Valentina Errante per Il Messaggero
MARCO MILANESEComincia dalla Camera dei deputati la caccia della procura di Napoli alle talpe della Guardia di Finanza che consentivano a Marco Milanese di conoscere i dettagli investigativi che poi cedeva a pagamento ai diretti interessati. Perché solo la Giunta per le autorizzazioni a procedere può consegnare agli investigatori il passe-partout per entrare nella sua agenda di contatti privilegiati. E soprattutto, per ricostruire i suoi contatti telefonici con le persone che gli avrebbero consegnato notizie coperte da segreto per sette anni, dal 2004 al 2010.
Perché Milanese non disponeva soltanto di notizie, che barattava con soldi e regali di lusso, ma anche di atti che avrebbero dovuto rimanere riservati. A cominciare dalle intercettazioni telefoniche disposte dalla procura e sbattute in faccia all'indagato Paolo Viscione. Accadde nel 2010, quando Viscione, esasperato dalle continue richieste di Milanese e sapendo di essere intercettato, cominciò a parlare al telefono di un fantomatico orologio destinato al ministro Tremonti, il quale ha poi smentito qualsiasi regalia del genere. Viscione aveva capito di essere intercettato. E sapendo che Milanese veniva informato delle sue conversazioni, cercava di tenere alta la sua attenzione sui problemi giudiziari che il parlamentare aveva promesso di risolvergli.
piscitelliAd ammetterlo fu lo lo stesso Viscione, davanti al pm Piscitelli: «Mi caccia fuori un foglio di carta con le intercettazioni telefoniche, e mi dice: e tu perché hai fatto questo?». Il magistrato domanda: «Lui le mostra le intercettazioni?». E Viscione conferma: «Sì. Dove io dico di Milanese e l'orologio di Tremonti; lui si metteva paura soltanto che poteva essere interrogato Tremonti. Allora mi mostra questa intercettazione: due, tre fogli di carta. Glieli ha dati la Finanza; a questo punto succede che mi dice: perché non mi hai chiamato e non mi hai detto: pezzo di m...? e mi scuso per il linguaggio, ma è il linguaggio che ha usato lui per se stesso, invece di metterti a parlare così per telefono, dove io ho fatto pure capire che sapevo che ero intercettato, non so se si è capito, però io l'ho fatto capire proprio - spiega Viscione - oh, allora, a questo punto io gli ho risposto: sì, perché volevo che tu ti interessassi della questione perché è una questione che ti deve stare a cuore da oggi in poi, punto e basta».
tremonti milanese bigSono molti gli episodi citati negli atti che dimostrano come Milanese fosse in grado di conoscere nei dettagli le mosse dei suoi ex colleghi investigatori della Finanza. E adesso il pm è convinto che anche solo utilizzando la lista delle persone che parlavano con lui al telefono sarebbe possibile individuare i finanzieri infedeli che gli rivelavano i segreti d'indagine. Per questo la procura ha inviato alla Camera la richiesta di acquisizione dei tabulati e degli sms relativi ai due cellulari in uso a Milanese, uno con scheda Wind e l'altro con il gestore Tim.
michele adinolfiUn passaggio «necessario», secondo il pm Vincenzo Piscitelli, che nel decreto spiega di volere acquisire i tabulati delle comunicazioni «al fine di ricostruire i rapporti intrattenuti dall'indagato con esponenti della Guardia di Finanza nel periodo 1 gennaio 2010-maggio 2011». Che Milanese, ex finanziere, contasse su alcune talpe è chiaro anche dai capi di accusa: il parlamentare del Pdl avrebbe commesso diversi reati di corruzione «in concorso con ufficiali della Guardia di Finanza allo stato non identificati».
GUARDIA DI FINANZAE c'è pure una data che potrebbe rendere più semplice il lavoro degli inquirenti. E' il 15 febbraio 2010, il giorno in cui cominciano le intercettazioni a carico di Viscione. La stessa segnata sul calendario dell'uomo d'affari da anni sotto inchiesta a Napoli e informato costantemente da Milanese. Evidentemente in tempo reale.
I controlli incrociati, finora non hanno portato a nulla. Perché quando Piscitelli ha scoperto che «alle 17,45 del 15 febbraio 2010 le operazioni di intercettazione prendono effettivamente avvio» ha anche avuto conferma del fatto che l'attività fosse assolutamente riservata. E' probabile che le indagini vadano a ritroso nel tempo. Perché, si legge negli atti inviati alla Camera: «E' emerso che le rivelazioni di Milanese, che non aveva esitato a sfruttare le sue conoscenze per rallentare o omettere le investigazioni condotte dalla Guardia di Finanza su un gruppo di società facenti capo a Viscione, per estorcergli somme di denaro o altri costosissimi regali, si erano concretamente dispiegate in un lasso di tempo piuttosto lungo, iniziato nel 2004 arrivando fino al 2010».
Emilio SpazianteMa il caso Viscione non sarebbe neppure l'unico. Milanese avrebbe utilizzato le notizie a sua disposizione anche in altre circostanze. Si legge negli atti: «Milanese ha strette e frequenti relazioni» con i vertici della Finanza che gli hanno consentito di «accedere alle notizie coperte da segreto», in un contesto «verosimilmente più ampio di quello evidenziato dai rapporti con il Viscione».