LA FAMOSA LETTERA DI CIRIELLI
1- DAGOREPORT
Ecco qui (allegato), in esclusiva, la famosa lettera che la settimana scorsa ha amplificato la liaison Carfagna-Bocchino, liaison che nasce da una lunga e affettuosa amicizia che da anni alimenta gli addetti ai livori più gossippari. E ha portato il capogruppo finiano a scegliere tutto lo staff ministeriale attualmente in servizio con la ministra, uno staff doc targato Bocchino.
Vediamo la cronaca dello scazzo con il potentissimo Denis Verdini, arricchita da qualche particolare inedito.
- Ore 19:30 di mercoledì, il deputato caldoriano Lucio Barani riesce ad avere alla Camera una copia della lettera di Cirielli e la fa subito avere alla Carfagna seduta al banco del governo.
- Ore 19:40, la preferita del Banana esce imbufalita dall\'aula e placca Verdini all\'angolo con il corridoio adiacente alla buvette, se ne sentono di tutti i colori anche se le agenzie ne riportano solo una piccola parte, in particolare il coordinatore le dice più volte \"ora però stai calma\" mentre lei giura con gli occhioni sbarrati (da qualche fix malriuscita di botox) che al momento giusto convocherà una conferenza stampa.
Italo Bocchino e Mara Carfagna foto La presse CARFAGNA-BOCCHINO- Ore 19:45, la Carfagna lascia Verdini e di lì a poco la ministra inizia nel pieno centro del Transatlantico un lungo conciliabolo con il suo Italo Bocchino, tradotto in immagini da Alessandra Mussolini e altri - e sono gli altri che hanno dato a Dagospia la foto, non la Duciona).
- Ore 19:55, la Carfagna entra in aula ad occhioni spalancati sull\'abisso, va a prendere la ministra e amica Maria Stella Gelmini (identico taglio a caschetto, ma vanno dallo stesso parrucchiere? Sì, Roberto D\'Antonio, piazza di Pietra) e le due si ributtano su Verdini, anche stavolta senza esito.
mara carfagna italo bocchino corriereIl resto è cosa nota. Resta in piedi la minaccia, neppure velata, della conferenza stampa in cui Mara Carfagna annuncerà tra mille polemiche il suo addio all\'Eros di Palazzo Grazioli, al Priapo di Tor Crescenza, al riappiccica-cazzi di Palazzo Chigi. Sempre che qualche maldestro Feltrusconi, come si mormora in Transatlantico, non decida di raccontare prima un po\' di episodi sulla ex valletta di Davide Mengacci e Giancarlo Magalli, scoperta da Michele Guardì...
Micaela Biancofiore Italo Bocchino e Mara Carfagna2- LE TRE MINISTRE E LE INTERCETTAZIONI HARD - RISPUNTA IL FANTASMA DELL\'ESTATE 2008
Fabrizio d\'Esposito per Il Riformista
Da quando, nel tardo pomeriggio di venerdì, è deflagrato il caso Carfagna, un fantasma è tornato ad aleggiare sui due palazzi romani del Sultano, Chigi e Grazioli. Come dimostra l\'avvertimento a mezza bocca che si lasciano scappare dall\'inner circle del Cavaliere: «Mara? Non le conviene andarsene...».
Il fantasma è quello famigerato delle intercettazioni hard della collezione primavera-estate 2008. Procure di Milano e Napoli. Mai uscite, però. Brandelli di conversazioni comparsi qua e là nelle redazioni, compresa la nostra. Il primo vero sexgate del Cavaliere. Quello più dirompente, per certi versi. Tre le presunte protagoniste delle intercettazioni hard sul premier: Mara Carfagna, Mariastella Gelmini, Michela Vittoria Brambilla. Tre ministre.
berlusconi carfagnaPer Silvio Berlusconi la paura fu tale che cercò di forzare la mano sul bavaglio alle intercettazioni. Nacque così lo spudorato giallo del refuso. Per il consiglio dei ministri era pronto un ordine del giorno con la dicitura «dl intercettazioni». Decreto legge, addirittura. Il Colle si infuriò e intervenne e Berlusconi fu costretto a fare marcia indietro e smentire: «Il sottosegretario Letta mi ha avvertito che nell\'ordine del giorno del cdm c\'è stato un errore materiale. Ci sarà un disegno di legge e non un decreto legge sulle intercettazioni». Ddl, non dl. Mah.
IGNAZIO LA RUSSA DENIS VERDINIIL TERRORE DI MARA
Il testo delle intercettazioni era talmente piccante e imbarazzante per il premier (e le tre ministre) che nel paese si creò uno spasmodico clima di attesa. Dagospia parlò di «Apocalisse vicina». Al centro della tempesta proprio lei, la Mara che sta scappando a gambe levate dal bunker. I dipietristi ci andarono giù duro. Accusarono Berlusconi di essere un «magnaccia», sic et simpliciter. Le intercettazioni parlavano di sesso orale e Donadi dell\'Italia dei Valori fece un paragone con il caso Lewinsky.
