PISAPIA - MORATTI
1 - PISAPIA, BUCO DA 186MLN, MORATTI HA MENTITO...
(ANSA) - Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia e il suo assessore al Bilancio Bruno Tabacci hanno lanciato un allarme sui conti del Comune, denunciando un potenziale disavanzo per il 2011 di 186 milioni di euro in spesa corrente e accusando l\'ex sindaco Letizia Moratti di aver mentito quando l\'ultimo giorno del suo mandato annunciò un attivo di 48 milioni.
\"Siamo davanti a un disavanzo potenziale - ha detto Pisapia - di 186 milioni di euro, la nostra è un\'analisi che si basa su documenti che erano già in possesso all\'amministrazione comunale, quindi noti anche alla passata amministrazione, quanto detto dall\'ex sindaco Letizia Moratti non corrisponde dunque al vero\".
L\'analisi dei conti è stato l\'argomento principale della prima riunione operativa della Giunta Pisapia, e l\'assessore Bruno Tabacci ha sottolineato la necessità di mettere in campo una manovra complessiva per riuscire a riequilibrare un bilancio che - ha denunciato - al momento copre le spese correnti con entrate straordinarie. \"Servono scelte di indirizzo - ha detto Tabacci - nel brevissimo periodo, altrimenti non c\'é copertura per le spese non obbligatorie\".
Pisapia Moratti2 - PISAPIA, SU RIORDINO CONTI CE LA FAREMO DA SOLI...
(ANSA) - Malgrado l\'allarme su un possibile disavanzo di 186 milioni di euro a fine 2011 nel bilancio del Comune di Milano, il sindaco Giuliano Pisapia ha escluso che Palazzo Marino chiederà una legge ad hoc per il capoluogo lombardo al governo. \"Milano ce la farà da sola - ha assicurato Pisapia - se ci sarà una buona amministrazione\".
Anche il suo assessore al Bilancio, Bruno Tabacci, ha escluso che Milano chiederà all\'esecutivo un sussidio speciale come già avvenuto in passato per le amministrazioni di Roma o di Catania, impegnandosi fin da ora a chiamare a raccolta tutti i protagonisti del mondo economico, bancario e finanziario che operano in città.
tabacci\"Catania è Catania - ha tagliato corto Tabacci - Milano ha un retroterra importante e non abbiamo bisogno di interventi speciali sul nostro bilancio. Dobbiamo avviare un dibattito su questo argomento su tutta la città, che è la capitale economica, delle grandi banche, delle fondazioni bancarie. Penso che Milano abbia le risorse per tornare ad essere un punto di riferimento non solo morale ma economico per tutto il Paese. La ripresa dell\'Italia passa inevitabilmente da Milano\".
Anche se Tabacci ha escluso la richiesta di un sussidio al governo per il riequilibrio dei conti, non ha tuttavia escluso la necessità di individuare provvedimenti ad hoc per onorare gli impegni economico finanziari legati alla organizzazione dell\'Esposizione universale del 2015. \"Diverso è il caso dell\'Expo - ha precisato l\'assessore al Bilancio - in cui ci sono impegni importanti da onorare.
Noi non ci tiriamo indietro, ma questo è un progetto che riguarda il Paese intero. Expo si regge sull\'impegno di diversi protagonisti tra cui anche il governo e su questo punto Tremonti è apparso spesso ondeggiante, soprattutto quando ebbe a dire che con Pisapia l\'Expo se ne andava via\".
3- IL RICORSO AL TAR DEL LAZIO? COLPA DI VENDOLA...
Carlo Tarallo per Dagospia
Rivolta ormai fuori controllo a Napoli: chiusa per intifada antimunnezza l\'uscita della tangenziale di Agnano. Maria Triassi, presidente della sezione Campania della Società italiana di igiene e medicina preventiva, parla chiaro: i rifiuti di plastica in fiamme sprigionano diossina, il caldo accelera la decomposizione delle migliaia di tonnellate di munnezza sparpagliate per le strade, i batteri se la spassano. Giggino ‘a Manetta vede Stefy Prestigiacomo e strappa la promessa di un provvedimento straordinario.
L\'Italia intera guarda a Why Not City sotto assedio: ce la faranno i napoletani a scamparla anche stavolta? Intanto, esce fuori qualche altarino interessante sulla famigerata sentenza del Tar del Lazio che blocca il trasferimento di rifiuti fuori regione. Quella sentenza deve essere annullata da un decreto del governo che i legaioli non vogliono far passare, beccandosi le ire di Giorgio Napolitano.
Ma chi l\'ha presentato il ricorso? Quale leghista nordista antinapoletano si è messo a giocare col fuoco pur di non far uscire la munnezza napoletana dalla Campania? Nichi Vendola !!! Eh già: fino a ora nessuno l\'aveva detto, ma stamattina il più votato tra i berluscones napoletani, Marco Nonno, ha deciso di spiattellare tutto: \"Il Sindaco Luigi De Magistris perché non dice nulla all\'amico di coalizione Vendola, visto che il ricorso al Tar che blocca i trasferimenti fuori regione lo ha presentato il governatore della Puglia ?\".
