\"Piaccio, lo so. È sempre stato così\" – DE MAGISTRIS CONCEDE A “NOVELLA 2000” LA SUA PRIMA INTERVISTA DA POLITICO – E COME UN BERLUSCONI QUALSIASI PARLA (QUASI) SOLO DI DONNE: “ORA NON SONO PIù SUL MERCATO, SONO FEDELE A MIA MOGLIE, MA PRIMA…”

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Mariella Romano per \"Novella 2000\"

LuigiLuigi De Magistris

«Piaccio, lo so. È sempre stato così. Ne è consapevole anche mia moglie, che però si fida e fa bene».
Luigi De Magistris sorride sornione. È la prima volta che si spinge a parlare di sé e si arrischia a commentare quello che tante donne hanno pensato vedendolo per mesi sui giornali e in Tv, preferibilmente in infuocate puntate di Annozero, da Michele Santoro.

De Magistris, 42 anni il 20 giugno, napoletano di origine e calabrese di adozione è il Pm di alcune tra le inchieste più discusse degli ultimi tempi: Toghe lucane, Poseidon e Why not. Quest\'ultima è quella che coinvolse l\'ex ministro della Giustizia Clemente Mastella, la cui posizione venne archiviata dopo che il procedimento fu tolto al Pm.

Riservato, poco avvezzo alla mondanità, adesso che ha deciso di scendere in politica candidandosi alle Europee di giugno con Italia dei Valori, e di mettere la toga nel freezer in attesa di lasciare definitivamente la Magistratura, si racconta a Novella nel salotto della casa napoletana in cui è cresciuto e dove, da settembre scorso, trascorre con mamma Marzia, di 69 anni, i primi cinque giorni della settimana.

Camicia sbottonata e sorriso aperto, per la prima volta parla della famiglia, della moglie Maria Teresa, 38 anni, e dei figli Andrea di 9, e Giuseppe di 4, rimasti in Calabria dopo il trasferimento \"forzato\" al Tribunale del riesame di Napoli, per le polemiche che lo hanno travolto a causa di Why not.

AntonioAntonio Di Pietro

E, senza fronzoli, come a voler mettere le mani avanti, spiega innanzitutto i lati peggiori del carattere: «Sono lunatico. Ho un temperamento complicato, tosto. È difficile per gli altri sintonizzarsi sul mio pensiero e non è facile starmi accanto. Anche se sono molto determinato e ho una grande forza di volontà. Semplicemente», dice agitando le braccia, «mi reputo un personaggio difficile. Ma va bene così. Mia moglie mi apprezza per come sono».

E Maria Teresa non è gelosa delle donne che le girano intorno?
«Perché dovrebbe? Ormai ho una sola certezza: da quando undici anni fa ho sposato Maria Teresa non sono più sul mercato. Ho fatto una scelta radicale: la famiglia è un punto fermo».

E prima del matrimonio, cera un Dongiovanni?
«Prima, ho avuto molte donne. Ma adesso è diverso. L\'intesa con mia moglie è perfetta: condividiamo innanzitutto i valori come l\'onestà, la giustizia e la trasparenza. È stata la prima cosa che ci siamo detti quando ci siamo incontrati. E in questi anni difficili da punto di vista professionale, è stata sempre al mio fianco, sostenendo il mio lavoro di Pubblico ministero e dando forza alle mie azioni».

Quindi, ha chiuso per sempre anche con le amicizie femminili?
«Assolutamente no. Le donne sono il motore del mondo ed è un piacere conoscerle. E poi, ce ne sono tante nella mia vita, ma ognuna ha un ruolo diverso. Ho amicizie consolidate e importanti che non potrei mai rinnegare o mettere da parte. Maria Teresa lo sa e, da donna intelligente qual è, non è gelosa».

DeDe Magistris

Intanto, però, così sembra di capire, è un uomo molto corteggiato. Sa resistere alle tentazioni?
«Il matrimonio è un vincolo serio al quale non intendo venire meno».