Con una differenza, però: «Clinton, Monica Lewinsky non l\'ha portata al governo». Le conversazioni dell\'Apocalisse, in base alla vulgata di Palazzo, sarebbero dovute apparire sull\'Espresso. A Viale Mazzini fu predisposto anche un piano di emergenza con vari speciali sulle reti nazionali per dare spazio alle ragioni del premier. Ma non successe nulla. Quei preziosi testi rimasero chiusi in un cassetto. Anzi, in una cassaforte, come sostiene qualcuno. Domanda finale, quindi, dei falchi del Pdl: «Mara è sicura che se va via non uscirà nulla come è successo fino a oggi?». Già.
Carfagna-MussoliniI FORNITORI DELLE MINI
Per rimanere in tema. Ma nel bunker del Cavaliere si continua a fare bunga bunga? Del resto il clima è propizio. Anzi, il mese. Novembre è infatti il mese magico del bunga bunga del Sultano-Drago divoratore di vergini. Le notti magiche di Patrizia D\'Addario, matura escort munita di registratore, si collocano nel novembre del 2008, pochi mesi dopo il giallo delle intercettazioni sulle ministre.
Patrizia entra nel lettone di Putin per giacere con il premier in contemporanea con un evento storico in America: l\'elezione di Obama, la prima volta di un presidente nero. Tre settimane dopo, sul finire di novembre, una trasferta del Cavaliere in Umbria per rilassarsi e fare bunga bunga nel centro benessere di Mességué.
Come già accaduto con la D\'Addario, anche questa volta a procurare le ragazze è l\'imprenditore pugliese Tarantini, che chiama pure l\'amico Silvio per chiedergli informazioni sulla strada da fare. Un\'epoca grassa di regali e feste. L\'epoca delle Mini donate alle invitate delle varie residenze del premier.
Monica Lewinsky e Bill ClintonE che adesso tornano d\'attualità grazie allo scoop di Novella 2000, il settimanale Rcs diretta da Candida Morvillo: Nicole Minetti, l\'igienista dentale eletta consigliere regionale in Lombardia, nonché tra le protagoniste del Rubygate, ha una Mini sottoposta a fermo amministrativo. In merito: il premier ha due fornitori di Mini, tra Milano e Roma. E quello della capitale è parecchio noto.
5- 8 LUGLIO 2008: LA FEROCE INVETTIVA DI SABINA GUZZANTI CONTRO MARA CARFAGNA, CHE QUERELò, ALLA MANIFESTAZIONE \"NO CAV DAY\" A PIAZZA NAVONA (): \"A ME NON ME NE FREGA NIENTE DELLA VITA SESSUALE DI BERLUSCONI. MA TU NON PUOI METTERE ALLE PARI OPPORTUNITÀ UNA CHE STA LÌ PERCHÉ T\'HA SUCCHIATO L\'UCCELLO...\"
Da \"la Repubblica\" dell\'8 luglio 2008
http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/politica/giustizia-5/guzzanti-navona/guzzanti-navona.html
L\'AFFONDO DELLA GUZZANTI: VIDEO http://tv.repubblica.it/copertina/carfagna-l-affondo-della-guzzanti/22003?video
TARANTINI DAVANTI ALLA SUA CASA ROMANA\"A me non me ne frega niente della vita sessuale di Berlusconi. Ma tu non puoi mettere alle Pari opportunità una che sta lì perché t\'ha succhiato l\'uccello, non la puoi mettere da nessuna parte ma in particolare non la puoi mettere alle Pari opportunità perché è uno sfregio\".
carfagna-berlusconiQuella di Sabina Guzzanti contro Mara Carfagna è probabilmente l\'invettiva più insultante e violenta della sua lunga e controversa carriera. L\'attrice partecipa alla manifestazione \"No Cav\" di piazza Navona e sul palco si scatena in un attacco furibondo contro la ministro delle Pari opportunità, il cui nome era circolato nei giorni scorsi a proposito delle intercettazioni \"calde\" che coinvolgevano il presidente del Consiglio. Inevitabile, a nemmeno un\'ora dalla conclusione della manifestazione, l\'annuncio di una querela da parte del ministero. Che in una nota definisce l\'attrice \"la figlia del parlamentare di Forza Italia Paolo Guzzanti\".
