Tommaso Labate per il Riformista
mario di domenico - dipietro«Il colpo allo Stato, questo sarà il titolo. Siamo in fase di editing».
È il famoso libro \"contro Di Pietro\", no? Sicuramente sarà una bomba.
«Non voglio parlare di bomba. Diciamo che è il mio contributo alla storia di questo Paese, scritto anche in nome della difesa della libertà di pensiero garantita dalla Costituzione».
Addirittura.
«Voglio fare luce su quello che successe tra il \'92 e il \'93».
La voce che risponde alle domande del Riformista è quella dell\'avvocato Mario Di Domenico. Massì, proprio lui, il nemico giurato di Tonino Di Pietro, che tra poco sarà in libreria con il suo \"Colpo allo Stato\". Di Domenico è stato per anni uno strettissimo collaboratore dell\'ex pm. «Fino a che un giorno non gli scrivo una lettera e lui, per tutta risposta, mi caccia dal partito».
Sintesi della lettera?
Gli scrissi, era il 2004: \"Adesso basta toccare i fondi del partito. Applica lo statuto\".
Risposta?
L\'espulsione immediata dall\'Idv.
FALCONE E BORSELLINODa qui l\'idea di scrivere il libro?
L\'idea del libro nasce nel corso degli anni. Io e i miei collaboratori ci siamo accorti che nel biennio 1992-93 ci furono due eventi giudiziari devastanti.
Beh, non sembra proprio un inedito.
Sì, ma mentre a Palermo Falcone e Borsellino davano seguito ai dettami del maxiprocesso cercando di arginare le malversazioni mafiose nei confronti dello Stato, a Milano Di Pietro e il pool di Mani Pulite lo massacravano, lo Stato.
Si spieghi meglio.
borrelliCi sono delle stranezze. Oggi Di Pietro va da Fabio Fazio e dice che lui collaborava con Falcone e Borsellino mentre all\'epoca, al contrario, diceva di non riconoscersi nei metodi d\'indagine dei magistrati siciliani.
Sta dicendo che Di Pietro ha rifilato una bugia ai telespettatori di \"Che tempo che fa\"?
Sì. Lo dice anche Borrelli che le indagini di Milano non riguardavano la mafia.
E quindi?
Mi spiego. Dopo il Maxiprocesso Borsellino voleva che nascesse il movimento civico di una nuova legalità. Fondando l\'Italia dei valori, invece, Di Pietro crea un partito personale.
E l\'ipotesi del «colpo allo Stato», quando arriva?
Basti pensare che la Cia si avvicinò all\'inchiesta di Mani Pulite nel luglio \'92. Borrelli e Davigo andarono a parlarne da Scalfaro ma il capo dello Stato non voleva sentire parlare di quelle cose.
FRANCESCO COSSIGANe è proprio sicuro, avvocato?
E poi basta prendere i danni provocati, anni dopo, dalla decisione di Di Pietro di fondare il suo partito, che non ha nulla a che vedere con il movimento per una nuova legalità. Vuol sapere come la penso? Io credo che l\'Idv faccia più danni alla magistratura che alla politica. Perché alimenta la politicizzazione dei giudici e quindi...
\'92, \'93, Stato, Milano, Palermo, mafia, Tangentopoli. Tutto in un sol libro.
Sa, io e i miei collaboratori ci siamo pure chiesti chi fosse il \"puparo\", il grande burattinaio. Però non l\'abbiamo scritto. Le risposte le abbiamo trovate nell\'ultimo libro di Cossiga, Fotti il potere.
Chi è il puparo?
Cossiga sostiene che Mani Pulite era spinta dall\'Fbi. Per cui, tra Mani Pulite ed Fbi, si faccia due conti...
Fbi? Ma non era la Cia?
La Cia c\'entrava e forse, stando alla lettura di Cossiga, anche l\'Fbi.
Ma la storia delle famose case di Di Pietro? Non ci dica che nel libro non c\'è...
Alla storia degli «affari» di Di Pietro è dedicata una piccola parte del libro. Quel signore si è attribuito i fondi del partito destinandoli alla sua associazione.
dipietro contradaMa i magistrati gli hanno sempre dato ragione, finora.
No, hanno sempre archiviato tutto. Sa, io faccio l\'avvocato e ho visto tante indagini \"strane\". Può capitare. Ma quando c\'è quel signore di mezzo, misteriosamente si arriva sempre all\'archiviazione.
Anche l\'ufficio di presidenza della Camera dei deputati ha dato ragione a Di Pietro.
Sa com\'è, la Camera non è che indaga sempre così a fondo...
Ma è sicuro di quello che dice?
Le racconto un episodio. In una causa ho presentato un documento che testimoniava di euro 36.000 annui che Di Pietro elargiva alla Mura. Di Pietro ne ha presentato uno in cui, invece, mancava uno zero. Da 36.000 a 3.600 euro.
Ma lei che ci azzeccava con Di Pietro? Come l\'aveva conosciuto?
Quando lui era ancora pm e io un giovane avvocato. Poi ci siamo rivisti quando è nata l\'Idv. Vede io volevo a tutti i costi un partito che si occupasse del mantenimento dei fondi agli invalidi da lavoro.
Invece?
Sono finito in un partito personale, peggio di quello di Berlusconi. E non dimentichiamo che Di Pietro ha tradito, più di chiunque altro rappresentante del popolo, la lezione di Berlinguer sulla questione morale...