Alfonso Signorini per “Chi”
alfonso signorini mangia il prosciutto in trasmissione
Care lettrici, cari lettori, se c’è una cosa che mi annoia mortalmente è assistere impotente ai dibattiti televisivi che ci propinano a ogni ora del giorno e della notte sulla canzone che avrebbe dovuto vincere al Festival di Sanremo. Non mi interessa sapere se Soldi di Mahmood meritasse la vittoria, né se la sua sia una vittoria in barba a Salvini.
Né mi sento turbato dalle ingiustizie subite da Ultimo o da Loredana Bertè, che il consenso popolare avrebbe voluto sul podio. Io credo che il Festival debba restare acceso nei giorni in cui si consuma il rito, però, spenti i riflettori, spente le discussioni. Stop. Torniamo a occuparci di argomenti più seri, che in questa Italia non mancano di certo. Però su una cosa ho le idee sufficientemente chiare.
Sono letteralmente disgustato del fatto che Soldi, sì, proprio la canzone di Mahmood, sia stata cantata in un piccolo paesino dell’avellinese alla Santa Messa, per volontà di un prete che probabilmente voleva far parlare di sé e ci è pure riuscito. Non sono così anacronistico da invocare il ritorno del canto gregoriano nelle sacre liturgie, ma neppure così beota da guardare di buon occhio a una iniziativa del genere.
E non mi si venga a dire che la canzone è una critica al consumismo e all’assenza dei sentimenti. Perché sono stati composti dei meravigliosi canti liturgici (per organo o chitarra) che cantano le stesse cose con più sacralità e più rispetto. Sono cattolico, praticante (non solo quando posso, si può esserlo sempre, se si vuole), ma non mi identifico in una chiesa formato Baci Perugina come quella che ci vogliono propinare.
Il cardinal Ravasi in uno dei suoi innumerevoli tweet inneggia alla canzone di Mahmmod e ci fa sapere che al Santo Padre piace Mina? Beh, io sono di quelli che vuole sapere come il Papa si pronunci sui drammi dell’Uomo, sulla crisi più grave che abbia mai attraversato la Chiesa da secoli a questa parte, non mi interessa sapere quello che fischietta il mattino mentre si fa la barba. La bellezza di un rito, la spiritualità e il rispetto che infonde un luogo sacro è proprio legato alla sacralità e al senso del mistero che trasmette. Vedere una chiesa trasformata nella succursale sfigata del palco dell’Ariston a me mette solo tanta tristezza. Alla prossima!
avellino durante la messa si canta soldi di mahmood 22 belve francesca fagnani alfonso signorini 1 avellino durante la messa si canta soldi di mahmood 19 mara venier con alfonso signorini
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