1- A SIENA SI ACCENDE LA PROTESTA "ROSA"
La Stampa.it
È iniziata sotto un caldo sole la seconda giornata della grande kermesse al femminile «Se non ora quando» a Siena. Ad animare l'assemblea, che si conclude oggi all'ora di pranzo, l'amore per il proprio Paese e la passione civile di duemila donne giunte nella cittadina toscana per discutere dei contenuti e delle prospettive future del movimento «nato» il 13 febbraio scorso come reazione alle vicende di Ruby e del premier Berlusconi.
flavia perinaUna mattinata di dibattito per organizzare la «rete rosa» attraverso l'Italia e commentare gli interventi che ieri hanno infiammato la piazza. Dignità, lavoro, maternità e rappresentatività sono i temi al centro della due giorni creata per stimolare le coscienze femminili e tenere vivo il fuoco che cinque mesi fa si è acceso a Roma e nelle maggiori piazze italiane.
cmmcn35 citto maselli francesca comencini2- LEZIONE DA SIENA: DONNE SÌ, POLITICHE NO
TORNA "SE NON ORA, QUANDO?" FISCHIATE PERINA, TURCO E BINDI
Wanda Marra per Il fatto
Il suono che si sente più di frequente durante l'assemblea delle donne a Siena è quello della trombetta, che scatta non appena un intervento supera i 3 minuti, chiunque stia parlando. Nessuna protesta, nessun tentativo di rosicchiare qualche secondo in più: il tempo non va rubato ad altre. Uno stile. Dopo il 13 febbraio, "Se non ora, quando?" si ritrova a Siena.
Quella fu una manifestazione imponente che fece percepire che il vento stava davvero cambiando. Questo è invece il momento fondativo di un movimento che nasce. Un incontro (2000 partecipanti, 120 comitati, secondo le organizzatrici) che si trasforma rapidamente in un'assemblea aperta e partecipata, con interventi, provenienze , esperienze, proposte diversissime tra loro. Gli unici momenti di vera insofferenza si registrano rispetto alle esponenti politiche presenti.
ROSY BINDID'altra parte, la giornata inizia all'insegna della diversità. Un testo letto dalla regista Francesca Comencini e dalla filosofa Fabrizia Giuliani all'inizio della mattinata, pieno di implicazioni psicologiche e simboliche, è una sorta di manifesto. Con una linea di fondo, che mette al centro la necessità di riappropriarsi del corpo della donna e di accettarne limiti e potenzialità.
GIULIA BONGIORNODiscorso che si porta dentro tutto: la maternità, come la creatività professionale. Scrosciano applausi. Tutto in qualche modo si tiene a Siena: i dati più materiali (c'è Margherita Dogliani, imprenditrice, che racconta l'esperienza del lavoro fisico in fabbrica) e le realtà più marginali (un intervento spiega persino le ragioni delle teologhe), il femminismo duro e puro del passato e l'esperienza dei nuovi movimenti femminili (quella che fa dire a Valentina di Genova, dell'associazione Marea, che ci vogliono le donne in politica, "ma non tutte le donne").
LIVIA TURCOSul palco si alternano donne più anziane e giovanissime: difficile stabilire un'età media, l'impressione è che attiviste più anziane si mescolino a ragazze con un modo totalmente nuovo di fare politica. Qualche uomo nel pubblico c'è: una minoranza assoluta, però.
Contenuti e forma della discussione vanno insieme: c'è la trombetta, ci sono le cassette con cui si raccolgono i fondi per il finanziamento, c'è il punto G (una sorta di muro dei desiderata, dove gli auspici delle partecipanti sono scritte su dei foglietti attaccati con le mollette usate per appendere i panni).
Ci sono i palloncini rosa, pronti a prendere il volo. Quello che proprio non si tiene sono le politiche. Non ce n'è una che vada davvero bene alla platea. Né chi da sempre guarda alla militanza femminile, né chi si affacciano adesso a questo mondo. Viene fischiata Flavia Perina (Fli), mentre rifiuta lo schema secondo il quale "le veline sono di destra e le donne impegnate di sinistra".
9rau10 giulia bongiornoContestata Giulia Bongiorno (Fli) che spiega di essersi messa il tailleur come fa in Tribunale e in Parlamento (che poi strappa qualche applauso mentre afferma che "bisogna scavalcare le ideologie e votare solo i partiti che fanno gli interessi delle donne"). Viene rumorosamente interrotta Livia Turco (Pd) con le urla "Rinunciate allo stipendio da parlamentari. Mille euro al mese dovete prendere".
le donne di "se non ora quando?"Non viene risparmiata neanche Rosy Bindi quando all'inizio del suo intervento annuncia che chiederà al Pd, di cui è presidente, "di ascoltare le ragioni delle donne". Lei non si scompone: "Se mi fischiate, non mi avete capito, non c'è alcuna intenzione di appropriarsi di questo movimento".
Riesce a strappare gli applausi il segretario della Cgil, Susanna Camusso, quando parla di una manovra contro le donne, dopo un'accoglienza quanto meno fredda. E qualcuno la critica dal palco per l'accordo appena firmato con Confindustria. Segnali indicativi. "Se non ora, quando?" nasce come movimento, e le modalità della politica tradizionale proprio non le vuole.
CRISTINA COMENCINI E RICCARDO TOZZISpiega la regista e scrittrice, Cristina Comencini, che oggi tirerà le conclusioni: "Il nostro è un percorso che ha bisogno di un lavoro importante sulla coscienza di sè delle donne, sulla loro forza, sulla loro capacità di dare una svolta al Paese". L'agenda politica viene dopo. "A novembre ci sarà un altro incontro. Anche se poi le questioni sono venute fuori tutte: rappresentazione, lavoro, maternità, legge sulla paternità obbligatoria". L'obiettivo, partendo dalla consapevolezza, è "farsi ascoltare dai governi", ma anche "fare rete con gli uomini".