Parcheggiatore napoletano con mascherina anti monnezzaUno non riesce a crederci, ma basta smanettare (con il premesso di Giggino, si capisce) un po\' su internet ed ecco risolto il giallo: è stata proprio la Regione dell\'amico Nichi a ricorrere al Tar del Lazio e a mettere definitivamente in ginocchio Why Not City. Un ricorso provocato dalla scoperta da parte dei carabinieri dei Noe di scarichi irregolari in Puglia. L\'intera storia è raccontata per filo e per segno, carte alla mano, dall\'ecodallecittà, notiziario ambientalista. Eccola.
http://www.ecodallecitta.it/notizie.php?id=107264
4 - MIRACOLI E PARODIE...
Marco Imarisio per il \"Corriere della Sera\"
A New York e Parigi i lettori dei giornali penseranno all\'errore di un tipografo distratto. Qualcuno deve aver ripubblicato gli stessi articoli su Napoli di tre anni fa, anzi due, anzi uno. Ci risiamo. Tra i loro tanti effetti collaterali, i rifiuti portano all\'estero l\'immagine di un Paese eternamente incapace di risolvere emergenze che altrove sono già passate in giudicato, e non da ieri. Noi, invece, siamo sempre qui.
Pronti a dilaniarci tra parti politiche avverse, a «tifare» per la monnezza, dipende da chi ne sta subendo i miasmi e le conseguenze di immagine. E comunque fermi, immobili scrutando un orizzonte che nel giro di un mese potrebbe essere molto simile a quello della catastrofe del 2008. Luigi de Magistris ha ragione solo nel dire di essere l\'ultimo arrivato. Sbaglia invece quando promette di pulire la sua città in cinque giorni, dando così prova di non aver compreso l\'entità di questa tragedia e di essersi assentato quando Nostro Signore distribuiva la modestia.
Il nuovo sindaco è una figura che divide e non unisce, per evidenti ragioni connesse al suo passato e alla sua personalità. Anche ieri ha distribuito pagelle a ogni altra controparte istituzionale, ribadendo la bontà della sua presunta rivoluzione con un ordine del giorno che in alcuni punti sembra un manifesto filosofico- le isole verdi in ogni quartiere -, quando invece servirebbero interventi strutturali, più concretezza. A margine, la presa d\'atto della realtà, con l\'annunciata apertura di tre siti di trasferenza: se non si dispone di un luogo dove «trasferire» i rifiuti, altro non sono che discariche camuffate.
de magistris con la bandanaMa per quanto sia ingombrante la figura del suo sindaco, Napoli è un\'idea che va ben oltre le sorti di Luigi de Magistris. Napoli siamo noi, nel senso di Italia, dell\'immagine che diamo della nostra capacità di risolvere le sue piaghe, e di fornire la misura della nostra unità. Nel 2008 l\'impresa fallì miseramente. Risuona ancora oggi l\'onda di implicito razzismo che risalì la Penisola, il ritorno in voga di quell\'aggettivo che andrebbe abolito, «terroni», fino a quando la città divenne quinta da palcoscenico per un miracolo annunciato dal nuovo governo di centrodestra.
Tutti, ma proprio tutti, sapevano che le strade pulite di quel breve interludio erano frutto della fortunosa apertura di alcune discariche, avvenuta per altro prima della vittoria di Silvio Berlusconi alle elezioni politiche. Non erano un miracolo, ma una breve tregua. Adesso stiamo tornando alla situazione senza sbocchi del 2008. In questi tre anni, nelle cicliche emergenze che si sono riproposte con sempre maggiore frequenza, la classe dirigente locale, in primo luogo la Provincia, titolare del potere di aprire discariche, ha dato prova di notevole incapacità e altrettanto calcolo politico improntato al proprio quieto vivere.
DE MAGISTRIS resizeMa è mancato anche dell\'altro. È mancato il resto del Paese, come se il dramma dei rifiuti si svolgesse in casa d\'altri, e non qui, in Italia. Non è così, non dovrebbe essere così. I rifiuti napoletani, piaccia o non piaccia, sono una questione nazionale, che misura la nostra capacità di tenerci, di stare insieme. Non esiste un demiurgo, non c\'è solo de Magistris sul proscenio. Ci siamo noi.
A sinistra Nichi Vendola a destra Gianni de Magistris GUARDARCHIVIO Dal Fatto QuotidianoAccettare per qualche tempo una parte dell\'immondizia napoletana è solo un buon inizio, e il primo segnale dovrebbe arrivare dagli amministratori campani. Poi ci dovrebbe essere, ma questo è più difficile che avvenga, unità di intenti. Una visione condivisa che impegni le forze politiche di ogni colore e latitudine, capaci per una volta di mettere da parte calcoli di convenienza e ripicche da comari incapaci di vedere oltre il proprio orticello.
E finalmente risolvere, o almeno provarci, questa vergogna italiana. Non resta molto tempo, la situazione è seria. La solidarietà nazionale è sempre finita appena fuori dalla cinta daziaria di Napoli. È arrivato il momento di dimostrarne l\'esistenza. Ora, o mai più.