Sarina Biraghi per ''La Verità''
Nel Pd oramai volano gli stracci, pubblicamente, anche alla vigilia del voto in 761 Comuni quando, tra i circa 7 milioni di cittadini chiamati alle urne, molti si chiedono che fine abbia fatto il loro partito. Ma si sa, quelli del Pd sostengono che «al loro interno» c' è dialogo e confronto tipo quello di ieri tra l' ex ministro dello Sviluppo Carlo Calenda, fresco di tessera dem, e Francesco Boccia che dal 2008 ha attraversato tre legislature da deputato piddino.
rocco crimi con francesco boccia
A maggio c' era già stato uno scontro su twitter a colpi di «cozze pelose» e case in «Via Condotti», ma dopo che il neo ministro Luigi Di Maio ha spiegato che sull' Ilva non prenderà decisioni finché non avrà ascoltato proprietà, sindacati e sindaco di Taranto, sono ripartite le stilettate tra l' ex ministro pariolino e il parlamentare pugliese.
Il capogruppo Pd in commissione speciale alla Camera ha twittato rivolgendosi a Calenda: «Trasparenza, si chiama trasparenza e non fare il bullo con me perché non attacca. @luigidimaio dovrà tenere aperta #Ilva perché è giusto così. Ma nel @pdnetwork dobbiamo ripartire da una posizione unica e tu devi chiarire molte cose tra #Taranto, #Piombino e #Bxl. A presto».
L' ex ministro, ha immediatamente risposto: «Disturbi della personalità di @FBoccia che vuole confronto con me su Ilva. Francesco sei del Pd! Devi chiederlo a Di Maio il confronto! Alle brutte a Salvini. Falla finita. Di buffoni in giro ce ne sono già troppi. E Ilva è questione troppo seria per vostre battaglie interne al Pd. Basta! mi sono stancato di polemiche pubbliche interne al Pd.
Questa è l' ultima risposta che ti do. Su Ilva ho chiarito tutto fino all' esaurimento in ogni sede. Se vuoi altre risposte chiamami. Confronti li faccio con gli avversari.
carlo calenda tessera pd con maurizio martina
Quando finalmente ti iscriverai ai 5s ripassa».
Tutto finito? Per niente.
Boccia non ci sta e in un convegno a Bari ha insistito: «I pugliesi sono tutti stanchi delle inutili provocazioni dell' ex ministro Calenda.
Chiederò nelle prossime ore a Martina di convocare una riunione del Pd su Ilva e Tap.
Il Pd dovrà essere unito su queste due partite fondamentali per la politica industriale italiana». E sulla crisi del Pd non ha lesinato critiche: «La sinistra deve tornare per strada. Io ho invitato molte persone, a partire da Calenda, a venire per strada, anziché vivere su Twitter o nei salotti. C' è il tempo per la tv e c' è il tempo per la strada.
Vorrei che Ilva e Tap diventassero il primo Rubicone. Se c' è chi pensa che il Pd debba essere il partito di Macron significa che siamo su un' altra strada. La sinistra deve tornare tra gli ultimi. Io penso che questa cosa si possa fare solo con un grande congresso».
A mettere una pietra tombale sul Pd ieri ci ha pensato anche Andrea Orlando: «Il partito non esiste più in gran parte del Paese e dove esiste sarebbe meglio non esistesse».
L' ex ministro della Giustizia ha detto chiaramente che soprattutto al Sud il partito va ricostruito, che i quadri politici devono ricreare un rapporto con la società e che «risolveremo la crisi del Pd non con patti sindacali ma imponendo noi l' iniziativa politica con chiarezza e radicalità. Ora abbiamo quel che resta del partito che è orientato in una direzione e il campo del centrosinistra che va tutto in un' altra direzione.
Cambiamo le regole e andiamo subito al congresso non possiamo stare in un limbo in cui non si capisce chi detta la linea».
Infatti, con questa confusione è difficile che l' elettore di sinistra trovi l' urna.