Alessandro Gonzato per “Libero quotidiano”
Sottopagato, a volte non in regola, e sempre più a rischio di incidenti e rapine. La dura vita del "ragazzo delle pizze" in media vale cinque-sei euro all' ora, va per lo più dal giovedì alla domenica, e in quei giorni non conosce sosta, che piova o nevichi o tiri vento. Anzi, è proprio col maltempo che le pizzerie e le rosticcerie che consegnano a domicilio fanno il pieno di ordini: perché uscire a cena o per fare la spesa quando con una telefonata o un clic sullo smartphone ti viene portato tutto a casa in pochi minuti?
Oltretutto ormai l' offerta è vastissima: si va dalla pizza alla cotoletta, dal kebab al sushi, dal cibo messicano a quello indiano. Ci sono locali che per le consegne utilizzano il proprio personale e ce ne sono altri che si servono di aziende intermediare: le più conosciute sono Just Eat, Deliveroo, Glovo, Foodracers, Foorban, Foodora.
Alcune di queste nei giorni in cui Burian imbiancava le nostre città da Nord a Sud hanno deciso di non sospendere il servizio nonostante il rischio per l'incolumità dei fattorini, soprattutto per quelli in motorino. Certi Comuni, come quello di Bologna, avevano vietato la circolazione su due ruote, ma gli ordini e le consegne non si sono fermati.
«Potevo farmi male, è vero, ma avevo paura di perdere il posto se rinunciavo agli ordini» ci dice S.B, 20 anni, che due settimane fa a Milano, nonostante la neve e il ghiaccio, ha continuato a portare pizze nelle case. «Ho uno stipendio fisso, guadagno 500 euro al mese, non posso farne a meno: in questo modo mi mantengo gli studi. Altri guadagnano a consegna, e se rifiutano la chiamata non mettono via niente».
A Verona, non però a causa del maltempo, giovedì scorso è morto in un incidente durante una consegna in sella al proprio "Scarabeo" Tommaso Donisi, un ragazzo di 28 anni che faceva il pony-pizza in attesa di riuscire a commercializzare - era la sua idea - una bibita a base di canna da zucchero scoperta in Australia. Alle otto e mezzo di sera, nel pieno del servizio, si è schiantato contro una Yaris a poche centinaia di metri dall' Arena. Sempre a Verona in queste ore è ricoverato in condizioni serie un altro pony-pizza finito sull' asfalto durante il lavoro.
Gli incidenti sono all' ordine del giorno, e la colpa il più delle volte è dei ritmi frenetici a cui sono sottoposti i fattorini, che pur di lavorare spesso accettano anche di farlo in nero o con coperture assicurative minime. A inizio dicembre, a Trieste, a perdere la vita era stato un ragazzino di 17 anni, Diego Emili, investito da un' auto anche lui mentre stava effettuando una consegna in motorino. Pochi giorni dopo, a Rovigo, un altro drammatico schianto con protagonista un quarantenne.
Venerdì scorso a Livorno un 25 enne che stava attraversando a piedi le strisce perdonali per consegnare alcune pizze è stato travolto da un pirata della strada: il ragazzo fortunatamente se l' è cavata, si fa per dire, con la frattura della tibia e del perone.
È sufficiente poi dare un' occhiata al web per capire come le rapine a danno di questi fattorini siano aumentate esponenzial mente negli ultimi tempi: "Alghero: rapina al pony pizza. Tre arrestati", "Bologna: ordinano la pizza, poi la rapina", "Mestre (Venezia): se la prendono col pony express e gli rubano lo scooter", "Ravenna: calci e pugni al fattorino della pizza per rapinarlo". «Lavoriamo fino a tardi e quando facciamo le consegne in posti isolati c' è da aver paura» ci dice il pony-pizza milanese. «Siamo obiettivi facili. Alcuni miei colleghi sono stati rapinati anche più di una volta».
Sempre più fattorini stanno aderendo ai vari sindacati sociali: i pony pizza chiedono soprattutto contratti che non li obblighino a sfrecciare per la città nel tentativo di effettuare più consegne possibili e la revisione costante dei mezzi su cui lavorano che spesso sono dei ferrivecchi.