ESCLUSIVO! "OPERAZIONE TELECOM EUROPA” (COME SALVARE L'ITALIANITÀ E TELECOM) - È UN’OPERAZIONE ORIGINALE E COMPLESSA CHE PREVEDE LA FUSIONE DI TELCO, LA HOLDING CHE CONTROLLA TELECOM, CON “LA CAIXA”, LA BANCA PRIMA AZIONISTA DI TELEFONICA - DA QUESTO MERGER NASCEREBBE UN COLOSSO MONDIALE TLC CHIAMATO 'TELECOM EUROPA' - UNA HOLDING CHE CONTROLLEREBBE TELECOMITALIA E LE ALTRE ATTIVITÀ DI TELEFONICA - ORA GERONZI E I SUOI ESPERTI (NAGEL, PARISI, ETC) DEVONO FAR DIGERIRE IL PROGETTO A PASSERA E POI FINALMENTE L’AZIENDA DI BERNABÈ FAREBBE QUEL SALTO DI QUALITÀ OLTRE IL MERCATO DOMESTICO - LA SANTA BENEDIZIONE DI BERLUSCONI E ZAPATERO -

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Questa mattina all'alba gli uscieri di Telecom hanno letto sul quotidiano "La Stampa" la vicenda delle Sim "fuorilegge" che è stata scoperta da Franchino Bernabè con l'aiuto della Guardia di Finanza.

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L'indagine ha portato a scoprire che a fine 2008 su 28 milioni di carte prepagate e altri 6,7 milioni in abbonamento, quasi 5,5 milioni di Sim erano irregolari perché violavano - così scrive il giornale - "il codice delle comunicazioni elettriche che prescrive di rilevare i dati personali dell'acquirente di una Sim telefonica". Gli inquirenti sono partiti dalla scoperta di schede che giravano nel Veneto già nel 2008 "e a metà luglio i finanzieri si sono presentati agli uffici di Telecom a Roma per acquisire i documenti dagli uffici di Golinelli e di alcuni suoi collaboratori".

Franco BernabéFranco Bernabé

All'inizio di dicembre Golinelli viene sentito come persona informata sui fatti e il 18 dello stesso mese Golinelli viene licenziato. Franchino, che dietro l'aria da seminarista di Vipiteno nasconde unghie graffianti, ordina il controllo sistematico di tutte le schede regolari, e oggi sulla "Stampa" parla di un lavoro immane che lo ha portato a cacciare il direttore commerciale con altre 20 persone "compresi alcuni dirigenti".

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Gli uscieri di Telecom sapevano di questa storia che circolava da tempo nell'azienda e del lavoro delle 20 procure impegnate nelle indagini, ma in questo momento la loro attenzione è rivolta al destino complessivo dell'azienda e alle tante voci che circolano sullo scorporo della Rete, sulla vicenda tenebrosa di Telecom Argentina e soprattutto sui rapporti con gli spagnoli di Telefonica.

In tasca hanno conservato le dichiarazioni che all'inizio della settimana ha fatto Miguel Sebastian, uno dei collaboratori più stretti del premier Zapatero. Questo Sebastian è un economista che si è laureato a pieni voti all'Università Complutense di Madrid, una delle più antiche accademie del mondo fondata nel 1293.

geronzi - Copyright Pizzigeronzi - Copyright Pizzi

Dopo la laurea in Scienze economiche, Sebastian si è specializzato in politica industriale e nel 2003 è entrato a far parte dei collaboratori più stretti di Zapatero quando questi era segretario del Partito socialista spagnolo. Ha fama di uomo brillante al punto che nell'aprile 2008 il capo del governo gli ha affidato il ministero dell'Industria ed è da questa poltrona che il 54enne Sebastian ha lanciato un messaggio preciso al governo italiano. "La Spagna - ha detto il ministro - ha permesso all'Enel di entrare in Endesa e si è mostrata aperta al capitale italiano. Quindi deve valere la reciprocità perché noi vogliamo creare la cornice affinché il settore delle telecomunicazioni sia in espansione in Europa".

ALBERTO NAGEL E SIGNORA - copyright PizziALBERTO NAGEL E SIGNORA - copyright Pizzi

Per gli uscieri di Telecom, che non perdono tempo dietro le candidature della Polverini e di Nichi Vendola, il richiamo all'Europa e alla reciprocità esprime con esattezza lo spirito del progetto segreto che circola in questi giorni tra Milano e Roma sul futuro di Telecom.

