Barbara Palombelli per "Il Foglio"
Barbara PalombelliLa casa non perdona. I misteri dell'alloggio in uso al ministro sono tanti, e verranno esaminati - tempesta economica permettendo - nelle prossime settimane. Ma una cosa è certa: a Roma, tutti cercano un'abitazione a prezzi di saldo. Specialmente i politici, e le ragioni hanno a che fare con Garibaldi (un tipo che a casa dei miei nonni non si poteva nominare).
Il centro storico, da piazza di Spagna all'Esquilino, un tempo era quasi esclusivamente di proprietà religiosa (salvo i palazzi degli aristocratici, spesso anche loro lasciati in eredità a santa madre chiesa). Con l'arrivo dei piemontesi e dell'Unità, il saccheggio delle proprietà vaticane - solo in minima parte indennizzato dal concordato di Mussolini - è stato totale. Conventi e case (chi volesse documentarsi può cercare il capolavoro di Ferruccio Lombardi, "Palazzi, palazzetti e case") passarono bruscamente nelle mani pubbliche.
scajola moglie colosseoUn esproprio che lasciò attoniti i borghesi del Novecento, abituati a pagare "la pigione" con gli spiccioli che avevano in tasca. Per qualche decennio tutto restò com'era. Enti, comune, opere pie, nessuno toccò gli affitti. Le classi dirigenti del Dopoguerra lasciarono che ricchi e poveri continuassero a usare quelle case - oggi ambite, allora piene di bacarozzi, con le scale buie, senza ascensore e col bagno sul terrazzino - a fitti bloccati.
Casa Scajola al colosseoUna scelta lungimirante: lasciare il popolo romano dov'era sempre stato contribuì a creare la leggenda di Roma. Dialetti, panni stesi, commenti ad alta voce: nobili e plebei spesso convivevano allo stesso indirizzo, creando un mix assolutamente unico nel panorama mondiale. Il fascino speciale di Trastevere - dove la comunità di sant'Egidio ospita barboni e malati nelle case che sul mercato valgono milioni di euro - risiede ancora in quest'amalgama pittoresca e inimitabile.
MAPPA DELLE ABITAZIONI A ROMA AL CENTRO DELLE ULTIME INCHIESTEMigliaia di famiglie, non solo della casta parlamentare, hanno vissuto così. Se non fosse arrivata la meravigliosa Seconda repubblica, con la sinistra delle privatizzazioni (a quando un minimo di autocritica?), i romani potrebbero ancora godersi i loro amati sampietrini. Sono pochissimi, purtroppo, coloro che possono abitare le case dei nonni e quelle dei genitori. Gli enti, anche i più caritatevoli - vedi l'opera Pia di via Margutta, infestato di raccomandati della regione, con nomi di comodo - si fanno imporre restauri e inquilini dal Palazzo.
LA CASA DI VIA DI CAMPO MARZIO A ROMA DOVE ALLOGGIAVA TREMONTIAttenzione, però. La superstizione, vera arte cittadina, fa giustizia di tante prevaricazioni. E' più forte di qualunque denuncia e di qualunque inchiesta. Sembra che ai nuovi arroganti abitanti delle casette prelibate arrivino delle sciagure indicibili, tutte lanciate dagli eredi della povera vecchina che magari è spirata in mezzo alla polvere per lasciare il letto al giornalista o al politico superfurbo.
Il Palazzo di Lunardi in via dei PrefettiNon visti, tutti passano sotto le finestre di nonna o di zia e borbottano: "anvedi, quella era casa mia, mo ce stà un pezzo grosso, che je pijasse un colpo...", e quel colpo arriva puntuale. Nei vicoli si dice che "l'anima delli mejo mortacci tua" continui a visitare questi alloggi super trasformati in lussuose dimore. Fossi nel ministro del nord, che nessuno magari ha informato delle dicerie capitoline, toccherei ferro con molta energia.