Intanto, sul fronte politico, è bastato l\'annuncio della candidatura alle Europee con Antonio Di Pietro per scatenare una bufera. La prima reazione è arrivata proprio da Clemente Mastella che ha commentato: «Adesso mi spiego tante cose».
«Il ping-pong con Mastella non mi interessa. Ma aggiungo che è stata una scelta obbligata perché, con il trasferimento ad altre funzioni, hanno delegittimato il mio lavoro. Al Tribunale del riesame avrei fatto il giudice e non più il Pubblico ministero: quindi non avrei potuto più occuparmi di indagini. Un prezzo altissimo da pagare solo per aver fatto il mio dovere. Di fronte a queste iniziative disciplinari prive di fondamento, non potevo fare altro che andarmene e cercare di dare un contributo concreto al futuro di un Paese ormai deriva».

Però alle dimissioni definitive ha scelto l\'aspettativa. Ha intenzione di tornare a fare il magistrato se non dovesse essere eletto a giugno?
«Dimettermi in questo momento avrebbe significato prendere le distanze da un mestiere che amo. Lascerò la Magistratura per sempre dopo le elezioni, qualunque sia il risultato. E in ogni caso mi impegnerò per il futuro del Paese».

Come ha fatto l\'ex pm di Mani Pulite, Antonio Di Pietro, presidente di Italia dei Valori, ormai suo partito di riferimento. Intende anche lei tornare in aula e sfilarsi per l\'ultima volta la toga davanti alle telecamere?
«Abbiamo avuto percorsi diversi, io e Antonio Di Pietro».

Da settembre scorso, da quando cioè il Consiglio superiore della magistratura ha deciso di trasferirla da Catanzaro a Napoli, come è cambiata la sua vita?
«Vivo a Napoli, con mamma Marzia, cinque giorni alla settimana. Il weekend cerco di trascorrerlo con mia moglie e i bambini che sono rimasti in Calabria: soprattutto per i miei figli questo trasferimento è stato un grande dolore. Continuano a chiedermi perché mi hanno mandato via. E io rispondo: perché il vostro papà ha fatto il suo dovere. Difficile per bambini così piccoli comprendere fino in fondo».

DeDe Magistris

Insomma, per cinque giorni alla settimana, nella grande casa del Vomero dove si sono alternate quattro generazioni di magistrati, con mamma Marzia che lava, stira e cucina, Luigi De Magistris torna single. E nel weekend, indossa di nuovo i panni del padre di famiglia con la passione per il giardinaggio e la lettura.
«Ho la sensazione che sarà così per molto tempo ancora. I ritmi della politica imporranno comunque qualche sacrificio».

In Parlamento siedono donne belle, altre decisamente più intellettuali. Chi vorrebbe trovare a Bruxelles: la Buongiorno, la Ferilli, la Forleo o le \"donzelle\" di Berlusconi?
«Figuriamoci, è un gioco che non mi appartiene».

Che cosa, invece, si propone di fare al Consiglio europeo, se dovesse essere eletto europarlamentare?
«Innanzitutto vorrei portare a Bruxelles l\'immagine di un Paese trasparente e pulito. E mi impegnerei a vigilare sui finanziamenti pubblici: non vorrei che finissero nelle tasche sbagliate».

Da magistrato a Catanzaro, viveva sotto scorta. Con il trasferimento a Napoli lo Stato ha ritenuto di sospendere il programma di protezione. Ma lei si sente al sicuro?
«Sono molto preoccupato e mi auguro che le istituzioni si rendano conto di tutto quello che mi è accaduto: sono stato delegittimato sul piano professionale con un numero immenso di procedimenti disciplinari e penali, con il trasferimento d\'ufficio, l\'allontanamento dalla famiglia e la scelta obbligata a lasciare la Magistratura. Ma, almeno, vorrei essere adeguatamente protetto».

C\'è un magistrato a cui guarda con ammirazione?
«Almeno tre: mio padre, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino».

 

 

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