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A quanto si sussurra negli ambienti finanziari le linee di questo progetto sono state tracciate da Cesarone Geronzi, il presidente di Mediobanca che più soffre per la svalutazione del titolo Telecom e per lo stallo industriale e manageriale dell'azienda. A Piazzetta Cuccia il dossier è nelle mani del pallido Alberto Nagel, ma sul nuovo progetto di stampo europeo, che fa piazza pulita di tutte le chiacchiere circolate negli ultimi mesi, sembra che si sia aggiunto l'apporto tecnico di Stefano Parisi e di altri esperti di telecomunicazioni.

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Finora non è stato dato un nome all'operazione, ma c'è chi l'ha già battezzata "Telecom Europa" poiché questa è la dimensione entro la quale si intende configurare il futuro dell'azienda italiana. È un'operazione originale e complessa al tempo stesso perché prevede la fusione di Telco, la holding che controlla Telecom, con "La Caixa", la più grande cassa di risparmio d'Europa nonché la terza maggiore banca spagnola.

Questa entità, nata nel luglio 1990, detiene partecipazioni importanti in società strategiche spagnole, tra cui Abertis con il 20,9%, Gas Natural per il 35,5% e Telefonica, l'azienda guidata da César Alierta dove il pacchetto tra le mani de "La Caixa" tocca il 5,48% (una quota che la colloca al secondo posto tra gli azionisti dopo il Banco Bilbao).

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Gli uscieri di Telecom sono in grado di dare altri dettagli sull'idea partorita nelle stanze di Piazzetta Cuccia, e che si dovrebbe completare non prima dell'estate su tre livelli distinti.
Il primo livello riguarda appunto la fusione di Telco (che detiene il 22,5% di Telecom) con "La Caixa". Da questo merger nascerebbe la nuova creatura alla quale è stato dato il nome "provvisorio" di "Telecom Europa". Questa a sua volta controllerebbe TelecomItalia e le altre attività di Telefonica sparse per il mondo.

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Forse è bene ricordare che l'azienda di Madrid, oltre a detenere il 42,3% nell'italiana Telco, è presente sui mercati dell'Argentina (con "Telefonica de Argentina"), Brasile, Cile (con "Telefonica Moviles"), Perù, Colombia (con il marchio "Movistar") e molti altri paesi tra cui la Cecoslovacchia, il Marocco, il Portogallo (è azionista di "Portugal Telecom") e la Cina dove detiene il 5% di "China Netcom".

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Se l'operazione di cui si parla nelle segrete stanze della finanza andrà in porto, gli effetti industriali e politici saranno rilevanti. Innanzitutto "Telecom Europa" si posizionerebbe tra i principali carrier mondiali delle telecomunicazioni e finalmente l'azienda, guidata per adesso da Franchino Bernabè, farebbe quel salto di qualità oltre il mercato domestico nel quale i conti non si tengono in piedi. E a questo punto non ci sarebbe più bisogno di lacerarsi le vesti sull'italianità dell'azienda e sullo scorporo della Rete, un tema sul quale la classe politica si sta spremendo per difendere la bandiera italiana.

CORRADO PASSERACORRADO PASSERA

A quanto si dice il progetto è già stato sottoposto e approvato dal Cavaliere di Arcore e dallo stesso Zapatero che si trova alle prese con una crisi economica mostruosa e ha assistito inerte alla conquista da parte di Mediaset di "Rete Cuatro", il canale televisivo che stava in grembo al Gruppo Prisa di sinistra, proprietario del quotidiano "El Pais".

Miguel SebastianMiguel Sebastian

La benedizione di Berlusconi e del premier spagnolo non chiude il cerchio dei consensi perché il progetto di "Telecom Europa" deve essere ancora digerito da Corradino Passera di IntesaSanPaolo che dentro la scatola di Telco detiene la stessa quota (10,6%) di Mediobanca. E mentre qualcuno si chiede quale sarà la sorte di Franchino Bernabè nella nuova "cornice" dell'azienda finalmente multinazionale, c'è chi scommette che solo un'intesa tra i due Grandi Vecchi Geronzi e Bazoli potrà dare semaforo verde a un'operazione così ambiziosa.

 

 

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