a due giorni dall'anniversario della morte di Paolo Borsellino. Su Repubblica (p.6-7), Attilio Bolzoni traccia un quadro abbastanza spaventoso: "Stragi di mafia, riaperte le inchieste. "Patto segreto tra cosche e Servizi". Caccia a un agente sfregiato, è lui il filo dall'Addaura a Borsellino.
Qui ci sono un rischio e un'occasione, entrambi tremendi. Il rischio è, dopo il ritiro di qualunque legge-vergogna, la riapertura dei processi e un'insperata via di scampo per i boss che oggi hanno l'ergastolo definitivo. L'occasione è capire finalmente che ruolo ha avuto la politica nella stagione delle stragi. E soprattutto, delle non stragi.
FRONTE DEL PORCO
Ultime raffiche - quasi tutte per aria - dalla Buoncostume del commissario Davanzoni. "Escort, scontro tra Pd e Pdl sulle mozioni. A rischio il dibattito al Senato sulle feste a Palazzo Grazioli" (p.17). La pietra semi-tombale sul Cime di rapa Gate è questo sottotitolo: "Lite Zanda-Quagliarello". Ragazzi di Largo Fochetti arrendetevi: ci siamo divertiti, ma è finita.
FRONTE UTILIZZATORE FINALE (dal Tromba alle trombe)
Sarà contento Marpionne, che per la Stampa sognava un corso un po' più svizzero. Paginone delle meraviglie (berlusconiane) così costruito. Titolo: "Stiamo facendo un miracolo". Berlusconi torna all'Aquila: fra tre giorni potremo mettere le bandiere sul tetto". Attacco del pezzo: "Siamo in anticipo di quattro giorni sulla tabella di marcia". Foto: il Cainano in finta mise da operaio total blue (polo a maniche lunghe, in realtà) che indica con il braccio destro virilmente teso, gru e cantieri. (p.9).
Lui alzerà le bandiere, gli altri suonano già le trombe.
ETERE, PIOMBO E MIASMI VARI
"Pdl, guerra aperta su Tg2 e Rai2, moltiplicate le poltrone dei Gr". Secondo Repubblica (p.15), non si riesce a portare a termine l'ultima lottizzazione Rai perché non si sa bene che cosa dare a Farfallina Petruni, la preferita di Bonaiuti. Solita girandola di nomi più o meno impresentabili. Piena e sentita partecipazione del Piddì a ogni tipo di manovruzza spartitoria. Consueta assenza di giornalisti tra i papabili.
E per la serie "Caro, fai pure il cazzo che vuoi", ecco lo scontato ritorno di Maurizio Costanzo in Rai. Lo annuncia lui stesso sul Corriere (p.1 e non P2, fare attenzione) con toni da mammasantissima: "Mediaset non sa ancora nulla di preciso. Ma sono certo che, se ci ripensassi, Pier Silvio Berlusconi sarebbe ben felice di tenermi a Mediaset per altri 6 anni". Costanzo tiene ovviamente a far sapere a chi di dovere che lo sponsor dell'operazione è Mauro Masi, "fin da quando era alla Presidenza del Consiglio". Bene, siamo tutti più tranquilli, adesso.
PIPPO BAUDO MAURIZIO COSTANZO - Copyright PizziPer uno scherzo tipografico di via Solferino, vicino alla commovente intervista di Costanzo troviamo un articolo sul Fatto Quotidiano, in edicola da settembre. A parte lo shock di vedere nella stessa pagina (p.15), a pochi centimetri l'una dall'altra, le facce di Maurizione Dalemoni e di Antonio Padellaro (ovvero l'Inciucio permanente effettivo e la sua negazione antropologica), viene un sospetto piccolo piccolo.
Vuoi vedere che Flebuccio De Bortoli lancia il Fatto di Padellaro e Travaglio perché è convinto che toglierà parecchie copie a Repubblica? E vuoi vedere che poi magari sarà un giornale imprevedibile e ne ciuccia qualcuna anche al Corriere delle banche?
de bortoliMa la notizia politica più commovente di oggi è nascosta in un entusiasta colonnino del Corriere intitolato "Formazione pdl, Summer school per 50 ragazzi con 8 ministri" (p.11). La novità non è che non si vedono più in qualche centro benessere, ma che a tenere lezioni ci andrà finalmente anche Giampaolo Pansa. Che corona così un lungo e sofferto cammino, costellato di persecuzioni, censure e mancati inviti.
DISECONOMY
Gran colpaccio per la Telecom di Franchino Bernabè, l'unico italiano che in Brasile non si divertiva. "Telco non deve lanciare l'Opa su Tim in Brasile. San Paolo cambia idea: accolto il ricorso dei soci Telecom" (Sole, p.1). Vito Gamberale, e gli altri papabili eredi alla poltronciona Telecom, passeranno un'estate più tranquilla. Buon per loro.
FREE MARCHETT
Mascherato da notizia ("Dallo scudo è possibile un gettito di 7,5 miliardi" BUM!!!), spottone della Stampa per Banca Leonardo (p.27). Dice la sua certo Carlo Filippo Brignone, ma è solo l'occasione per apprendere che "in questi giorni la boutique finanziaria, guidata da Gerardo Braggiotti, sta preparando per alcuni dei suoi clienti una sorta di vademecum sulle procedure da seguire per chi vuole ricorrere allo scudo fiscale". Manca solo il numero verde. Certo, il top sarebbe stata l'intervista sullo scudo fiscale al grande Marpionne, vicepresidente di Ubs. Magari la leggiamo domani.
CARO PRENDITI UNA VACANZA
Sempre sulla notizia, Igor Man dedica la sua imperdibile rubrica sulla Stampa (p.30, ci spiace ma oggi è un vero Tormenti) alla fresca visita di Obama in Ghana. Al secondo capoverso se n'è già annoiato del Grande Abbronzato e allora torna alla sua spaventosa infanzia di piccolo cronista: "Africa parla è il titolo di un film che il Vecchio Cronista vide bambino, una sorta di versione cinematografica della Capanna dello Zio Tom".
Grande Igor, ignoriamo se tu esista davvero, ma le nostre papaye esistono e stanno esplodendo sul serio. E' il momento di arrendersi al progresso e passare dalle capanne ai bungalow di un bel villaggio vacanze. Anche in Africa va bene.