Caro Dago,
so a stento che cosa siano i post, quei messaggini di cui ciascuno inzuppa il web ad annunciare quello che sta per fare nel corso della giornata, se fare shopping o andare in palestra. Vorrei abusare della tua ospitalità, annunciando a mia volta che cosa farò stasera. Inviterò a cena Francesca Mambro e Giusva Fioravanti in un ristorante siciliano attiguo a casa mia.
Quanto alla sanzione pecuniaria a loro danno dei due miliardi di euro in quanto reputati colpevoli della bomba che fece una strage alla stazione di Bologna, nemmeno un istante ho mai creduto a quell’ipotesi. Mai. A differenza di molti killer che venivano dalle nostre fila, Giusva ha sempre confessato al dettaglio i suoi omicidi, così come ha sempre negato che la bomba di Bologna potesse far parte del suo delirante quadro ideale di un tempo.
Da oltre dieci anni che conosco lui e sua moglie, mai una volta Giusva e Francesca hanno abbassato lo sguardo quando dico quanto fossero stati stronzi al tempo della loro giovinezza. “Certo che lo siamo stati” dice Giusva, e a differenza di non pochi gaglioffi di sinistra che sono andati ad assassinare giornalisti e magistrati alla mattina presto, e continuano a vantarsi del fatto che loro volevano “cambiare” il mondo.
C’è poi, e non è una minima cosa (come hanno già sottolineato Sergio D’Elia e i suoi compagni radicali) che quella misura pecuniaria sarebbe minima cosa a compensare 85 vite, ma è una suprema offesa a quei morti innocenti ove la sentenza di colpevolezza fosse sbagliata.
Se ci azzecco, come del resto mi è capitato quasi sempre, bene. Se mi sbaglio, perché verrà fuori che Giusva e Francesca quella porcata l’hanno fatta davvero, allora potrete ripetere nei secoli che sono un coglione grande così. E ammesso che ai secoli futuri interessi qualcosa di quello che noi siamo oggi.
GIAMPIERO MUGHINI