1- L'11 SETTEMBRE DI OSLO
Alessandro Sala per Corriere.it
Un'autobomba esplode nel centro di Oslo, a pochi passi dal palazzo che ospita gli uffici del primo ministro e dalla redazione di un quotidiano. E poco più tardi raffiche di mitra si abbattono sui giovani del partito laburista, radunati per un campo estivo nell'isola di Utoya, a una cinquantina di chilometri dalla capitale. Aspettavano il premier Jens Stoltenberg, il leader carismatico del movimento politico, che avrebbe dovuto portare il proprio saluto e il proprio incoraggiamento. Su di loro si scatena invece l'apocalisse: uno, cinque, dieci. Alla fine saranno ottantaquattro a cadere sotto i colpi sparati a ripetizione.
OSLO-Il cuore della capitale e una placida isola sul Tyrifjorden, uno dei più grandi tra i laghi della zona. Da una parte e dall'altra morti e feriti. È un'ecatombe. Un bilancio che con il passare delle ore si fa sempre più pesante. Complessivamente le vittime sono almeno diciassette, ma forse il numero è destinato a salire ancora.
La polizia, che all'inizio si mantiene cauta, già nel tardo pomeriggio non ha più dubbi: la Norvegia è sotto attacco e i due episodi sono certamente collegati tra loro. I dettagli restano tutti da accertare, ma il quadro è chiaro. Non si tratterebbe, tuttavia, di terrorismo internazionale, legato magari ad una matrice islamica, come ipotizzato in un primo tempo: gli investigatori credono piuttosto che si sia trattato di un attacco tutto interno, ad opera di estremisti locali, mirato a scardinare il sistema politico nazionale.
OSLO-SCENARI DI GUERRA A OSLO
LA PRIMA ESPLOSIONE - Il venerdì nero della capitale norvegese inizia alle 15,26. E' a quell'ora che una forte esplosione viene avvertita nel cuore della città, in un'area dove sorgono gli uni vicini agli altri i palazzi che ospitano le principali sedi istituzionali e i gruppi editoriali più influenti del Paese.
OSLO-Lo scoppio avviene sulla Akergataa, la strada che porta alla fortezza di Akershus, lo storico bastione eretto a protezione del porto, e all'Aker Brygge, il molo che divide i moderni palazzi della Oslo più trendy e la città storica e dove sorge anche il Nobel Peace Center, dedicato ai grandi uomini che negli anni hanno ricevuto l'ambito riconoscimento.
OSLO-Ma questo è il venerdì nero della nazione e lo scenario nel cuore cittadino è di guerra, non di pace. La deflagrazione distrugge gli edifici che si affacciano sulla strada e fa saltare le finestre di tutti quelli circostanti. Lo scoppio, i detriti e le schegge di vetro si abbattono sui passanti. All'inizio si parla di due vittime, ma le immagini che via via giungono dalla capitale lasciano intendere che quel numero dovrà per forza cambiare. Alla fine si parla di 7 morti e di diversi feriti, tra cui alcuni in condizioni particolarmente gravi.
OSLO-OSLO-MISURE D'EMERGENZA - Il primo ministro, al momento dell'esplosione, non è alla sua scrivania e non è neppure nel palazzo. Le autorità si affrettano a far sapere che sta bene e che è in un luogo che per motivi di sicurezza non sarà rivelato. Tutto il centro viene evacuato, la stazione centrale è svuotata e perquisita minuziosamente. Si controllano i pacchi ancora non aperti arrivati in giornata nelle redazioni dei giornali. Gli artificieri perlustrano monumenti e edifici, i parchi pubblici e le altre sedi istituzionali. Si temono nuovi scoppi, nuove vittime. Il governo si riunisce in una località segreta e stabilisce misure di emergenza.
L'esercito presidia le strade, si sospendono gli accordi di Schengen e si ristabiliscono i controlli alle frontiere. Dal web arriva la prima rivendicazione: la firma il gruppo terroristico Ansar al-Jihad al-Alami in un forum jihadista, mettendo gli attentati in relazione alla presenza della Norvegia in Afghanistan e agli «insulti» al profeta Maometto arrivati con la pubblicazione delle ormai note vignette satiriche danesi, rilanciate dai giornali scandinavi. Le autorità non sembrano però avallarla.
OSLO-OSLO-LA SPARATORIA DI UTOYA
LA STRAGE SULL'ISOLA - A distanza di un paio d'ore, a qualche decina di chilometri dall'Akergataa che ormai appare come un campo di battaglia, scoppia di nuovo l'inferno. Un uomo vestito da poliziotto irrompe nella location in cui sono radunati i giovani laburisti per il loro meeting annuale. Un campus estivo, tra politica e natura.
L'uomo è in divisa e forse per questo all'inizio nessuno bada al fatto che tra le mani ha una mitraglietta. All'improvviso la impugna e apre il fuoco. Si scatena il panico: è un fuggi fuggi generale e qualcuno per cercare scampo dalla pioggia di proiettili si getta in acqua e cerca di raggiungere la terraferma a nuoto. Anche in questo caso all'inizio le stime sulle vittime sono prudenti e la tv parla di quattro o cinque tra morti e feriti. Poi la realtà prende il sopravvento: su una spiaggia alcuni testimoni contano non meno di 20-25 cadaveri. La polizia parla invece di una decina.
