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Ci sta lavorando da due mesi una task force di 30 persone, tra legali, amministrativi e comunicatori, ma è tutto pronto per la messa on line dei curriculum, delle funzioni e degli stipendi di decine di manager e giornalisti Rai.
L’operazione “piena trasparenza” voluta da Campo Santo Dall’Orto a seguito della riforma Rai scatta lunedì dopo che il Dg e la Presidente Monica Maggioni avranno informato il litigioso Consiglio di Amministrazione sui criteri e le modalità adottate. Grande attesa per i nomi degli storici mandarini della Tv di Stato, ma anche dagli assunti dalla nuova gestione.
Dagospia è in grado di anticipare alcuni dei nomi e le retribuzioni che saranno pubblicati: il dg Antonio Campo Dall’Orto (circa 600 mila euro), Anna La Rosa, già direttore dei servizi Parlamentari e ora a disposizione del direttore del Tg3 (240 mila euro), Carmen La Sorella (200 mila), il direttore della Comunicazione Giovanni Parapini (250 mila), il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta (270 mila), il presidente di Rai Pubblicità Antonio Marano (390 mila), il direttore Risorse Televisive Andrea Sassano (220 mila), il direttore dell’odiato Canone, Marco Zuppi (240 mila), il neodirettore di Rai Sport, Gabriele Romagnoli (230 mila).
Dg e Presidente hanno lavorato fino a ieri sera ai dettagli e hanno rifinito i criteri e le scelte che presenteranno domani ai giornalisti e lunedì al Cda. Hanno riletto lo studio commissionato alla società internazionale Korn Ferry-Hay che ha esaminato le retribuzioni dei vertici, del Cda e dei circa 250 dirigenti Rai e le ha confrontate con quelle dei pari grado dei principali broadcaster europei, in primis la BBC, e delle altre aziende a partecipazione statale italiane. Il risultato è confortante. Non mancano casi eclatanti di ex direttori parcheggiati, reintegrati dopo cause in tribunale o in causa da anni con l’Azienda.
Sono noti a tutti e ogni volta fanno gridare allo scandalo i sempreverdi: Lorenza Lei, in contenzioso con la Rai, 240 mila euro; Tiziana Ferrario 238 mila, Francesco Pionati 200 mila. C’è una manciata di manager e giornalisti che sfondano in tetto dei 240 mila euro, frutto di lunghe carriere professionali o di scelte del passato che difficilmente possono essere corrette senza lunghe cause legali.
Ma Campo Dall’Orto e la Maggioni sono sereni per la squadra che hanno formato in questi mesi in Rai, quegli inserimenti dall’esterno che hanno sollevato nei mesi scorsi polemiche e discussioni. Secondo Korn Ferry la loro retribuzione media è del 10% inferiore alla media dei competitors. E anche rispetto al passato sono stipendi più bassi.
L’operazione trasparenza basterà per placare le polemiche? Difficilmente la rivoluzione, chiesta a gran voce dai grillini in Parlamento, li farà esultare di gioia. Molto probabilmente prenderanno l’occasione per attaccare il governo e la Rai.
anna la rosa telecamere gabriele romagnoli
Il primo esame, dunque, sarà lunedì in Cda. Poi con la messa on line dei nomi e delle retribuzioni ognuno potrà soddisfare il proprio voyeurismo. Chissà se l’operazione Rai sarà il pretesto per avere pubblicati anche gli stipendi di direttori e capiredattori dei principali quotidiani e network italiani? E se anche Enel, Eni, Finmeccanica, Poste e Ferrovie pubblicassero le retribuzioni delle prime linee?