Nel mirino, però, ci sono anche Papa Ratzinger, che \"fra vent\'anni sarà all\'inferno, tormentato da diavoloni frocioni\", e Lamberto Dini, perché a suo guidizio \"hanno accusato la sinistra radicale e Clemente Mastella ma è stato Dini a far cadere il governo, probabilmente come ex direttore della Banca d\'Italia tiene qualcuno per le palle\". Ce n\'è anche per Walter Veltroni, \"che prima dice \'non delegittimiamo le persone\', poi però a Berlusconi non lo chiama mai per nome, come Emilio Fede quando fa finta di non ricordare chi siano le persone di cui parla, non è una tecnica che mostra rispetto\".
moo08 sabina guzzanti Nicole Minetti\"L\'osteria delle ministre\". L\'intervento di Sabina Guzzanti comincia in rima. Stornella a braccio parafrasando una vecchia canzone romana: \"Osteria delle ministre / paraponzi ponzi po / le ministre son maestre / paraponzi ponzi po / e se al letto son portento, figuriamoci in Parlamento / dammela a me Carfagna / pari oppportunità\". E\' un attacco preciso, quello contro la ex soubrette diventata ministro. Guzzanti recupera la polemica dei giorni scorsi sull\'opportunità o meno della pubblicazione delle intercettazioni \"private\" del presidente del Consiglio, e ricorda come la giornalista Ritanna Armeni abbia definito \"una caduta di stile e un\'offesa\" il paragone fra la Carfagna e Monica Lewinski (paragone sollevato dal deputato dell\'Idv Massimo Donadi, secondo il quale \"i cittadini americani avevano avuto l\'opportunità di conoscere la moralità del presidente Clinton\"), giudizio al quale era seguìta una condanna bipartisan delle critiche piovute sul ministro. \"Quello fra la Carfagna e la Lewinski - chiosa Guzzanti - è un paragone del cazzo\".
\"E il Cavaliere è contento\". Del polverone sollevato, insiste l\'attrice, \"il Cavaliere è contento, perché dice che gli italiani non si scandalizzano e che, anzi, il gallismo piace\". \"La prossima volta allora - continua - Berlusconi potrà fare un passo ancora più importante: il giorno del giuramento dei ministri del governo potrà dire \'pari opportunità, succhiamelo\', col plauso di tutti gli italiani\". E \"per quei quattro gatti che non subiscono il fascino del gallismo - dice Guzzanti - sono rimaste poche speranze: una è il Viagra, e l\'altra è la mobilitazione sindacale delle prostitute , solo che le prostitute non si fidano, perché dicono che i sindacati sono corrotti\".
\"Sui blog si discute di fellatio\". Gli applausi dalla piazza si moltiplicano, parte qualche \"Brava Sabina\". Lei legge alcuni messaggi di blogger, contro il governo, contro Berlusconi, contro il lodo Alfano, ancora contro la Carfagna. \"Il dibattito su internet e sui blog è acceso - spiega - si discute se è più opportuno chiamarli fellatio o pompini\".
nicole minetti Sabina GuzzantiIl Papa e la \"menzogna\" della Sapienza. A metà intervento, il mirino di Sabina Guzzanti si sposta verso il Vaticano, ed è anche una delle parti più esagitate del monologo. \"Il governo - dice - è caduto in buona parte anche grazie a Ratzinger, con quella porcheria della negata partecipazione a La Sapienza. La menzogna della censura a Ratzinger è stata sostenuta da tutti i media e i politici, salvo le solite, rilevanti eccezioni. Questo significa avere il controllo dei media, inventare una polemica che non sta né in cielo né in terra, perché non c\'è motivo al mondo - urla l\'attrice - percui Ratzinger debbe inaugurare l\'anno accademico delle nostre università\".
\"Il Papa all\'inferno, dove deve stare\". L\'attacco a Benedetto XVI continua: \"Grazie alla legge Moratti - dice Guzzanti - fra vent\'anni gli insegnanti saranno scelti dal Vaticano, ma fra vent\'anni Ratzinger sarà dove deve stare, cioè all\'inferno, tormentato da diavoloni frocioni attivissimi, e non passivissimi. Non come i gay che hanno accettato di spostare il Gay Pride a Bologna perché a Roma, a San Giovanni, c\'era un coro di preti. E \'sti cazzi, si direbbe in una repubblica democratica\".
carfagna-berlusconi Mara Carfagna amarcord da Oggi\"La Carfagna, uno sfregio\". La Guzzanti torna ad attaccare Mara Carfagna verso la fine del suo intervento dal palco di piazza Navona. \"Io non sono una moralista - dice - come ci accusano gli opinionisti che non hanno nemmeno un vocabolario, perché la parola \'moralista\' ha un significato e per usarla sui giornali lo devi conoscere. Moralista è Casini, divorziato tre volte, moralista è Mele (il deputato dell\'Udc coinvolto in uno scandalo di squillo e cocaina, ndr). A me non me ne frega niente della vita sessuale di Berlusconi - grida l\'attrice, fra le ovazioni del pubblico - ma tu non puoi mettere alle Pari opportunità una che sta là perché t\'ha succhiato l\'uccello. Non la puoi mettere da nessuna parte ma in particolare alle Pari opportunità, perché è uno sfregio. Vattene!\".
Guzzanti vs Carfagna