OSLO-OSLO-Ma nella notte si scoprono altri corpi. Il conteggio va avanti, si arriva a un'ottantina. E oltre. Avrebbero potuto essere molti di più: piazzati in vari punti di Utoya sono stati trovati alcuni ordigni non esplosi. Alla fine l'attentatore viene fermato e arrestato. E' un bianco, alto un metro e novanta, dall'aspetto decisamente scandinavo. In serata il capo della polizia di Oslo, Sveining Sponheim, rivela che l'uomo - che viene accertato essere un norvegese - sarebbe stato avvistato con un atteggiamento sospetto, sempre travestito da poliziotto, anche nelle vicinanze del luogo dell'attentato di Akergataa.
OSLO-OSLO-Ma non trapela nulla di più su chi sia e per conto di chi abbia agito. Il premier Stoltenberg e il suo ministro della giustizia alla sera si rivolgono alla nazione: «Dobbiamo reagire e dobbiamo farlo in nome della democrazia». E ancora: «Prenderemo i colpevoli e li metteremo di fronte alle loro responsabilità». Sulla matrice degli attentati, però, le bocche sono cucite: «Ci sarà tempo per parlarne, ma non ora». La polizia ha specificato di aver trovato ordigni inesplosi sull'isola, mentre a Oslo altro esplosivo è stato rinvenuto vicino alla sede di un tv, come confermato dalla stessa emittente.
OSLO- OSLO-VERIFICHE SUGLI ITALIANI - L'ambasciata italiana a Oslo si muove per verificare l'eventuale presenza di connazionali sul luogo dell'attentato. Pierluigi Cammarota è l'incaricato d'affari dell'ambasciata: «Il nostro personale si è recato presso il principale ospedale di Oslo, dove sono stati trasportati tutti i feriti, per verificare l'eventuale coinvolgimento di nostri connazionali. Ma al momento non ne risultano». Sono circa tremila gli italiani che vivono stabilmente nel territorio norvegese, tuttavia in questo periodo estivo è molto elevato anche l'afflusso di turisti. Per Cammarota, «la Norvegia come altri paesi Nato partecipa alle operazioni in Afghanistan e in Libia ed è quindi potenzialmente esposta ad attacchi terroristici, ma al momento non si può avallare nessuna ipotesi particolare».
2- IL SOSPETTO KILLER È IL 32ENNE NORVEGESE ANDERS BEHRIN BREIVIK. SU FACEBOOK SI DESCRIVE: "CONSERVATORE E CRISTIANO". SU TWITTER UNA CITAZIONE DEL FILOSOFO STUART MILL: "UNA PERSONA CON UN CREDO HA ALTRETTANTA FORZA DI 100.000 PERSONE CHE NON HANNO INTERESSI"
Guido Olimpio per Corriere.it
La polizia norvegese, sotto choc come l'intero paese, ha fornito informazioni scarse sui responsabili della strage. Accantonata sin dalla serata di venerdì la pista qaedista, gli investigatori sono concentrati su quella neonazista. L'unico arrestato - un norvegese di 32 anni - ha idee di estrema destra ed è anti-islamico. Anders Behrin Breivik - questo il suo nome - è stato catturato sull'isola dove ha compiuto il massacro di giovani socialisti.
MUSICA CLASSICA E VIDEOGAME - Sulla pagina "Facebook" - sempre che sia la sua - il presunto killer si descrive così: conservatore, di fede cristiana, ama la musica classica e i videogiochi Modern Warfare 2 (di guerra) e World Warcraft. I suoi film preferiti sono il Gladiatore e 300, quest'ultimo dedicato alla battaglia delle Termopili e al sacrificio dei guerrieri spartani per fermare i persiani. Interessante l'unico messaggio lasciato il 17 luglio su "Twitter". E' una citazione del filosofo britannico, John Stuart Mill: «Una persona con un credo ha altrettanta forza di 100.000 persone che non hanno interessi».
OSLO-OSLO-L'INCUBO DI OKLAHOMA CITY - Gli investigatori vogliono capire se Breivik abbia dei complici, qualcuno che lo abbia aiutato nel preparare l'esplosivo poi impiegato nel centro di Oslo. Per una fonte della polizia l'attacco ricorda quello di Oklahoma City, negli Usa (1995). In quell'occasione una coppia di attentatori di estrema destra colpì il palazzo federale con un camion-bomba: 250 le vittime.
Esplosione a OsloUn'operazione eversiva concepita e condotta da militanti anti-stato. Breivik appartiene a un gruppo neonazista o ha agito da solo? E il movente del massacro? La polizia, per ora, non ha risposte precise ma deve trovarle in fretta. Per comprendere se la Norvegia, oltre che a difendersi dalla minaccia qaedista (sempre presente), deve vedersela con un nemico interno non meno insidioso e letale.