Tracy Clark-Flory per “Salon”
«Quando le donne non ti parlano, ti si spezza il cuore. Perché oggi fanno così le schizzinose con gli uomini? Tutte le donne meritano di morire, speriamo che la prossima volta riuscirò a cavare loro gli occhi». A dirlo è stato Ben Moynihan, diciottenne di Portsmouth, Hampshire, accusato la scorsa settimana di tentato omicidio. Ha accoltellato tre donne che non conosceva, diventate il bersaglio della sua furia.
Sono sopravvissute, ma lui stesso ha confessato alla polizia che intendeva ucciderle. In un video Moynihan dà le sue motivazioni: «Ogni ragazza, a suo modo, è una puttana. Se la tirano, e ai ragazzi come me non danno alcuna possibilità. Sono ancora vergine, tutti hanno perso la verginità prima di me. Ecco perché voi siete il mio bersaglio». Mentre muove il coltello davanti alla telecamera, aggiunge: «Dovrò colpirvi al collo o al cuore, squarciarvi la gola o darvi fuoco. Spero che impariate la lezione e non vi prendiate gioco dei ragazzi come me. Meritiamo dignità».
Un anno fa il ventiduenne Elliot Rodger uccise sette persone, poi si suicidò. Nel suo manifesto di 141 pagine, postato su internet, chiariva le sue motivazioni, ribadite in un video messo on line poco prima degli attacchi: «Negli ultimi otto anni sono stato costretto a un’esistenza fatta di solitudine, rigetto, desideri insoddisfatti, e tutto perché le ragazze non sono attratte da me. Se non posso avervi, posso distruggervi».
Nel 2009, il 48enne George Sodini entrò in una palestra di Pittsburgh e freddò tre donne, ferendone molte altre. Anche lui postò on line il suo messaggio: «Non ho una ragazza dal 1984. Non so perché. Non sono né strano né brutto. Non faccio sesso da quando avevo 29 anni. Mi masturbo frequentemente. Le donne non mi degnano di uno sguardo nemmeno per un secondo».
Sono solo alcuni esempi della vendetta di uomini per mancanza di sesso. Certo, la salute mentale gioca un ruolo forte in queste situazioni, ma non tutti i masturbatori solitari finiscono per compiere massacri. Le loro presunte ragioni si conoscono bene, e ci suonano molto familiari. Stragi a parte, potrebbero sostenerle molti altri uomini.
Alla base, c’è il desiderio di controllare la sessualità femminile. Esiste dalla notte dei tempi e si mostra in vari modi, compreso quando si dice a una donna che è colpevole di aver provocato il suo stupro. Più le donne conquistano autonomia sessuale, più la rabbia maschile sale. I carnefici stessi sono vittime di una mascolinità tossica che proviene dalla nostra cultura. Una cultura che insegna che se non hai successo con le donne, allora non sei un vero uomo. Insegna che il modo appropriato per un uomo di esprimere le emozioni, è la violenza. Finché non cambia questo, uomini e donne pagheranno un prezzo alto.