1 - ENI, LIBIA BLOCCA COLLABORAZIONE PER RUOLO ITALIA IN ATTACCHI NATO...
(LaPresse/AP) - Il premier libico ha riferito che la collaborazione con l'Eni è stata bloccata per il ruolo dell'Italia negli attacchi aerei della Nato in Libia.
Il primo ministro del governo di Tripoli, Al-Baghdadi al-Mahmoudi, ha spiegato però che lascerà la porta aperta alle compagnie petrolifere di altri Paesi, purché questi "rivedano la loro partecipazione ai raid aerei" dell'Alleanza atlantica, che stanno prendendo di mira le forza fedeli al leader libico, Muammar Gheddafi. Al-Mahmoudi ha aggiunto che all'Italia verrà impedita l'attività peetrolifera perché aveva firmato un accordo di amicizia con la Libia, che vieta ogni atto di aggressione.
GHEDDAFI BERLUSCONI2 - ENI, PREMIER LIBIA: ITALIA DIMENTICHI IL NOSTRO PETROLIO..
(LaPresse/AP) - "Il Governo italiano deve dimenticarsi del petrolio libico e non considerare alcun accordo firmato in passato. Eni dovrà guardare altrove per il suo business". Così il premier del governo di Tripoli, Al-Baghdadi Al-Mahmoudi, spiegando che la collaborazione con il Cane a sei zampe è stata bloccata per il ruolo dell'Italia negli attacchi aerei della Nato contro le truppe fedeli a Muammar Gheddafi.
"Se Silvio Berlusconi - aggiunge il premier di Tripoli - dice di essere stato messo sotto pressione dalla sua coalizione per attaccare la Libia, allora io rispondo che è stata la pressione arrivata dal popolo libico a indurmi a tagliare ogni rapporto economico con l'Italia".
Il premier fedele a Gheddafi precisa che "i Paesi che cia hanno attaccato non dovrebbero aspettarsi niente in futuro, soprattutto il petrolio" e conclude precisando che "per chi fa un passo verso di noi, noi ne facciamo due verso di lui, ma l'Italia è finita".
Frattini e il vice dei ribelli libici Ali Al Isawi3 - LIBIA, GHEDDAFI TRATTA CON ALTRI PAESI...
(Reuters) - Al-Mahmoudi ha detto che il governo di Tripoli è in trattative con società russe, cinesi e Usa per nuovi progetti in Libia, senza dare altri dettagli.
Il primo ministro ha aggiunto che il governo guidato da Gheddafi è pronto a permettere investimenti delle società Usa perché Washington non ha un ruolo diretto nel bombardamento della Nato.
SCARONI4 - LIBIA, ENI NON COMMENTA DECISIONE TRIPOLI CHIUSURA COLLABORAZIONE
(LaPresse) - L'Eni preferisce non rilasciare alcun commento sulla decisione del governo libico di Tripoli di interrompere ogni collaborazione. E' quanto si apprende da fonti aziendali.
5 - 7 LUGLIO 2011 - LIBIA/ BERLUSCONI: ERO CONTRARIO, MA MANI LEGATE DA PARLAMENTO
(TMNews) - Contrario all'intervento in Libia, Silvio Berlusconi ha dovuto accettarlo perchè aveva le "mani legate" dal voto del Parlamento. Lo dice lo stesso premier, nel corso della presentazione del libro di Domenico Scilipoti.
"Ero contrario, sono stato costretto ad accettarla non solo per la decisione della comunità internazionale con la risoluzione Onu ma anche per l'intervento preciso del capo dello Stato e per il voto del Parlamento riunito nelle commissioni di Camera e Senato. Io mi sarei affiancato alla signora Merkel per quanto riguarda la decisione di intervenire sulla no fly zone - afferma Berlusconi - ma ho avuto le mani legate dal voto del Parlamento. Ma io sono contrario a questo intervento che ha delle conclusioni che nessuno conosce".
Logo "Eni"Al proposito Berlusconi ha citato quanto avrebbero affermato Sarkozy e Cameron nel corso dell'ultimo Consiglio Ue: "Abbiamo rivolto delle domande molto precise ai protagonisti di questa iniziativa, a Sarkozy e Cameron, durante l'ultimo Consiglio dei capi di Stato e di governo a Bruxelles - spiega Berlusconi durante la presentazione del libro di Scilipoti - e la risposta è stata: 'Questa guerra finirà quando ci sarà quello che noi ci aspettiamo che ci sia, una rivolta della popolazione di Tripoli nei confronti dell'attuale regime'".
petrolio war02 lap6 - LIBIA: ACCORDO RIBELLI-QATAR SUL PETROLIO...
Euronews del 28 marzo 2011 - I ribelli libici, aiutati dai bombardamenti dei paesi occidentali sulle forze fedeli a Gheddafi, hanno ripreso il controllo dei pozzi petroliferi di Brega e Ras Lanuf. Il rappresentanta del Consiglio di transizione libico per le questioni economiche Ali Tahroni ha annunciato che è stato siglato un accordo per la commercializzazione del greggio libico con il Qatar, unico paese arabo a far parte della coalizione dei volonterosi.
E' un segnale ulteriore che i ribelli hanno riconquistato il terreno perduto nel corso della controffensiva lealista fermata dai bombardamenti.
I pozzi della Cirenaica insomma producono attualmente 130 mila barili al giorno. Resta difficile pero' trovare compagnie assicurative disposte a coprire i rischi del trasporto navale verso il Golfo.