Dagoreport dal "New York Times"
WIKILEAKS JULIAN ASSANGENegli ultimi giorni Wikileaks ha pubblicato -senza passare per i giornali- 134mila dispacci sul suo sito. I documenti del Dipartimento di Stato americano non sono censurati, e dunque si possono leggere i nomi delle fonti, anche di quelle classificate come segrete. Centinaia di informatori sparsi in tutto il mondo, operatori umanitari, attivisti politici e comuni cittadini, dalla Cambogia all'Africa Occidentale, sono ora a rischio di ritorsioni per aver confidato ai diplomatici americani informazioni sensibili su governi, organizzazioni internazionali, e aziende private.
Sostenitrice di AssangeÈ un durissimo colpo per gli USA e per la loro rete di collaboratori stranieri. All'epoca della prima diffusione dei dispacci, lo scorso inverno, i giornali che collaboravano con Wikileaks si erano premurati di nascondere i nomi degli informatori citati nei documenti.
Sostenitrice di AssangeStavolta, l'organizzazione di Assange ha scelto di agire da sola, senza il controllo delle redazioni del ''Guardian'' o del ''NY Times'', per "massimizzare l'impatto della rivelazione delle informazioni", e dimostrare che "Wikileaks non aveva affatto ridotto le sue attività negli ultimi mesi", come si legge in una nota dell'organizzazione.
Nel frattempo, continuano le fasi preliminari del processo penale contro Wikileaks nella cittadina di Alexandria, in Virginia, nei pressi di Washington. Ancora non si è arrivati all'incriminazione (la definizione di tutti i capi di imputazione), ma c'è da scommettere che quest'ultima mossa, che può mettere a repentaglio la vita di centinaia di persone, americane e non, avrà un peso nella raccolta di prove contro Assange e i suoi collaboratori.